SECRETS; PARTE UNO (GRACEY)

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Le urla di Ashley sono così forti che percepisco già i primi sintomi di un terribile mal di testa, ed a nulla servono i palmi delle mie mani premuti con forza contro le orecchie.

"Fammi capire, perché credo che mi sia sfuggito qualche piccolo passaggio" grida ancora, ormai completamente fuori di sé dalla rabbia "non solo sei scomparsa tutto il giorno, non solo hai ignorato la mia chiamata ed hai spento il cellulare, ma sei andata a casa di quell'uomo, hai trascorso la serata in sua compagnia e lo hai baciato? Lo hai davvero baciato?"

"Ed io ti ripeto, per l'ennesima volta, che sono andata da lui perché era ciò che mi sentivo di fare in quel momento. Avevo bisogno di parlare con qualcuno"

"Ed hai pensato di andare da lui, anziché venire da me, che sono la tua migliore amica?"

"Non ragionavo con lucidità, cerca di capirmi"

"Ohh, questa è la prima frase sensata che ti sento dire da diverso tempo" commenta, allora, ridendo nervosamente; e la situazione generale peggiora ulteriormente quando si accorge che i vestiti che indosso, e che non ho ancora avuto occasione di cambiare, non mi appartengono "quella felpa e quei pantaloni sono suoi? Perché indossi i suoi vestiti? I tuoi dove sono? Perché ti sei spogliata?"

"Non è come pensi, non farti strane idee: pioveva, i miei erano completamente zuppi d'acqua e Theodore mi ha dato dei vestiti puliti e asciutti"

"Visto che hai la risposta sempre pronta, vuoi spiegarmi perché cazzo sei andata a casa sua?"

"Non so più in che modo dirtelo, cavolo!" esclamo, ormai esasperata dall'insistenza della mia coinquilina, soprattutto perché io per prima ancora non so dare una risposta a questa domanda; alzo gli occhi al soffitto e poi appoggio la fronte sul legno del bancone a penisola, rivivendo il bacio nella mia mente "quando sono uscita dallo Studio ho trascorso l'intero pomeriggio al parco, e quando ha iniziato a piovere mi sono alzata dalla panchina per tornare a casa, ma i miei piedi mi hanno fatto percorrere una strada completamente diversa. Io volevo tornare qui, te lo giuro, ma senza rendermene conto mi sono ritrovata davanti alla porta di casa sua. Abbiamo parlato per un po', poi c'è stato il blackout e Theodore ha fatto quel discorso riguardo all'essere speciali... Non è stata una cosa programmata, non sono andata da lui con l'intenzione di baciarlo, te lo giuro, ho perso la testa e ho agito d'impulso... E questa volta ho combinato un vero e proprio casino"

"Riguardo a due cose hai ragione: hai perso la testa ed hai combinato un vero e proprio casino. Mi auguro che d'ora in poi inizierai ad ascoltare i miei consigli".

Il cellulare m'impedisce di dare una risposta affermativa alla mia migliore amica; spalanco gli occhi perché si tratta proprio dell'ex compagno di mia madre: mi aspettavo una sua chiamata, ma non così presto, non adesso che devo ancora focalizzare appieno tutto quello che è successo.

Rivolgo una muta richiesta d'aiuto ad Ashley, perché sono completamente nel panico.

"Che cosa faccio? Rispondo?"

"Ignora la chiamata e butta il cellulare fuori da una finestra, così non potrà più rintracciarti"

"Stupida" borbotto, infastidita dal suo commento acido; prendo un profondo sospiro, avvicino l'apparecchio tecnologico al mio orecchio sinistro e schiaccio il tasto verde, rispondendo alla chiamata "pronto?".

Ogni mia paura scivola rapidamente via perché Theodore non accenna minimamente al bacio che gli ho rubato, anzi, la sua voce agitata mi rivolge una richiesta che mi lascia spiazzata.

"Gracey, potresti venire subito qui? Si tratta di un emergenza" mi chiede, e dai rumori che sento in sottofondo capisco che sta cercando qualcosa, probabilmente dei vestiti, dentro all'armadio o dentro alcuni cassetti.

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