• durmstrang •

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3 febbraio 1994

Durmstrang è esattamente a due ore di distanza da me, e questo è l'ultimo pranzo di quest'anno scolastico qui ad Hogwarts. Le lacrime mi innondano gli occhi da quando mi sono svegliata questa mattina.
    Mentre sorseggio il mio dolce succo di zucca, studenti di ogni casa mi vengono a fare le loro congratulazioni per questa magnifica opportunità, alcuni con un velo di invidia nella loro voce.
    Flynn è rimasto insieme a me e Vera tutto il giorno fino ad adesso, ed è assurdo come qualche ragazza sia venuta a salutarmi solo perché lui è di fianco a me, seduto al tavolo di Grifondoro. Dopotutto, è ritenuto uno tra i più attraenti della scuola. Anche Draco Malfoy è passato a salutarmi, fatto che mi ha assolutamente spiazzata, ma ho fatto finta di nulla e gli ho rivolto un grande sorriso, come a tutti.
    Prima di finire di mangiare e andare a prendere il baule in dormitorio, Silente fa partire un enorme applauso nei miei confronti. Quando mi ha chiamata, davanti a tutta la Sala Grande, Leila Dana Weasley, il mio cuore si è spezzato per un millesimo di secondo.
    A proposito, io e Fred non parliamo molto da qualche giorno, dalla sera nel bagno dei prefetti - che, oltretutto, si è conclusa con una punizione per Fred. Ci guardiamo spesso, tra i corridoi, in Sala Comune, in Sala Grande, ma nessuno dei due prende l'iniziativa e va a parlare all'altro. George lo sa, ne abbiamo parlato, ma non ha voluto esprimere il suo parere.
    Vera mi segue in camera nostra per aiutarmi a raccattare tutte le mie cose, per poi scendere nell'ufficio del preside e, con l'aiuto della metropolvere, materializzarmi alla scuola di magia del nord.
   "Mi mancherai molto, Leila" ammette la mia migliore amica, mentre chiudo il gancio del baule.
    Mi volto e le circondo il collo con le braccia, lei stringe il mio torace forte a sè. Sarà strano non averla attorno a me per cinque mesi, e anche di più considerando le vacanze estive. È per questo che non posso anche solo pensare di poter avere dei sentimenti per Fred, non posso farle questo. Non ne ho il diritto.
   "Ricominciano le lezioni tra poco" i suoi occhi velati di lacrime, ridacchia quando glielo faccio notare "Promettimi di scrivermi ogni giorno".
    Annuisco, piangendo anche io. Esce dalla stanza poco prima che io finisca di mettere tutte le mie cose nella mia borsa di pelle marrone, me l'ha regalata mio padre appena ho messo piede in casa sua, è il suo regalo di Natale.
    Trascinandomi dietro la mia enorme valigia, scendo le scale a chiocciola della torre, chiudendo la porta di quella che non sarà mai più la mia camera da letto. Oltrepasso l'arco che divide la scalinata con la mia parte preferita di tutta la scuola, quella che mi evoca anche più ricordi e che mi fa pentire di aver accettato questa opportunità, e un potente dejavu mi colpisce nel petto quando vedo Fred in piedi davanti al camino, acceso.
    "Che ci fai qui? Le lezioni sono iniziate da un po'" affermo io, ridacchiando.
    Si volta spaventato, e come qualche sera fa io cerco di trattenere le risate, assolutamente senza successo. Sorride imbarazzato, non avevo mai visto questa parte di lui, è una completa novità e mi spaventa abbastanza.
   "Non potevo salutarti davanti a tutti" risponde, anarcando le sopracciglia.
   "Saranno solo cinque mesi, al massimo sette, non è la fine del mondo".
   "Per me si" aggiunge, quasi di scatto.
    Improvvisamente mi vengono in mente tutti quei giorni in cui io e lui ridevamo assieme per ore, a tutte le strane ma geniali cose che facevamo per passarci il tempo, e una insopportabile voglia di piangere mi assale anima e corpo.
    Siamo cresciuti insieme, non posso stare senza parlare con lui per più di una settimana o mi sento mancare l'aria.
   "Tornerò ad Hogwarts per il quinto anno, Fred" la mia voce quasi rotta, odio piangere. Soprattutto davanti a lui.
   Il suo silenzio mi ammazza. Ha ragione, forse avrei dovuto consultare i miei amici prima di accettare, ma ero arrabbiata con lui e volevo soltanto stare a chilometri di distanza da ovunque fosse lui. Ho il vizio di essere troppo impulsiva, e solo mentre Silente parlava con il preside di Durmstrang attraverso il camino del suo ufficio ho capito fosse una grandissima stupidaggine, ma troppo tardi per pentirmene.
    "È meglio che vada, mio padre mi aspetta" metto la mano sulla maniglia del baule, la stringo bene e mi volto verso il retro del ritratto della Signora Grassa.
    La stretta di Fred sul mio polso mi fa lasciare la valigia per terra e voltarmi di nuovo verso il mio interlocutore, anche se chiamarlo tale nasconderebbe la conversazione completamente unilaterale che stavamo avendo.
   "Ho una tremenda voglia di baciarti" le mie lacrime cominciano a scendere, quanto odio essere così emotiva.
    Succede sempre nei periodi di luna piena, è incredibile. Perlomeno, ho il privilegio di non trasformarmi.
   "Non posso, Fred" cerco di liberarmi dalla sua mano stretta attorno il mio polso.
   "So che lo fai per Vera, e mi sta bene" mi attira un po' di più a sè, è una sensazione bellissima "Ma non posso sopportare l'idea che tu potresti cambiare vita in questi mesi e io potrei non baciarti mai".
    Prima che io possa dire nulla, le sue labbra entrano a contatto con le mie, e io non posso fare nulla se non ricambiare il suo bacio, anche con una certa foga.
    In questo preciso momento mi rendo conto, come se un fulmine mi passasse per la testa in maniera estremamente improvvisa ma anche veloce, che se non fosse per Vera io potrei seriamente pensare ad una nuova sfaccettatura della mia relazione con Fred, che va al di là di considerarlo un amico per la vita.
    Ma non posso illuderlo, non posso assolutamente, per cui quando ci separiamo, io prendo un enorme respiro profondo e lo guardo direttamente negli occhi.
    "Farai meglio a dimenticarmi, Fred" con una brusca mossa tolgo il mio polso dalla sua presa, afferro velocemente il mio baule e, di corsa, esco dalla sala, trovandomi direttamente davanti a mio padre.
    Mi guarda preoccupato, il mio respiro affannato potrebbe già suggerire il mio profondo turbamento. Ma non è una persona invadente, così come io non sono una persona a cui piace parlare esageratamente di sè stessa, per cui il tragitto dal quinto al secondo piano del castello lo passiamo prevalentemente in silenzio. Vorrei approfondire il rapporto che abbiamo, che per ora è praticamente pari a zero, ma questa non è sicuramente un'occasione buona per farlo.
    Abbiamo tutta la prossima estate, in fondo.
    Dopo aver oltrepassato le statue che sorvegliano l'entrata dell'ufficio - mi devo ricordare di scrivere a George e Fred che la parola d'ordine è "Bacchette di liquirizia" - ci ritroviamo in cima alle bellissime scale di marmo, davanti alla porta effettiva. Silente apre la porta, accogliendoci con un sorrisetto.
    Le mie dita tremano, non solo dall'agitazione ma anche dall'idea che in quella scuola - sebbene sia, probabilmente, situata in scandinavia, o forse in russia del nord - siano utilizzati i fuochi solo a scopo magico. Non per riscaldarsi, è un'idea da pazzi.
    Abbraccio mio padre e stringo la mano al preside prima di prendere nel pugno una manciata di quella polvere magica, mettermi sotto l'uscita dell'immenso camino dell'ufficio e pronunciare, scandendo bene ogni lettera, il nome della scuola a cui sono diretta.
    Il primo sguardo all'ufficio del preside di questa scuola e già tutto l'edificio mi spaventa. È oscuro, ma potrebbe essere che sono fortemente influenzata dalle orribile chiacchiere che girano a scuola da me su questo posto. Gallert Grindelwald, uno dei maghi oscuri più potenti della storia, ha studiato qui, dopotutto.
    Davanti a me, un ragazzo e un ragazza estremamente seri stanno ai due lati del loro preside, Igor Karkaroff. Tutti mi guardano fissi, assolutamente zitti, io sfoggio il mio più grande sorriso, cercando di trattenere il tremolio del mio corpo dovuto al freddo gelido.
   "Salve, Leila Lupin" prende l'iniziativa il ragazzo, un giovane uomo altissimo, dai capelli neri come la pece e la pelle pallida.
    Non mi ci è voluto tanto per riconoscere, in quell'uniforme rosso sangue e la barba e i baffi in crescita, il grandissimo giocatore di Quidditch: Viktor Krum, di cui Ron è innamorato da quando ha sentito parlare di lui sulla Gazzetta del Profeta. Questa estate giocherà nella nazionale bulgara, sarà fantastico.
    "Ivanka ti porterà nella vostra camerata, poi ti farà fare un giro completo della nostra scuola. Benvenuta" sembra quasi come se la sua voce fosse registrata e stata riprodotta per la decima volta, ma sono contenta di essere qui.
    La ragazza dal lato opposto del preside, Ivanka - una bellissima ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiarissimi, più alta di me - mi fa cenno con la testa di seguirla e, assieme, usciamo dalla stanza.
   "Oh blin! Perdonaci, Leila, ma davanti a Karkaroff è meglio tenere il broncio" la ragazza di fianco a me ridacchia, innescando in me un inevitabile sospiro di sollievo.
    Per un momento ho pensato di essermi appena avventurata in una scuola di persone di cui muscoli facciali non funzionano. Sarebbe stata la mia fine.
    Ivanka mi porge la mano, con un largo sorriso amichevole, per farsela stringere. Si presenta come Iv Botev, metà russa e metà scozzese, ma da sempre residente a Mosca. Effettivamente, parla troppo bene l'inglese per non avere origini britanniche.
    "Purtroppo non siamo in tanti a parlare inglese, qua" continua, mentre ci dirigiamo a passi veloci verso le camerate delle ragazze "A dire il vero, solo io e Viktor".
    Il tragitto lo passiamo a parlare della scuola e della sua organizzazione. Ad esempio, non sapevo che qua a Durmstrang non ci fossero le case: sebbene qua accettino studenti da un raggio molto più ampio di stati europei, non sono ammessi i natibabbani, che costituiscono gran parte della popolazione magica di tutto il mondo. Perciò, sono praticamente la metà di noi studenti di Hogwarts, e le classi sono composte sempre dagli stessi quindici alunni.
    Il dormitorio delle ragazze è estremamente spoglio, colorato di un marrone che sembra quasi sporco, ma le studentesse mi sembrano simpatiche solo dalla prima impressione.
    Iv mi porge, piegata perfettamente, la mia nuova divisa di Durmstrang, che mi aiuterà a combattere il freddo. Al contrario di tutti gli altri, il cappotto è verde bosco, un colore che amo.
   "Oggi siamo esonerate dalle lezioni perchè, giustamente, dovremo fare il giro di introduzione" si siede sul suo letto, con le gambe incrociate "Ma domani cominceremo, la prima sarà Duello"
    Sarà sicuramente un'esperienza indimenticabile, già lo so.

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hope u enjoy this new chapter.
xo, soph 💓
ps. le informazioni su durmstrang le ho quasi interamente inventate.

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora