Capitolo 20

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                             *ALEXANDER*

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                 *ALEXANDER*

Mi trovo nel letto con accanto Sasha, la barista focosa, e un'altra tizia di cui non conosco il nome. So solo che ci siamo divertiti stanotte, hanno soddisfatto alcune mie voglie sessuali e le ho fatte godere come non mai.
In fondo è questo ciò che sono davvero, e se non posso avere lei, userò chiunque mi giri intorno.

L'altro ieri, subito dopo che io e Iris ci dicemmo quelle cose, tornai all'hotel e mi scolai un'intera bottiglia di vodka liscia, e come se non bastasse, bevvi anche mezza bottiglia di rum.
Non ero mai stato così ubriaco, mai.
Avevo bisogno di dimenticare i suoi biondi e morbidi capelli, quei dannati occhi azzurri da cerbiatta che solo a guardarli me lo facevano diventare duro, quelle sue labbra rosee e piene, e quel suo culo perfettamente rotondo che sembra esser stato disegnato con il compasso.

Quella dannata ragazzina è il Purgatorio per la mia mente, è come se con lei stessi sempre in bilico.
Un attimo prima mi fa sentire in Paradiso e subito dopo finisco senza rendermene conto all'Inferno.

Ieri sera non ce l'ho fatta. Dovevo trovare conforto con il sesso, così trovai il biglietto con sopra scritto il numero di Sasha e subito mi raggiunse con la sua amichetta. Adesso dormono, ma mi da fastidio averle vicino a me. O si svegliano e ci diamo ancora dentro, o se ne dovranno andare, e subito.

Mi alzo velocemente dal letto, e anche se è mattina, prendo una bottiglia di bourbon dalla mensola e la porto alle labbra ingoiando il liquido come se fosse acqua liscia. Mi avvicino a Sasha, e il suo corpo nudo e formoso me lo fa indurire quanto basta per scoparmela. Sta ancora dormendo, ma credo che si sveglierà tra qualche secondo.
Le sfioro il clitoride con il pollice, inizia a gemere e apre gli occhi compiaciuta. Mi fissa maliziosamente con il suo sguardo penetrante, prende velocemente il preservativo dal comodino e me lo infila in modo felino. In un attimo entro dentro di lei, chiudo gli occhi e immagino che al posto suo ci fosse quel diavolo dagli occhi azzurri e capelli biondi.

«Adesso sveglia la tua amica, così vi vestite e ve ne andate» le dico in modo sprezzante appena mi svuoto le palle e sembra che con questa mia richiesta si senta offesa.

«Non vorresti portarmi a pranzo?» dice mentre sfiora il mio petto e questo suo gesto mi infastidisce. C'è stato solo sesso tra noi, niente baci e carezze, perché odio questo genere di cose. Quando scopo una donna ho bisogno solo di concentrarmi per godere al massimo, i baci li trovo una cosa altamente inutile e disgustosa. 

«Adesso vattene, ci siamo divertiti, ma adesso te ne devi andare tu e l'altra» dico facendo segno all'amica. Annuisce infastidita ed inizia a smuovere la sua amica.

«Karol, svegliati!» dice stizzita «dobbiamo andarcene, il macho è arrabbiato stamattina. Eppure mi ha scopata per ben altre due volte» dice cercando una mia reazione, ma io non le rispondo. Guardo l'altra tizia alzarsi dal letto ancora nuda mentre mette velocemente un vestitino che non le copre nemmeno tutto il sedere. Mi dirigo verso la porta, la apro e le guardo mentre escono.

Riscaldami l'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora