Il capitolo l'ho scritto e riletto con questa canzone a farmi compagnia. Per cui se volete potete fare come ho fatto io. Premere play e poi leggere. E se la canzone finisce premete play di nuovo e così fino alla fine. Grazie e buona lettura.
Torno a casa che è ormai tardi. Camminare mi ha calmato, ma la sensazione di fastidio per Adriano non si attenua. Ho tentato di ripetermi che ho sbagliato, che ho esagerato, perché alla fine, anche se invadente, non ha detto nulla di diverso da quella che è la realtà, ma non riesco a far tacere la voce dentro che mi dice che in fondo lui un po' lo scontro l'ha cercato ed il pugno se lo è meritato tutto. Non so perché, ma sono convinto di non essere gradito al "gran pizzaiolo", e sicuramente sarà tutta colpa del cognome che mi porto addosso. Ma sono stanco di pagare per lui, sono stanco di vergognarmi al solo sentirlo pronunciare e sono stanco che questo mi faccia male ogni volta. Io me lo toglierei se potessi, così forse tutto finirebbe, tutto smetterebbe.
E mai come stasera, mentre entro in casa, vorrei saperlo il cognome di colui che mi ha messo al mondo. Forse per odiarlo, forse per sentirmi finalmente un altro rispetto a ciò che sono sempre stato, per sentirmi libero da una vita che io non ho mai scelto.Entro attento a non far rumore, ma mi accorgo subito di non essere stato l'unico a fare tardi oggi. La luce della cucina è accesa e sento delle voci discutere, una appartiene a mia madre ma ne sento un'altra che non riesco a riconoscere. È tardi, forse mia madre è tornata alle solite abitudini e qualcuna delle cameriere deve averla beccata ubriaca, ma mi sembra strano che si sia presa anche la briga di farle una bella ramanzina. Mi avvicino e la voce di mia madre si fa sempre più chiara e nervosa:
"Io farò quello che voglio, non mi serve il tuo permesso. Ti ho concesso di controllare la mia vita già per troppo tempo"
"E sentiamo cosa vorresti fare?" E lo riconosco subito ora mio nonno ed il suo tono di voce.
"Andare via da qui prima di ogni cosa"
Mia madre vuole andarsene? E quando l'avrebbe deciso?
"Oh ma che grande idea e dove vorresti andare esattamente? Senza di me non hai niente" mio nonno e le sue domande che domande non sono. Lui sa esattamente la risposta ad ogni quesito che pone. La sua è retorica. E quanto si diverte.
"Ti sbagli e lo sai benissimo. Io ho tutto. Tutto quello che mi serve"
È decisa mia madre, non ha paura di lui. Lo sento dal tono di voce che usa, dal modo sicuro in cui parla. Non l'ho mai sentita così, anche quando era lucida era sempre spenta. Girava per casa persa, chiusa nel suo mondo chissà dove, era lì ma non c'era mai davvero.
"Davvero? E come pensi di vivere? Andrai a fare la mendicante per strada?" Insiste mio nonno.
"Quello che farò e come lo farò non è affar tuo papà"
La porta della cucina è semi aperta, non si vede tutta la stanza ma solo una parte e vedo mia madre in piedi accanto al tavolo che guarda dritta davanti a sé. Mi avvicino di più, voglio sentire tutto, voglio sapere che intenzioni ha mia madre, voglio sapere dove vuole andare, voglio sapere se per davvero mi volterà ancora una volta le spalle.
"Tu non sei in grado di muovere un passo senza cadere. Non sei in grado di badare a te stessa ed in tutti questi anni lo hai dimostrato. Cosa credi che basti semplicemente vestirsi decentemente, essere lucida qualche giorno e tutto andrà a posto?"
Sento il rumore di una sedia che striscia e ora vedo bene anche mio nonno.
"No, non lo credo per niente. Tu non hai idea di quanto sia difficile per me lottare contro questa maledetta voglia di prendere una bottiglia e berla fino a svenire. Non hai idea di quanto sia difficile raccontarsi, mettersi a nudo di fronte a degli estranei, vergognarsi di quello che si è e tentare di lavorare su sé stessi per non esserlo più"
Mia madre si vergogna? Sta lavorando su sé stessa?
Vorrebbe bere ma non lo fa.
Mai avrei pensato di sentirle dire queste cose, l'ho sperato tante volte da piccolo ma sono sempre stato deluso. Lei non lo ha mai fatto. E lo so che dirlo non vuol dire farlo, ma ora credo sia diverso. La guardo in viso e lo vedo che soffre, lo vedo che è combattuta, lo vedo che anche lei sta combattendo una guerra, la stessa che sto combattendo io. Non vuole più essere quella che era proprio come me e lo so che è vero, nei suoi occhi mi sembra di vederlo il dolore che ho imparato anche io a conoscere.
"Fai bene a vergognarti. In tutti questi anni io non ho fatto altro che rimediare ai tuoi casini. Ho pagato i proprietari dei bar dove eri solita andare perché stessero zitti, stessa cosa con gli ospedali ogni volta che ci finivi dentro svenuta per lo schifo che ingerivi. Se non fosse stato per me tutti saprebbero che razza di persona è mia figlia. Un'ubriaca incapace che si è rovinata per un uomo che non l'ha mai amata, un vigliacco che l'ha abbandonata con un figlio che nessuno ha mai voluto"
Ed è forte il rumore dello schiaffo che la mano di mia madre stampa sulla faccia di mio nonno, rimbomba nel silenzio di questa casa così come nella mia testa rimbomba il suono di quella frase detta con un disprezzo che sa piegare.
"Un figlio che nessuno ha mai voluto"
Questo sono sempre stato.
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C'È IL MONDO DENTRO I TUOI OCCHI
Romance"Riccardo, solo del mio nome ero sicuro, ma la verità è che io non so cosa e chi sono, non l'ho mai saputo davvero. Quando ero piccolo ero un bambino, ma è durato poco, perché mio padre ha deciso troppo presto di abbandonare me e mia madre. Credo n...