Forse non era stata una buona idea portare la mia fidanzata, a casa mia, di nascosto. Ma non potevo lasciarla a casa sua dopo che avevamo avuto tutti quanti un'accesa conversazione con una sua ex bulla del liceo. Certo c'era suo fratello, ma avevo capito che non era proprio a suo agio in questo momento. Così avevo deciso di farle una sorpresa.
"Ehi, questa non è la solita strada? Che c'è? Vuoi rapirmi?"
Risi di gusto, certe volte era davvero buffa. Nessuno era stato così bravo a farmi ridere da molto tempo.
Da tanti anni, i miei genitori avevano dei problemi. Mia madre aveva cominciato a tradirlo alle sue spalle e io avevo visto tutto, quando lei mi scoprì mi aveva intimato di non dire nulla e che quello che lei stava passando era solo una fase. Ma è possibile che gli anni siano tre per far durare una fase del genere? Da allora sto pensando al modo giusto per dirlo a papà, una parte di me mi sta dicendo di non farlo perché così non rimarrà a pezzi ma se faccio in questo modo, e scopre che io lo sapevo sin dall'inizio, allora non mi perdonerà mai. Che cosa dovrei fare?
"Ehi, tesoro. Che cos'hai?", chiese Betty.
"Non è niente.", mentii. "È solo mio padre, non so più che cosa fare."
Betty mi accarezzò il collo con tanta dolcezza. Accostai la macchina subito dopo.
"Dove siamo?", domandò Betty.
"A casa mia.""Io...ecco...non pensavo che..."
La mia casa era un po' come quella degli Hernandez, solo meno sfarzosa ma con le solite camere da casa di famiglia ricca: biblioteca, cantina, sala da ballo...
Con il lavoro che hanno i miei genitori, e con il fatto che lo fanno anche bene, possono permettersi eccomi tutti questi mobili. Secondo quello che mi avevano detto, la cosa apparteneva ad un ricco signore che in segreto trafficava prostitute e quelle che non facevano quello che comandava le rinchiudere nella cantina e le ubriacava col vino finché non avevano più la forza di stare in piedi. (Insomma un brutto soggetto). Poi era stato scoperto dal nipote che, dopo averlo denunciato e dopo più di mille dollari spesi in un processo, aveva venduto la casa alla mia famiglia come ringraziamento per averlo aiutato. Il nipote ora vive a Madrid con i suoi genitori, ma si sono sempre tenuti in contatto con la nostra famiglia.
"È una bella casa, G. Ma perché siamo qui?"
"Shhhh!", le intimai col dito. "Zitta, o sveglieremo i miei genitori."
In punta di piedi, brancolando nel buio, nel tentativo di raggiungere la mia camera da letto, andammo dove avevo pensato fin dall'inizio.
"Ok, ma non ho capito perché..."
Betty smise di parlare perche' non ebbe la possibilita' di continuare. Subito dopo averla baciata non staccai le mie labbra dalle sue. Era quasi incredibile che nessuno o nessuna prima di me avesse voluto provarci con lei. La mia Betty. La mia dolcissima Betty.
"Mi dispiace che la scuola sia comandata da persone che non capiscono quante sfaccettature abbia l'amore, quello vero. Scusami se ti ho rovinato la vita."
Betty mi mise una mano sulla guancia e mi asciugo' le lacrime, nei suoi occhi c'era uno sguardo diverso da tutti quelli che avevo ricevuto dalla gente nel corso degli anni: ero quasi sicura che si trattasse del desiderio. Lei mi desiderava. E per qualche motivo ne ero convinta.
Era da tanto tempo che non mi sentivo cosi' viva e...piu' me stessa.
"Tu non mi hai rovinato la vita, me l'hai cambiata. E in meglio. Per tanto di quel tempo non ho mai avuto la possibilita' di mostrare chi ero veramente: ogni volta che facevo un passo verso la mia linea del traguardo la vita mi metteva davanti un ostacolo che non potevo fare a meno di evitare, perche' se lo avessi affrontato inevitabilmente qualcuno si sarebbe fatto male e non me lo sarei mai perdonato. Ma adesso, anche se ho avuto situazioni migliori, rifarei tutto d'accapo se significasse arrivare a questo punto.", disse Betty.
Per prima cosa sbottonai la mia camicia e me la tolsi, mettendo in bella vista il mio reggiseno col pizzo. Non ci staccavamo di dosso mentre cercavamo di ragggiungere il letto, per poco non rimasi senza respiro. Il letto su cui ci ervamo buttate era morbido come lo era sempre stato, neanche mi ero accorta che oggi mamma aveva lavato le lenzuola con il detersivo alla vaniglia, il mio profumo preferito. "Vuoi farlo davvero, stanotte?", ansimai.
"Che senso avrebbe aspetare dopo tutto questo?", disse Betty.
Per risposta la baciai, e poi lei si tolse la maglietta. A questo punto e' meglio se vi risparmio i dettagli di cio' che era successo quella notte del 4 gennaio 2019, altrimenti non vorreste andare avanti.
Fatto sta che quella sera io, Gemma Lopez, avevo perso la verginita' con Elizabeth Cordero. Non me ne sarei mai pentita, neanche tra quarant'anni. So bene che puo' sembrare un'affermazione assurda ma era da tanto tempo che non mi sentivo davvero felice, anche se tra me e lei non avrebbe funziontato sicuramente non si scorda un'emozione tanto forte. Poco tempo dopo il telefono di Betty squillo', e quel momento di felicita' fini'. "Si',...cosa?!" E mi sprono' ad alzarmi. "Corri, Rick e' in pericolo."
STAI LEGGENDO
Renaissance. La voce di tutti
Narrativa generaleTrasferitasi da poco nella nuova scuola, Kylie ancora non riesce a comprendere perché gli insegnanti odino tanto i gli omosessuali. Lei non è lesbica, ma dentro di sé sa che questo non è giusto. Così decide di formare una band che suoni ancora una...