Quando credi di conoscere appieno una persona, e che più nulla possa sorprenderti, accade sempre qualcosa che ti fa cambiare prontamente idea.
E la mia coinquilina me ne fornisce la prova concreta posando una cesta di vimini ai piedi del divano, su cui sono sdraiata a leggere un libro; chiudo subito il volume, lo poso sopra un mobiletto e guardo, incuriosita, il contenuto della cesta: con mia enorme sorpresa, il mio sguardo viene ricambiato da due piccoli occhi azzurri, che spiccano su quella che sembra essere una palla di pelo nero.
"Un gattino?" domando, rivolgendomi ad Ashley, e come conferma alle mie parole sento un miagolio provenire proprio dal piccolo animale; lo prendo in mano, con delicatezza, e mi rendo conto che è così minuscolo che a fatica mi riempie i palmi "per quale motivo hai preso un gattino?"
"Primo: non è un gattino, ma una gattina. Secondo: non l'ho comprata. L'ho trovata in un vicolo, poco dopo la fine del mio turno, era completamente sola e continuava a miagolare. Guarda che musino adorabile, Gracey, come potevo lasciarla lì?"
"E come facciamo ad occuparci di lei? Abbiamo il lavoro, le spese per l'appartamento, i provini... Non sarà un impegno troppo gravoso prenderci cura di una nuova coinquilina?"
"Avanti, Gracey! Stiamo parlando di una piccola palla di pelo! Quanto potrà mai essere difficile prendersi cura di lei? E poi, se non sbaglio, una volta mi hai detto che un tuo desiderio è sempre stato quello di avere un animale domestico... Mi sembra che questa sia l'occasione giusta".
Davanti alle esortazioni di Ashley, ed agli occhi azzurri della gattina che mi hanno già conquistata, sono costretta a cedere.
"Da dove iniziamo?"
"Semplice. Dobbiamo trovarle un nome".
Ashley prende in mano il suo laptop ed inizia a leggere una lunga serie di possibili nomi per gli amici a quattro zampe ed io, mentre gioco con la gattina, li boccio uno ad uno perché sono o troppo banali o troppo particolari; trascorrono quasi venti minuti prima che entrambe riusciamo a trovare un'opzione su cui siamo d'accordo: Meg.
E in pochissimo tempo, Meg rivela di avere un carattere completamente opposto al suo aspetto dolce ed innocuo, soprattutto quando inizia ad affilare le sue piccole unghiette sul divano o sul legno dei mobili; o quando inizia a scambiare le riviste della mia migliore amica per giochi da fare a pezzi.
Ed è proprio Ashley a decidere che bisogna porre rimedio a questa situazione prima che degeneri ulteriormente e così, un pomeriggio, insieme alla nostra mascotte ci rechiamo in un negozio per animali per comprarle dei peluche, un gomitolo, ed un albero tiragraffi per salvaguardare i mobili dell'appartamento.
Mentre torniamo a casa ascolto la mia migliore amica che si lamenta dell'ultimo turno che ha dovuto affrontare, di alcuni clienti esigenti ma, soprattutto, del nostro Capo; smetto di prestare attenzione alla sua voce quando, passando affianco al parco, noto un uomo ed una donna seduti su una panchina.
Li vedo parlare a bassa voce, in modo concitato, finché la donna non gira il viso da un'altra parte, di scatto; a quel punto lui le passa il braccio destro attorno alle spalle e lei si stringe contro il suo petto, nascondendo la testa sull'incavo del suo collo, con il volto celato dai lunghi capelli rossi.
Quello dell'uomo, invece, è perfettamente visibile ai miei occhi.
Qualcuno mi scuote per il braccio sinistro, distolgo lo sguardo dalla panchina e mi soffermo sul viso di Ashley: vedo le sue labbra aprirsi e chiudersi ripetutamente, ma non riesco a capire le sue parole perché nessun suono giunge alle mie orecchie; sbatto le palpebre, scuoto la testa e finalmente il velo ovattato che mi ha avvolta scivola via.
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Behind The Eyes; Prison Break (✔️)
FanfictionTERZO LIBRO. "Sara inspira una seconda volta, vedo i suoi occhi scuri diventare lucidi ed una lacrima, ribelle, le scivola lungo la guancia destra. "E se fosse cambiato? E se davanti ai miei occhi dovessi ritrovarmi un uomo completamente diverso da...