Terra degli uomini

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Perdonate il ritardo nell'aggiornamento ma purtroppo le vacanze sono finite e ora gli impegni si fanno sentire.
Cercherò di fare quello che posso per continuare a raccontarvi questa storia.
Un abbraccio.
Buona lettura.

Ci sono momenti che abbiamo vissuto ma che non ricordiamo più.
Eppure sono lì.
Da qualche parte dentro di noi.
Solo che sono nascosti talmente bene che li dimentichiamo.
Come se non gli avessimo mai vissuti.
Come se non ci fossero mai stati.
Come se non fossimo noi i protagonisti di quegli attimi dimenticati.

Te lo ricordi il primo sogno che hai fatto?
E la prima volta che hai aperto gli occhi?
E Il primo abbraccio?
E La prima lacrima?
E Il primo sorriso?
E la prima volta che hai camminato?
E la tua prima parola?

Questi sono momenti che abbiamo vissuto ma che non ricordiamo più.
Eppure sono lì.
Da qualche parte dentro di noi.
Solo che sono nascosti talmente bene che li abbiamo dimenticati.
Come se non gli avessimo mai vissuti.
Come se non ci fossero mai stati.
Come se non fossimo stati noi i protagonisti di quegli attimi ormai dimenticati.

Ma ora, ora che ho chiuso gli occhi, me lo ricordo il primo sogno che ho fatto.
Ero piccolo, ero solo e avevo sognato semplicemente di non esserlo più.
È così è stato.
Un bimbo con gli occhi azzurri, troppo chiari e felici, mi si è avvicinato e mi ha tirati il suo pallone.
Io l'ho guardato e lui ha guardato me.
Poi mi ha sorriso e con la sua vocina tutta pepe mi ha domandato: "Bè che aspetti? Non sai giocare a pallone?"
"Certo che so giocare" ho risposto tutto stizzito come sono sempre stato.

Non ero dolce.
Non ero allegro.
Ero solo un bimbo spaventato e perso.
"Allora gioca con me"
Ed io sorpreso che qualcuno volesse la mia compagnia l'ho guardato stranito come se fosse lui quello strano e non io, che facevo domande che i bambini a quell'età non dovrebbero farsi mai.
"Perché vuoi giocare con me?"
"Perché nessuno lo fa" rimasi sorpreso da quella risposta. Mi sembrava la frase più brutta che qualcuno potesse dire, perché da piccoli ci sono tante cose che non possiamo capire, la nostra età non ce lo permette, ma non siamo stupidi e a volte è proprio la nostra sensibilità mista alla nostra ingenuità che ci permette di arrivare dove i grandi non arrivano più. E quelle parole che avevo sentito significavano che lui voleva giocare con me solo perché era dispiaciuto, non perché lo volesse davvero.
"Tu vuoi giocare con me solo perché ti dispiace per me, non vuoi essere mio amico davvero" e gli tirai una spinta.
Sempre pronto ad attaccare per primo io.
Sempre pronto a ferire per non ferirmi.

"Ma cosa fai? Io voglio giocare con te ed essere tuo amico perché il mio secondo papà, quello che mi vuole bene, mi dice sempre che le persone silenziose, che hanno gli occhi tristi, un po' arrabbiati e ammaccati spesso nascondono gli animi più belli"
E di nuovo il me bambino rimase sorpreso.
Un animo bello.
Questo ero sembrato io a quel bimbo occhi cielo.
"E cosa è un animo bello?"
"Una persona che nasconde un mondo dentro di sé. Un mondo fatto di sogni da vivere, di sorrisi da cercare e di attimi da non dimenticare. Non so esattamente cosa voglia dire ma il mio secondo papà dice che crescendo lo capirò e capirò di esserlo anche io"
"Un animo bello?"
"Sì, un animo bello"
"Perché non lo sei?"
"Il mio primo papà non tornerà più, lui non mi voleva bene e io ho desiderato tanto che se ne andasse via per sempre. E lui lo ha fatto e ho paura che sia colpa mia"
E poi è diventato silenzioso, i suoi occhi sono diventati tristi, un po' arrabbiati e ammaccati.
"Anche il mio papà non tornerà più, lui non mi voleva bene ma io ho desiderato tanto che tornasse. Ma lui non lo ha fatto e ho paura che sia colpa mia"

Noi, due bimbi sconosciuti, ci portavamo addosso un senso di colpa che non doveva essere il nostro.
E nelle parole che ci eravamo scambiati c'era tutto il nostro mondo, troppo grande per noi che eravamo così piccoli.
"Se vuoi il mio secondo papà può essere anche il tuo"
E di nuovo quel bimbo tutto ricci mi sorprese.
Neanche mi conosceva e voleva dividere con me il suo secondo papà. Quello che gli voleva bene, quello che lo aveva fatto avvicinare a un bimbo come me. Triste, un po' arrabbiato, ammaccato, ma con un animo bello. 
"Mi sa che il tuo secondo papà ha ragione. Tu sei un animo bello" 
"Tu dici?" Mi chiese.
"Sei qui che vuoi giocare con me"
E sorrise di nuovo.
"Mi sa che il mio secondo papà ha ragione. Anche tu sei un animo bello"
"Tu dici?" Gli chiesi.
"Sei qui che vuoi giocare con me"
E sorrisi per la prima volta con quel bimbo tutto ricci dagli occhi più azzurri del cielo.
"Dai, ora giochiamo a pallone"

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