Sirius Black: Incontri all'Ikea

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L'IKEA aveva mai rapito dei bambini?

Insomma, non che t/n ne sapesse.

In qualunque caso il suo fratellino, Mark, sembrava svanito nel nulla. Era ormai qualcosa come venti minuti che girovagava per scaffali e mobili senza successo.

Ma che bella idea che aveva avuto sua madre, ad obbligarla a portare Mark all'Ikea per cercare la sua nuova cameretta.

«Sarà divertente» aveva detto, ridacchiando sotto i baffi, «ormai sei abbastanza grande da cavartela da sola». T/n sapeva che si stava pregustando un pomeriggio tranquillo in casa da sola. E sì, certo, coi suoi 18 anni era grande abbastanza per prendere i mezzi, bere, uscire la sera e guardare film a luci rosse, ma non per prendersi cura di un altro essere umano.

No, non sarebbe mai stata abbastanza grande per quello.

«Mark! Ma dove sei finito!» esclamò sfinita. L'unica opzione rimasta era andare in una delle casse e chiedere cortesemente di parlare nell'altoparlante, ma, già lo sapeva, Mark si sarebbe divertito ancora di più nel nascondersi.

Poi andò a sbattere contro qualcosa di così duro da immaginare fosse un muro, o uno dei tanti armadi che la circondavano.

«Oh, ti sei fatta male?»

Ma gli armadi non parlano.

T/n alzò gli occhi verso il soffitto, solo per vedere un bagliore bianco seguito da un grigio intenso pari al colore delle tempeste. Un ragazzo dai lunghi capelli neri la stava fissando incuriosito.

«Felpato! Ma lo vedi dove cammini o no? Sei andato addosso alla signorina!» disse qualcun altro dietro di lui, per poi scoppiare a ridere.

«No, non è niente, anzi è colpa mia» balbettò t/n, staccandosi e lisciandosi la maglietta stropicciata. Di fianco al ragazzo di nome Felpato, o forse era un nomignolo?, c'era un altro ragazzo che sarebbe stato alto se non fosse stato piegato in due, in preda alle risate. Indossava degli occhiali rotondi dalla montatura sottile che sarebbero caduti se con un dito non se li fosse riposizionati sul naso.

«Cavolo, il sangue ti sta bene addosso» mormorò il ragazzo dai capelli neri contro cui t/n era andata a sbattere. La ragazza tentò di dare un senso alla frase, poi sbatté un paio di volte le ciglia e corrugò le sopracciglia.

«Come scusa?»

«Il sangue, stai sanguinando» affermò, indicando un punto vago sul viso della ragazza. Lei si toccò sotto il naso, per poi guardare le sue dita sporche di sangue. Il sangue...no, non ancora...

T/n si svegliò pochi secondi dopo, circondata da braccia forti.

«Sai, se volevi attirare la mia attenzione non c'era bisogno di ricorrere a misure così drastiche». T/n si staccò subito, mentre sul viso di Felpato si allungava un ghigno malizioso. Si toccò di nuovo il naso, ma sia la sensazione di bagnato sia l'odore ferroso del sangue era scomparso.

«Ma come...»

«L'ho abbiamo pulito» rispose il ragazzo occhialuto alla sua muta domanda, rimettendosi in tasca una specie di legnetto lungo quanto un avambraccio decorato con strani disegni. Il ragazzo notò lo sguardo di lei, e i suoi occhi brillarono. «Senti, a proposito, mi spieghi cosa i babbani ci trovino di tanto divertente in posti del genere?»

«Babba...cosa?» chiese T/n, per poi ricordarsi che aveva qualcuno da trovare. «Non ho tempo adesso, scusate. Anzi ne ho perso già abbastanza. Devo trovare una persona». Girò i tacchi facendo dietro front e arrivò alla fine del corridoio, toccandosi di nuovo il naso per assicurarsi che tutto il sangue fosse scomparso. Poi si fermò e si girò di nuovo, guardando i due ragazzi. Non si erano allontanati, ma stavano osservando le ceste di vimini che si trovavano impilate negli scaffali alla loro sinistra. Il ragazzo con gli occhiali ne prese una e se la mise in testa. Poi girò un paio di volte la testa e chiese: «sono scomparso?».

T/n non voleva avere a che fare con quei tipi strani, ma forse il loro aiuto si sarebbe rivelato opportuno. Dopotutto, sei occhi erano meglio di due.

«Ehy, voi due?» chiese, «non è che da qualche parte avete visto un bambino di sei anni con una maglietta di Spiderman?»

«Una maglietta di cosa?»

«Oh ma dove vivete voi due, nel Medioevo? L'avete visto o no?»

I due ragazzi si guardarono perplessi, poi scossero la testa entrambi.

«Perfetto.» T/n girò di nuovo i tacchi e se ne andò a passo spedito. Evidentemente loro non potevano esserle di alcuna utilità.

«Aspetta!», il ragazzo dai capelli neri la rincorse e le prese il polso prima che lei potesse andare via. T/n lo guardò con un sopracciglio alzato. «Mi chiamo Sirius»

«E questo come potrebbe aiutarmi?»

«Stai cercando qualcuno?»

«No, ma dai, che perspicacia».

Sirius e James, dopo essersi presentati, iniziarono a farle domande su suo fratello e su dove l'aveva visto l'ultima volta. Sembravano interessati e davvero desiderosi di aiutare, cosa che t/n non credeva possibile vedendo il tipo di ragazzi.

Dopo non meno tre quarti d'ora di ricerca, Mark fu trovato all'interno di un sottoscala arredato con cuscini, addormentato. T/n lo prese in braccio con delicatezza, lasciandogli un dolce bacio trai capelli prima di girarsi verso i suoi nuovi strani amici.

«Grazie» mormorò, facendo un sorriso tirato e stanco, «non so cosa avrei fatto senza di voi».

James alzò le spalle con un ghigno divertito sul viso.

«Felice di essere stati d'aiuto ad una bella ragazza».

Il viso di t/n passò dal suo consueto pallore ad un rosso acceso, e abbassò lo sguardo sorridendo verso il fratellino. Si avviarono tutti e tre verso l'uscita, in silenzio e con mille pensieri per la testa.

«Beh, io vado a casa» mormorò t/n, ancora rossa e imbarazzata. «E' stato un piacere conoscervi»

«Sono sicuro che ci rivedremo» affermò Sirius, con una strana luce negli occhi. Si avvicinò alla ragazza come per lasciarle un bacio sulla guancia, ma si fermò non appena vide t/n fare un passo indietro. Giustamente, non c'era ragione per cui sarebbe dovuta rimanere ferma. Ancora non lo conosceva bene.

«Ciao!» esclamò James, stanco della situazione, prendendo per il braccio Sirius e tirandolo via. T/n si incamminò dalla parte opposta con un vago sorriso sulle labbra, poi lanciò uno sguardo dietro la sua spalla per vedere in che direzione fossero andati, ma i due ragazzi erano già spariti.

Fine prima parte

SPAZIO MEEE

Eccomi di nuovo, buongiorno!

Boh, non so come mi sia venuta questa idea ma mi andava di scriverla. Probabilmente la seconda parte sarà un filo più interessante.

Non vorrei gufarmela ma quasi quasi ci scrivo una storia intera basandomi su questo concetto. Ma vedremo in futuro!

Non mi dilungo oltre, lasciatemi un commento e una stellina nel caso vi fosse piaciuto.

Un bacio!

Immagina, puoi. /Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora