Capitolo 6

2.2K 113 59
                                    

La vigilia di Natale è alle porte e sono in parte felice e in parte malinconica

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La vigilia di Natale è alle porte e sono in parte felice e in parte malinconica. Questo periodo è bello perché ammetto che mi piace essere contornata da numerosi luccichii colorati, grandi alberi che si illuminano di colori fantasiosi, persone travestite da babbo natale che stampano sorrisi sia ai più piccoli che ai più grandi, i film natalizi che mettono di buonumore e i regali da scartare. Ma nonostante ciò, per me è anche triste perché nel momento in cui siamo tutti riuniti, mi ricorda ancor di più Ginevra e i miei nonni.

Porto nervosamente una sigaretta tra le mie labbra e l'accendo in un istante, come se avessi il forte bisogno di un bel po' di nicotina nei miei polmoni.
Mi appoggio a peso morto sulla sedia di pelle che troneggia vicino la finestra in camera mia, e resto a guardare il leggero venticello che fa ondeggiare come piccole e innocenti onde del mare le foglie degli alberi, mentre i miei pensieri si intrecciano come se non avessero scampo. Le immagini di Alexander tra le mie cosce, il sapore dolce e unico delle sue labbra sulle mie e il potere di chi si prende tutto senza nemmeno chiederti il permesso.

Io non posso scappare da lui, perché in un modo o nell'altro ci ritroveremo sempre.

In pochi e avidi tiri la sigaretta è già finita. Ho bisogno di parlare con qualcuno di quello che è successo, perché per quanto io possa essere riservata sulla mia vita privata, ho pur sempre bisogno di una persona che mi ascolti, di qualcuno con cui confidarmi.

Senza pensarci due volte, chiamo Lu e inizio a raccontarle tutto. Le domande che mi pone sono numerose così come le sue grida di gioia che hanno quasi perforato i miei timpani.
Appena termino la chiamata, mi arriva un messaggio da parte di mia cugina Sophie, dove c'è scritto che è quasi sotto casa mia.
Sorrido all'istante, perché penso che lei è sempre stata così, da quando eravamo più piccole. Ha solo un anno in più a me, e la sua abitudine è da sempre stata quella di venire a casa mia senza preavviso.

«Iris, sono Sophie. Apri!»

«Da quanto tempo che non ci ved-» dico appena le vado in contro, anche se in realtà è passata solo una settimana. Nemmeno il tempo di finire la frase che corre ad abbracciarmi.

Entriamo in camera mia e iniziamo a parlare del più e del meno come facciamo di solito.

«Per la prima volta in vita mia credo di essere davvero presa da un ragazzo» le confido pensierosa.

«Cosa!? Non ci posso credere! Non eri più interessata a nessuno da quando sei stata fidanzata l'ultima volta con Matteo...»

«Beh, è complicato da spiegare, ma spero un giorno di fartelo conoscere come "mio ragazzo"»

«Certo. Invece la mia vita sentimentale è la solita... adesso ho un nuovo scopamico, l'altro si è fidanzato e la sua nuova tipa è una psicopatica che lo controlla ventiquattr'ore su ventiquattro» asserisce sbuffando.

Riscaldami l'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora