Chapter 18: Pure i cani?!

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-E-Ehi...qualcuno mi sente?!- gridai asciugando le continue lacrime che scendevano dai miei occhi.

-perché nessuno risponde?-
-non mi lasciate sola con lui! È cattivo,mi vuole fare male ha detto!- continuai ad urlare,quasi a rimanere senza fiato.

-aiutatemi...- mormorai guardando il vuoto dinanzi a me.
-SALVATEMI! AIUTATEMI!-

Lui si fece sempre più vicino.
Era sempre affianco a me,non mi abbandonava mai.
Lui sì che era un'amico.

Non mi aveva mai lasciata da sola,ma papà continuava a dire di smetterla di parlare con lui.
-Stai lontano...-

Era mio amico...ma a volte mi faceva paura la sua faccia...
-non ti avvicinare...-

In realtà non aveva la faccia.
Era privo delle caratteristiche di un normale viso umano.
Era anche alto,molto alto.
Toccava il soffitto con la testa.
-cosa vuoi da me...-

Lui giocava sempre con me.
Erano strani questi giochi,però lui diceva che erano divertenti e che se non giocavo con lui sarebbe successo qualcosa di brutto.
-vattene...-

L'ultima volta non è finita tanto bene...
Mi aveva ordinato di saltare dal ponticello che collegava il fiume,ma io non sapevo nuotare.
Quindi mi ha detto di spingerci qualcun altro,e che se non l'avessi fatto,mi avrebbe messo in punizione.
-vai via di qui...-

Portava sempre un abito elegante,credo si chiamino smoking,ma non lo sapevo visto che papà non me lo aveva mai insegnato.
-NON AVVICINARTI!-

Non riuscivo a dormire molto bene,così lui prima della nanna si proponeva sempre di aiutarmi a sognare cose belle.
Così iniziavo a sentire una strana pressione sul collo,che si faceva sempre più forte.
-perché io...-

Questa pressione mi toglieva sempre il respiro,ma non sapevo cosa significasse non respirare.
-perché hai scelto me...

Poi un giorno successe una cosa più strana degli altri.
Mi svegliai e come sempre lo trovai sulla sedia accanto a me,mentre mi fissava con i suoi occhi inesistenti.

Però quel giorno era diverso,quel giorno sul suo bianco viso vuoto era dipinto un sorriso.
Era strano quel sorriso,sembrava disegnato con un pennarello rosso.

Pensai avesse usato le mie tempere preferite,così scattai in piedi,cercando il colorante rosso e notando che invece non era stato toccato da lui.
Chissà dove ha preso la pittura rossa.

-morire? Che cos'è?- chiesi a lui.
Continuò a guardarmi dall'alto,inclinando la testa in modo inquietante.
-devo morire? Ma cosa significa?-

Si voltò verso un tavolino nella mia stanza,completamente vuoto.
O almeno prima era vuoto.

Mi indicò di prendere ciò che era appoggiato sopra,ed ubbidii,mettendomi in piedi ed avvicinandomi alla scrivania in legno.

Afferrai il coltello dal manico nero,e iniziai a maneggiarlo confusa.
-cosa devo farci?- si avvicinò a me,abbassandosi alla mia altezza,cosa che risultò impossibile per lui.

Poi mi prese la mano,e chiudendo tutte le dita,né lascio solo una ancora diritta.
Trascinò quel dito in mezzo alla mia pancia,picchiettandoci sopra.

-Ah,ho capito!- presi il coltello con le due mani,essendo troppo pesante per un corpo piccolo e fragile come il mio.
Lo trascinai con la punta rivolta verso la mia pancia,ed alzai gli occhi su di lui.

Wonderland || bnhaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora