Riccardo
"La smetti di fare su e giù? Mi sta venendo mal di testa"
Matteo non fa altro che rendermi ancora più nervoso. Se ne sta seduto sul divano a prendermi per il culo da un'ora buona.
"E tu non hai altro da fare oggi che sfottere me?"
"Per tua sfortuna no" e ride come uno scemo.
"Ma quando arriva Isa, faremo tardi così" e guardo per la centesima volta lo schermo del cellulare per verificare l'orario.
"Ma vuoi calmarti? Non devi mica andare dal dottore, vai da tuo padre"
"Sì peccato che lo conosco da pochi mesi e non ho idea di come comportarmi. Sono nervoso e spaventato come quando sono andato sulla tua bici senza rotelle la prima volta" e continuo a camminare su e giù per il salotto.
"Me lo ricordo quel giorno, eri così nervoso che sei caduto rovinosamente per terra dopo pochi metri. Che botta hai preso" e sorride al ricordo di quel momento passato.
"Appunto! Ogni volta riesco a combinare un disastro dietro l'altro maledizione"
"Ma avevi otto anni allora"
"Perché invece crescendo le cose sono andate molto meglio" ribatto sarcastico.
"Riccardo basta pensare a ciò che è stato. Stai andando avanti e se posso dirtelo con tuo padre hai già affrontato uno scoglio enorme decidendo di volerlo di nuovo nella tua vita per cui piantala di essere nervoso e goditi questo affetto ritrovato"
Smetto il mio passeggio nervoso e mi siedo sul divano anche io.
"Grazie" gli dico.
"Per?"
"Anche tu sei un affetto ritrovato"
Sorride: "Meno male per te altrimenti a quest'ora non potevi mica ingrassare come stai facendo"
"Tua madre cucina delle torte pazzesche non è mica colpa mia"
"Attento che se continui così ti chiederemo di pagare anche vitto e alloggio. Hai una fame spropositata"
"Ma smettila" prendo un cuscino dal divano e glielo tiro addosso.
"Isa non te lo dice ma guarda che è vero, mangi davvero troppo"
"Isa è solo ben contenta di vedermi mangiare. Non vedeva l'ora"
"Sì certo, richiediglielo tra venti chili in più"
Prendo un altro cuscino e stavolta glielo tiro in faccia.
"Ma vai a quel paese"
"Ti stanno proprio antipatici questi cuscini"
E me li rilancia tutte e due addosso ridendo come lo scemo che è.Nel frattempo la porta si apre e Isabella fa il suo ingresso insieme a Liliana.
"Posso sapere che cosa vi hanno fatto i miei cuscini?" Domanda quest'ultima.
"Nulla" rispondiamo insieme.
Mi alzo e saluto Isa con un bacio veloce sulle labbra.
"Riccardo era nervoso e ha voluto fare a cuscinate"
"Ma sentitelo che dà la colpa a me adesso"
"Certe cose non cambiano mai. Voi due vi comportate esattamente come da bambini"
Sorride Liliana guardandoci e poi si avvia verso la sua camera per cambiarsi.
"Sei pronta?" Chiedo ad Isa accanto a me.
"Sì certo e tu?"
"Per niente, ma voglio andare"
"E allora andiamo"
"Buona fortuna" mi grida Matteo prima che io possa chiudere la porta."Vuoi entrare?"
Sì, è la risposta. Voglio entrare, ma sto fissando da dieci minuti il cancello della casa di Adriano.
È una bella casa, a due piani, color tortora e oltre il cancello c'è un portico con due poltrone ed un tavolino in vimini ( molto simile a quello di casa del nonno), mentre a sinistra si intravede un pezzo di giardino ben curato.
"Adriano cura il giardino da sé, coltiva il basilico che mette sulla pizza lui stesso e poi dalla parte di dietro ha anche i pomodori. È fissato con queste cose"
Mio padre fa pure il coltivatore mentre io non so distinguere il basilico da una qualsiasi altra pianta normale.Respiro e busso.
Il cancello ci mette tre secondi ad aprirsi. Prendo la mano di Isa per rilassarmi ed entro mentre mio padre è sulla porta ad aspettarci.
"Eccovi finalmente"
"Ciao" dico appena.
Sembro un rimbambito che non sa parlare.
Lui mi guarda e sorride, sembra felice di vedermi.
"Dai su, entriamo che fuori fa freddo, siamo in inverno ancora ed io ho voglio la cioccolata che ci hai promesso caro il mio Adriano"
"Non ti preoccupare cara la mia Isabella, stavo aspettando solo voi due"Non è la prima volta che rivedo Adriano, dopo quel giorno alla casa al mare. Ma è stato per lo più al ristorante o a casa di Isabella e non so perché lì mi sentivo meno nervoso di ora. Forse c'erano altre persone, forse perché venire qui, vedere la sua casa, mi dà la sensazione di poter entrare davvero a fare parte della sua vita e lui della mia.
Isa l'ho portata con me solo per accompagnarmi, perché ancora da solo ho paura di non saperlo affrontare l'affetto che sento per mio padre anche se lo conosco ancora troppo poco.
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C'È IL MONDO DENTRO I TUOI OCCHI
Roman d'amour"Riccardo, solo del mio nome ero sicuro, ma la verità è che io non so cosa e chi sono, non l'ho mai saputo davvero. Quando ero piccolo ero un bambino, ma è durato poco, perché mio padre ha deciso troppo presto di abbandonare me e mia madre. Credo n...