Punti di sutura? E perché no?

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Più di tredici ore in ospedale. Sei ore sotto i ferri. Altre tre ore a cercare di stabilizzarmi e mantenermi in vita.
E il resto è storia...
Dopo che mi avevano sparato (non credevano che fosse stato Pablo), mi avevano trasportato urgentemente all'ospedale. I medici avevano detto che avevo perso molto sangue e che il proiettile era molto vicino a sfiorare il fegato. Dicevano che ero stata fortunata, ma l'unica cosa buona secondo me era che, per tutta l'operazione, ero addormentata. Quindi non avevo sentito dolore.
Mi ero svegliata da poco e il dolore sembrava non finire, nel punto in cui mi avevano sparato. Non mi sono osata muovere perché non dovevo fare saltare i punti. Erano all'interno della mia pelle, sembrava che avessero violato il mio corpo ancora prima che avessi provato i piaceri umani che ancora non avevo provato. Lo so che può sembrare da egoisti, ma quando si tratta di argomenti delicati come la tua prima volta (e intendo il letto e tutto il resto) non è cosa da poco. E mi avevano insegnato a dare talmente importanza che dovevo essere davvero sicura se volevo tagliare quella linea di traguardo.
Mentre il costante bip monitorava i miei battiti vitali, non feci a meno di notare che avevo delle visite. C'erano Betty, Bellamy, Connor, persino Mallory... e Rick.
Non sapevo neanche descrivere la rabbia che provavo per lui in quel momento. Lui mi aveva mentito, anzi non mi aveva 'omesso' che lui e Pablo si conoscevano e che Rick gli doveva dei soldi: frutto del debito di suo padre. Perché non me lo aveva detto? Ero sua amica, poteva fidarsi di me!   E invece aveva deciso di non fidarsi, come il personaggio della mia canzone da solista.
Poi entro qualcuno, Betty.
"Mio dio, quando ho sentito il messaggio sono corsa come una furia. Forse io e Gemma abbiamo infranto almeno una decina di regole stradali, ma ne è valsa la pena."
E io la ripagati con uno sguardo infuriato.
"Perché non mi hai detto di Rick? So che lo sapevi e anche tuo fratello, e allora perché non dirmelo?"
Betty mi raccontò tutti i particolari di ciò che era successo da quando era morta la moglie del padre di Rick: delle circostanze della morte, della auto accusa di Castle nei confronti dell'omicidio, del debito con Pablo... insomma di tutto.
"Rick ha voluto che non si sapesse in giro, già lo trattavano come feccia per via del padre e un'altra rivelazione non avrebbe fatto altro se non peggiorare le cose. E poi, quando Pablo lo ha chiamato per rapinare la banca, lui ha minacciato te se non seguiva le istruzioni.", concluse.
Pablo mi aveva minacciata? Ma perché? Ero davvero così importante per Rick? Oppure...
"Betty?", domandai. "A Rick piaccio in quel senso, non è vero?"
E lei annuì con la testa. "Gli avevo detto che prima o poi lo avresti scoperto, ma lui continuava a negare. O è stupido oppure non lo voleva accettare."
"E perché mai?", feci.
Betty si sistemo' meglio sulla sedia. "Vedi, Kylie. Mettiti nei suoi panni: lui è ricattato dal Signore della droga di Barcellona ed è già escluso dalla maggioranza dei suoi coetanei per via della sua tragedia in famiglia. Quando lo vedo, io capisco senza che me lo dica che sta cadendo a pezzi, ogni singolo giorno. Io so che quando ami qualcuno, metti il bene dell'altro prima di te stesso. E lui pensava che il meglio per te fosse allontanarti dal suo mondo che va in pezzi.", rispose.
Rimasi senza parole per quasi un'ora. Betty alla fine mi salutò e andò dagli altri. Più tardi sentii una discussione ed erano tutti rivolti a Connor, era molto probabile che avessero scoperto che aveva fatto la spia con i poliziotti. Non li biasimavo se in quel momento tutti lo odiavano, anche io ero della loro stessa opinione. Ma non era così semplice: ero ancora arrabbiata con tutti. E nonostante ci fossero i loro motivi, mi avevano comunque mentito. Mi ci sarebbe voluto del tempo.

Quattro ore dopo, uscii finalmente dall'ospedale. I miei 'amici' se ne erano andati a casa loro, furono i miei genitori a firmare i documenti per la mia dimissione dall'ospedale. Non dissero niente quando salimmo in macchina, ma io potevo intuire che erano molto arrabbiati con me e anche molto sconvolti per quello che era successo. Infatti la bomba scoppiò a casa mia quando papà mi diede uno schiaffone in faccia.
"Ahia!", mi appoggiai la mano sulla guancia dolorante.
"Dovresti vergognarti per quello che hai fatto!", urlò mio padre. "Potevi rimanere ammazzata!"
"Sì, lo so. Ma l'ho fatto per proteggere i miei migliori amici."
Mia madre fece con la lingua dei segni: "Vuoi dire gli amici dai quali ti avevo avvertito di stare lontana?"
"Sì, e sai una cosa? Anche se non mi avevano rivelato un grande segreto su uno di loro perché pensavano di proteggermi (perché loro ci tengono davvero a me), sono dei veri amici!"
"Non usare questo tono di fronte a tua madre!", disse mio padre.
E poi dissi una cosa terribile di cui, per quanto fossi infuriata con loro, mi pento ancora oggi di averla detta:
"Perché? Lei non è chi dice di essere, e lo so da un mese. Non è vero, Mercedes Gomez?"
Mia madre aveva un'espressione così sconvolta che si mise una mano sul cuore e per poco non cadde un piatto per terra, quando si distese sul pavimento. E papà non sembrava così sorpreso. Lo sapeva, ovviamente.
"E tu come lo sai?", mi domando' la mamma. "Era un segreto ben custodito."
"Io e i miei amici volevamo indagare sulla morte della preside Young. La polizia pensava che fosse stato Pablo perché lui e la preside sono fratello e sorella, ma sapevamo che avrebbero chiuso il caso perché lui ha degli amici ai piani alti. Così volevamo trovare delle prove che aiutassero gli altri a mandarlo in galera, e fino ad ora sono uscite fuori cose molto interessanti."
Mi odiavo per la mia freddezza, ma in qualche modo quella rabbia che provavo nei confronti di entrambi doveva essere sfogata. E ovviamente le conseguenze non tardarono ad arrivare.
"Adesso basta, Kylie. Vai in camera tua, sei in punizione. Non uscirai da questa casa, se non per andare a scuola.", mi impose mio padre.
Sentivo ancora i singhiozzi della mamma prima di andare in camera mia. Tanto non cambiava niente: ero ancora arrabbiata con tutti, soprattutto con Rick. E non volevo più vedere Connor, quello stronzo!
"Ah, però Connor lo puoi vedere.", disse mia madre. Ma io:
"Che me ne importa? Di a lui che non lo voglio più vedere.", le urlai.
Sbattei la porta della mia camera talmente forte che quasi si ruppe, e finalmente mi sfogai anche in un altro modo: piangendo.

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