• magic word •

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9 agosto 1999

Rimango lí stretta a lui con le lacrime che scendono veloci e le braccia che lo stringono forte.
    Mi sento picchiettata da dietro, sulla spalla, e mi volto: è George, e sta ridendo.
   "Se avevi bisogno di un abbraccio, potevi venire da me, non serviva che ti abbracciassi da sola" sbiascica un po' le parole, è felice e leggermente ubriaco "Hai bevuto un po'?".
    Lo sapevo, ho sognato tutto. Sto impazzendo, totalmente delirando, la vicinanza a tutti loro mi sta facendo uscire fuori di testa davvero. Sono di nuovo sola.
   "No, non lo so, forse" dico, per poi sorridere leggermente.
    Prendo la mano di George e ci dirigiamo insieme verso la festa. Balliamo e cantiamo tutti assieme, giochiamone scherziamo, tutto fa si che io dimentichi l'assurda visione che ho avuto sulle altalene. Almeno per qualche decina di minuti.
    Mi siedo al tavolo dove ero prima quando la testa inizia a girare un po' troppo. Un bigliettino è nella sedia di fianco alla mia, e la curiosità è troppa per non leggerlo.

Piccola Leia,
non era un sogno, era tutta realtà.
Sappi che tornerò, presto, ma - e mi dispiace affidarti questo compito - dipende tutto da te. Poi non me ne andrò mai più, giuro, ma ho bisogno che tu ricordi.
È una questione di vita o di morte - anche se di morte ormai ne sappiamo abbastanza.
Gred.

Di fianco a me si appoggia Lee, sempre più luminoso, interrompendo le lacrime che tra poco sarebbero scese volentieri dai miei occhi.
   "Bella mia" anche lui non è molto lucido "Sei ancora più bella di quando ti ho vista l'ultima volta".
    Ridacchio: l'ultima volta che ci siamo visti ero completamente sporca e sanguinante, piangevo costantemente, grazie a Godric sono più bella adesso.
   "Di chi è quel biglietto?" chiede, notando il foglietto che ho stretto in mano.
   "Un ammiratore segreto" rispondo, scherzando. Mi dispiace dirlo, ma l'unico modo per distrarre Lee Jordan è provocarlo, o almeno, questo metodo funziona per la sottoscritta.
    Ridacchia, io con lui. E, anche con lui, ci perdiamo in chiacchiere, usciamo dal tendone con una bottiglia di vino rosso francese e tanta voglia di scambiarci aneddoti e pensieri.
   "Ho conosciuto una ragazza, una babbana" ammette lui, prendo un sorso di nettare degli dei e annuisco.
   "Grande, è una ragazza fortunata" incoerente, spaventosamente contraddittorio.
    Il silenzio cala su di noi, lui vorrebbe farmi notare che la mia affermqzione non ha senso, che allora io sarei stata una ragazza fortunata per tutti i miei anni ad Hogwarts e anche dopo. Ma è troppo gentile per farlo, quindi preferisce stare zitto.
   "Lee, posso farti una confessione?" chiedo, in preda ad un attacco nervoso.
    Annuisce preoccupato, sembra assurdo come il mio istinto si sia risvegliato dopo un anno. Non ho neanche il tempo di prendere un respiro profondo che le parole escono da sole dalla mia bocca.
   "Fred è vivo, io l'ho incontrato" dovevo dirlo a qualcuno, una persona della quale mi fidassi. Avrei preferuto George, ma fa lo stesso: dovevo liberarmi.
    "Sicura di stare bene?" dice, come se fossi una pazza.
   Mi alzo in fretta e, senza dare troppe spiegazioni, entro in casa, sfinita, stanchissima, più di quanto io lo sia mai stato.
    Tra poco il mio cervello collasserà cercando di darsi una minuscola spiegazione. È tutto così confuso, non riesco a fare nulla.
    Entro nella vecchia camera mia e dei ragazzi, specchiandomi mi accorgo che per tutta la durata della festa ho messo in evidenza il mio Marchio Nero, ormai sbiadito ma che non se ne andrà mai.
    Ci ho provato, per molto tempo, a cancellarlo con delle potenziali cicatrici da lupa, ma non ha funzionato. Eppure  l'idea di perdere anche quella parte della mia vita mi spaventa, quindi non ci proverò ulteriormente.
    Sul mio letto è aperta una scatola, gialla come i denti di leoni in primavera, un oggetto che mi è mancato decisamente tanto dall'ultimo momento in cui ho avuto la possibilità di interagirci: la mia scatola dei ricordi, quella che i gemelli hanno uguale, solo di due colori diversi.
    Presa dalla curiosità, inizio a tirare fuori tutto, ogni ricordo custodito lì dentro è sul mio vecchio letto nel giro di qualche secondo.
    L'ultima cosa, la più pesante tra tutte, è una cornice, all'interno della quale è racchiusa una foto animata: io e i gemelli nel giardino della Tana, loro mi spiegano come andare sulla scopa e io li guardo con occhi illuminati, era l'estate prima del mio primo anno ad Hogwarts.
    Ispeziono un po' tutto, ogni foto è collegata ad un ricordo, e ogni lettera ad un sentimento. C'è un'altra foto, simile alla prima, ma venuta leggermente male. L'aveva tenuta Fred, non so perchè sia qui dentro.
    La volto e, in rosso, c'è una scritta, la calligrafia è quella di Fred. Spesso scriveva gli avvenimenti dietro le foto, come una specie di pagina di diario.

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora