Sei tu

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Sono un casino.
La mia famiglia è un casino.
La mia vita è un casino.
Pensavo di aver ritrovato mia madre stamattina invece non è mai stata così lontana come adesso.
Ho scoperto chi è mio padre e per lui provo solo tanta rabbia. Non c'era e non mi interessa se non è stata solo colpa sua, non c'era comunque.
Arianna, anche lei mi ha mentito, anche lei che mi ha cresciuto è entrata a far parte di tutto questo. Di una vita che è soltanto una grande farsa.
E non era così che doveva andare oggi, non era questo che doveva succedere.
Ma mentre sono qui abbracciato, intrecciato, incastrato con il corpo di Isabella, non ci penso al mio casino, non penso a niente. Solo al calore del suo corpo contro il mio e questo nostro momento inaspettato diventa la cosa più vicina ad un attimo di felicità.
Mi stringo un po' più forte a lei perché questi attimi sono solo attimi, pronti a fuggire via appena ti distrai ed io non voglio accada. Ora che ho trovato il mio di attimo non voglio che finisca, non voglio che passi, voglio che stia qui, vicino a me. Voglio che mi resti impresso dentro, come un marchio inciso a fuoco, così da potermici aggrappare quando il mio casino tornerà a farsi sentire, rubandomi un attimo che non posso dimenticare.
Isabella non si muove, si lascia stringere. Sembra che anche lei stia bene ferma, incastrata in questo nostro attimo di felicità.

"Riccardo?"
"Sì?"
"Ho paura"
"Di me?"
Alzo il viso dal suo seno per guardarla meglio negli occhi. Ed eccola lì la paura che dice di provare ora, la riconosco. È uguale alla mia.
"Di quello che provo"
"Anche io" le rispondo fissandola, per non perdermi niente della bellezza che Isa si porta dentro.
"Cosa provi tu?" Mi domanda.
Nulla. Questa una volta sarebbe stata la mia risposta. Nulla.
Io non ho mai provato nulla dopo aver fatto sesso, mi prendevo ciò che volevo senza esitazione, senza parole, senza emozione.
La mia mano si muove, raggiunge i lunghi capelli di Isa ed intreccio una ciocca tra le mie dita.
"Io non ho mai provato nulla. Non ne sono mai stato in grado. Troppi vuoti da riempire e nessuno con cui farlo. Ho creduto di non meritare ciò che mi mancava, lo credo anche ora"
Lei mi guarda dura, ma come sempre più decisa di me.
"Non è vero che non meriti niente. Smettila di ripeterlo"
"È così, non lo merito. E per quanto tutti continuate a ripetere che non è vero, io non posso fare a meno di pensarlo ed è per questo che tu mi fai paura Isabella. Sei arrivata, mi hai guardato, hai allontanato il giudizio, hai detto che dovevo smetterla di piangermi addosso. Ti sei arrabbiata con me, hai cantato con me, hai sorriso con me. Hai lasciato che mi avvicinassi, che ti baciassi e oggi mi hai dato una parte di te. È questo mi spaventa da morire"
Isa mi cattura il viso con le sue mani piccole ma ferme: "Io l'ho fatto perché il Riccardo che vedo io, quello con cui mi sono arrabbiata, quello con cui ho cantato, sorriso, quello che mi ha baciata, quello a cui ho dato una parte di me, è esattamente il ragazzo che voglio"
Me.
Isa vuole me.
Ed è proprio questo a terrorizzarmi.
"Com'è possibile? Tu non dovresti volere me,tu dovresti stare lontano da me. Io rischio di distruggere tutto quello che tocco" 
"Io non voglio starti lontano. E fino ad ora l'unica persona che hai distrutto sei tu. Io non ho paura di te e non mi convincerai del contrario"
"Isa..." sospiro poggiando la mia fronte alla sua: "sono io che ho paura di me. Tu, qui accanto a me, sei il mio attimo di felicità e mi spaventa l'idea di poterti fare del male. Oggi, su questo pavimento, siamo stati una cosa sola ed io ti ho sentita ovunque dentro. Non so cosa siamo io e te, forse niente, forse tutto e sapere che sono io ciò che vuoi mi terrorizza perché anche io voglio te, ma non so starci insieme a qualcuno io, non so come si fa"
"Neanche io so come si fa. Non ho mai avuto nessuno prima di te e ti ho scelto perché io lo so che tu non mi farai del male, lo vedo quando mi guardi con i tuoi occhi come il ghiaccio che non mi trasmettono freddo ma un calore di cui non voglio fare a meno"
Non hai mai avuto nessuno prima di me Isabella.
E ha scelto.
Ha scelto me.
"Nessuno ha mai scelto me"
"Nessuno ha mai scelto neanche me"
E sorrido perché Isabella forse non lo sa, o forse lo sa troppo bene che mi sta facendo sentire normale, non sbagliato, non a brandelli, non distrutto, ma normale.
Semplicemente Riccardo.
Un ragazzo.
Ma non uno qualunque.
Uno che lei ha voluto.
Quello che lei ha scelto.
"Anche io ti sto scegliendo Isabella" le dico a fior di labbra: "e non posso prometterti nulla, ma solo che ci proverò ad essere il ragazzo che hai scelto"
"Ci proveremo insieme"

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