Capitolo 5

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Sono sempre stata dell'idea che il destino non esiste, perché quando ci accade qualcosa e noi per istinto pensiamo subito "sarà stato il destino", stiamo solo sottovalutando noi stessi

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Sono sempre stata dell'idea che il destino non esiste, perché quando ci accade qualcosa e noi per istinto pensiamo subito "sarà stato il destino", stiamo solo sottovalutando noi stessi. Dobbiamo capire ed essere consapevoli del fatto che quella parolina non si tratta di fortuna, ma è solo il frutto delle proprie scelte e delle proprie potenzialità.
Il "destino" è qualcosa di astratto, una percezione che può essere cambiata in continuazione, in base a ciò che si sceglie di fare della propria vita.
Non è un Dio che va a regalare gioie in giro oppure il vero Babbo Natale della situazione, perché se fosse stato così sicuramente sarei stata la prima a venerarlo.

Un esempio che possa rappresentare la realtà è proprio la mia situazione attuale: io che mi trovo nuovamente nel letto di Alexander Carter, e questo non è affatto "destino" ed io ne sono consapevole. È solo il frutto delle mie azioni e soprattutto di una mia scelta, e c'è la possibilità che potrei pentirmene, ma di sicuro non metterò questo peso nelle mani di quella ridicola percezione che rappresenta una credenza del novanta percento della popolazione.

«Iris, svegliati!» rimbomba nella mia testa, sembra la voce di...

«Lu!» dico aprendo di scatto gli occhi e mi trovo la mia migliore amica a qualche centimetro dal viso.
Ho l'impressione che questa giornata stia iniziando decisamente male dato che mi sento nauseata, confusa e disorientata.

Un fottutissimo Déjà-Vu.

Sono di nuovo nella stanza di Alexander, come qualche mese fa, solo che adesso lui non c'è e mi trovo con addosso solo un leggero lenzuolo.

Guardo a terra per vedere se fosse tutto vero o stavo solo sognando, ma noto la mia rossa lingerie buttata a caso sul parquet e quasi mi sento andare in fiamme. Lu, segue il mio sguardo con preoccupazione e appena vede l'arma del delitto mi guarda sarcasticamente mentre io invece vado in tilt.

«Non può essere vero. Significa che non era un incubo? È davvero successo che ho rovinato la serata a Samuel, sedotto uno sconosciuto pervertito per poi dargli un calcio nelle palle, mi sono spogliata davanti a tutti restando in intimo e come se non bastasse mi sono anche tuffata in piscina, implorato Alexander di fare determinate cose e... no, merda. Adesso cosa penserà di me? Che sono una pervertita di prima categoria e che pendo dalle sue labbra, ovvio.
Lu, devi assolutamente aiutarmi a scappare da qui» dico nel panico totale mentre Lu ride come una matta dopo aver sentito le mie fantastiche avventure notturne.

Mi alzo di scatto dal letto avvolgendo il lenzuolo attorno al mio corpo, raccolgo le striminzite mutandine ricamate per indossarle e mi avvicino all'enorme finestra.
«Potrei lanciarmi da qui, non è poi così complicato. Ad occhio e croce credo siano solo cinque metri di altezza» continuo a dire e Lu subito smette di ridere. Questa volta spalanca gli occhi come se avesse sentito la cosa più assurda al mondo.

Riscaldami l'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora