Capitolo 16

1.3K 62 38
                                    

Diversità

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Diversità.
Una parola che da sempre mi ha affascinata e a pronunciarla potrebbe sembrare quasi il dolce suono di una melodia. Essere diversi è un lusso che la società di oggi difficilmente si può permettere, perché la maggior parte è ormai abituata a seguire la massa.

Per me diversità significa seguire le proprie idee, avere personalità da vendere e soprattutto significa saper stare soli.
È ormai all'ordine del giorno vedere in giro persone che si accontentano di amicizie e amori mediocri, o addirittura fingono di provare un qualsiasi sentimento solo per la paura di rimanere un giorno da soli. Ed io penso che la vera solitudine sia proprio questa, quando sei in mezzo a mille persone che definisci "amici" ma nella realtà sai benissimo che sono solo conoscenti.

Maschere che coprono centinaia di volti che vorrebbero mettersi in gioco ma si sentono bloccati da quell'armatura che devono indossare per salvare quella che viene definita "apparenza".

Diversità è sinonimo di bellezza, ma tante persone non sono ancora pronte ad affrontare quest'argomento.

Io mi sento diversa, ma nonostante ciò, a volte vorrei provare a migliorare degli aspetti che tanto odio del mio carattere... vorrei a volte provare ad essere anch'io un'altra persona.
Ammiro chi riesce a mostrare le proprie emozioni soprattutto nei riguardi delle persone che amano più di qualsiasi altra cosa al mondo, come la famiglia.
Io invece, non riesco mai a farlo. Vorrei, potrei provarci, ma mi sento bloccata.
Vorrei abbracciare improvvisamente mio padre che torna stanco da lavoro e fare lo stesso con mia madre, ma questo significherebbe mostrare le proprie emozioni... e io non riesco a farlo.

Il telefono inizia a vibrare e appena guardo il display noto con stupore che a cercarmi è Denise.
Dopo la notte all'Amnesia non l'ho più sentita, le rovinai la serata per l'ennesima volta e ancora adesso mi sento in colpa, sicuramente ce l'avrà con me.

Appena rispondo, sento la mia amica con una voce completamente impastata di alcol e singhiozzi, così cerco di farmi dire in tutti i modi possibili dove si trova in questo momento e riesco a capire solamente qualche parola biascicata dove dice 'Bora', ed io subito capisco che si riferisce al locale di Nicholas. Le ordino di non muoversi da lì e fortunatamente noto che mi da ascolto urlando 'va bene' così tanto forte da farmi allontanare il telefono dall'orecchio.

Appena termino la telefonata, Nicholas mi chiede cosa stesse accadendo ed io subito gli dico della disavventura della mia amica. Ci ricomponiamo velocemente ed usciamo in fretta e furia dalla camera. Adesso ci troviamo all'entrata, vicino ad uno dei tizi che prima mi ha dato la maschera e vedo Nicholas avvicinarsi all'orecchio della tipa che per me ha un qualcosa di familiare, anche se c'è la maschera a coprire maggior parte del viso, sono sicura che da qualche parte l'abbia già vista. La scruto meglio e finalmente capisco di chi si tratta.
È la famosa cugina-cameriera che l'altro giorno lo stava abbracciando. E' mora, corporatura esile e riesco ad intravedere da sopra la maschera lo stesso colore degli occhi di Nicholas.

Riscaldami l'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora