Capitolo 15

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Un po' come quando non ti manca niente però è come se in realtà ti mancasse tutto

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Un po' come quando non ti manca niente però è come se in realtà ti mancasse tutto. Innumerevoli volte mi sento proprio così. Come se un senso di insoddisfazione ti pervade completamente e non sai come liberartene, ti lascia solo con l'amaro in bocca.

Sarà che non lo ammetto mai a me stessa, ma in fin dei conti, Alexander continuerà sempre ad essere il pezzetto mancante del mio puzzle.

Ormai sono rimasta sola nella serra, così decido di fare un giro in questo meraviglioso posto per allontanarmi dai mille pensieri. Guardo i bellissimi fiori che invadono ogni centimetro dello spazio circostante, finché un lieve colpo di tosse mi fa sobbalzare attirando la mia attenzione.

Vedo qualcuno avvicinarsi e noto che si tratta del ragazzo con l'accento americano che ieri mi ha offerto il Martini.

«Allora è destino che io e te dobbiamo incontrarci» dice venendomi incontro.

«Solo una coincidenza. Che ci fai qua?» gli chiedo titubante.

«Potrei farti la stessa domanda, comunque sono arrivato da poco» mi dice e subito l'odore d'erba invade le mie narici. Lo scruto meglio e noto che ha tra le dita una canna.
Solo sentirne la puzza, fa risalire nella mia mente i bruttissimi ricordi di quando ero ancora una quindicenne. In quel periodo, ero in una fase di vera e propria dipendenza; appena ne fumavo una, subito avevo bisogno di un'altra. Ero una persona completamente differente da quella che sono oggi.

I miei genitori stavano per divorziare, litigavano continuamente e io mi sentivo distrutta. Soffocavo il dolore chiudendomi in bagno per poi rovistare nel beauty-case di mio padre e prendere una lametta, usandola per il solo scopo di procurarmi dolore tagliandomi. Dolore che in quel momento mi faceva sentire meglio, era una sorta di sfogo. Mentre mi tagliavo, lacrime salate percorrevano il mio viso, facendomi sentire più libera, più leggera e più viva rispetto alla merda che succedeva fuori da quella stanza.

Di quei piccoli graffi, ad oggi, non ne è rimasto niente sul mio corpo; nessun segno evidente, nessuna cicatrice. Ma ancora adesso ne posso sentire la sofferenza che mi spingeva a prendere quelle scelte.
Vedere e sentire alzare la voce uno contro l'altro, la paura che si potessero fare del male arrivando a commettere qualche cazzata irrimediabile... ero ormai stanca e sconfitta da tutta quella situazione, l'unica mia salvezza era autolesionarmi e drogarmi. Mi sentivo rilassata, con la mente svuotata, come se stessi in un altro mondo; finché un giorno non andai in collasso e mi portarono all'ospedale. 
Quel giorno stavo quasi per morire.
Mentre i miei genitori erano in camera da letto a spaccare oggetti e urlarsi contro, io mi drogai più del solito e presi tantissimi stupefacenti.
Dopo vari giorni in ospedale di terapie, controlli e vari medicinali, tornai a casa e vidi i miei genitori diversi, completamente cambiati. Come se quell'accaduto li avesse fatti ritornare in loro; iniziarono a parlare amorevolmente, si baciavano, facevano tutto ciò che una coppia sposata fa.

Di questa mia situazione ne erano a conoscenza soltanto loro, Matteo e io.
Era un periodo che volevo portare con me. Forse anche la paura di essere giudicata, di non essere capita e di deludere le persone che amavo, mi fece capire che dovevo tenere per me il segreto.
Alla fine tornai ad essere una normale ragazza, quella di sempre. L'unico tormento tornò ad essere sempre Ginevra.
Mi fidanzai con Matteo, il figlio del collega dei miei genitori che era più grande di me di due anni, e stemmo insieme per un anno.
Io però, non lo amavo davvero, gli volevo soltanto bene; era per me un'attrazione di due ragazzini che a volte esploravano i loro corpi, senza mai però sfociare nel mondo del sesso. Alla fine lo lasciai, e da quel momento non mi relazionai con nessun altro ragazzo.
Intanto mi stavo godendo la vita con le persone più importanti per me; andavo a ballare e facevo tantissime cazzate con Lu e altre mie amiche, un po' come adesso.
Agli occhi degli altri sono sempre risultata la ragazza perfetta, senza nessun difetto e tanti altri ridicoli aggettivi. Ma la realtà è un'altra, a volte penso che sono io quella ad avere parecchi scheletri nell'armadio.

Riscaldami l'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora