Anche se occuparmi di Benjamin richiede tutte le mie energie, i miei pensieri sono costantemente rivolti a Theodore ed ai messaggi misteriosi che ancora non sono riuscita a decifrare, ben custoditi nell'ultimo cassetto di un comodino; e contro ogni mia aspettativa, è proprio il piccolo criminale, come io stessa l'ho ribattezzato recentemente, a fornirmi un aiuto inaspettato: quando entro in camera con la sua colazione ben disposta sopra ad un vassoio di plastica colorata, infatti, trovo il cassetto aperto e lui intento ad osservare, con uno sguardo corrucciato e serio, uno dei quattro pezzi di carta.
"Ehi!" lo rimprovero, posando il vassoio sopra al letto ed incrociando le braccia "non dovresti frugare tra gli effetti personali di tuo padre. Rimetti subito al suo posto quel foglio, lo sai che questa si chiama invasione della privacy?"
"Tu per prima lo hai fatto ieri sera. Avresti dovuto nasconderli da un'altra parte" ribatte senza la minima traccia di esitazione nella voce, addossando a me tutta la colpa.
Ed in parte ha ragione, perché avrei dovuto prevedere che avrebbe frugato all'interno del comodino non appena gli si fosse presentata l'occasione perfetta.
Ovvero durante una mia assenza.
"Rimettilo al suo posto. Tuo padre è già abbastanza arrabbiato con te per la tua incursione notturna, non penso che sia saggio tirare ancora la corda" ripeto una seconda volta, provando ad impossessarmi del foglio per posarlo sopra agli altri, nell'esatta posizione in cui l'ho trovato, per non far sorgere sospetti in Theodore; ma le parole che Ben esclama, prima che possa compiere quest'azione, mi bloccato con la mano destra a mezz'aria.
"Ehi, io lo conosco questo indirizzo! Ci abita zia Karla!"
"Zia Karla?"
"Sì, proprio lei. In realtà non è mia zia. È la persona che si è occupata di me mentre Theodore era in carcere. La sua casa è poco lontano da qui"
"Ma se non è davvero tua zia, perché è stata proprio lei ad occuparsi di te per sette anni?".
Per una volta, per la prima volta, dalle labbra sottili del ragazzino (anche queste ereditate dal padre) non esce alcuna risposta sicura e arrogante: scrolla le spalle ed arriccia il naso, in un'espressione quasi buffa.
"Non lo so, non me lo ha mai spiegato, ma ho sempre avuto l'impressione che sapesse molto più di quello che mi ha detto. Sia riguardo a Theodore che riguardo a mia madre".
Esorto Benjamin a consumare la sua colazione, ed a prendere la pastiglia contro l'asma, e mentre lo controllo penso alla rivelazione che, inconsciamente o meno, mi ha appena fatto: la misteriosa donna di nome Karla potrebbe essere, finalmente, la soluzione a tutti i miei dubbi ed alle mie domande, eppure, allo stesso tempo c'è qualcosa che mi blocca dal chiamare una baby-sitter e precipitarmi immediatamente da lei.
E quel 'qualcosa' è costituito dall'ex compagno di mia madre e dalla promessa che mi ha fatto prima di partire.
Voglio sentire la verità uscire dalla sua bocca, non da quella di una sconosciuta, ma ho paura di andare incontro ad un altro muro costituito da silenzi e da frasi vaghe; dopotutto chi mi assicura che non mi abbia fatto quella promessa per tenermi buona e che non si rimangi la parola data al suo ritorno?
Sono così confusa e combattuta che, mio malgrado, mi ritrovo costretta a chiedere consiglio al piccolo criminale.
"Benjamin, posso farti una domanda?" chiedo, ed a un suo cenno affermativo con la testa continuo "se una persona a cui sei molto legato ti nascondesse molti segreti, tu da chi vorresti conoscerli? Dalla quella stessa persona, che potrebbe mentirti, o da una persona esterna, che non ha alcun motivo di raccontarti una bugia?".
STAI LEGGENDO
Behind The Eyes; Prison Break (✔️)
FanfictionTERZO LIBRO. "Sara inspira una seconda volta, vedo i suoi occhi scuri diventare lucidi ed una lacrima, ribelle, le scivola lungo la guancia destra. "E se fosse cambiato? E se davanti ai miei occhi dovessi ritrovarmi un uomo completamente diverso da...