• moonstone •

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14 luglio 1995

Lo stesso uccellino di ogni mattina canta nelle campagne dello Yorkshire, mentre io questa estate me la voglio solo dormire. Andare in letargo fino a settembre.
    L'anno scolastico appena passato rimarrà scolpito nel mio cuore per tutta la vita per la quantità di traumi che mi ha lasciato, e le amicizie che ho rotto.
    Gli unici a scrivermi sono Flynn, Draco e Iv qualche volta, mi è dispiaciuto non averle dato troppe attenzioni durante l'anno, ci è rimasta male, giustamente.
    Ormai le trasformazioni sono a mesi alternati, e sono spesso molto debole. Come se il mio animo marcisse sempre un po' di più, non solo moralmente ma anche fisicamente. Lo sfinimento mi ha preso il corpo da quando sono tornata da mio padre, incredibile il tempismo.
    Inoltre, convivere in due lupi mannari non è facile, ma sicuramente ci comprendiamo più tra noi che con altri, perciò va bene così.
    Ha detto di dovermi dare ancora il regalo di compleanno, mio padre, gli ho provato a spiegare che odio i regali e che non serve, ma lui ha insistito.
    Draco mi ha fatto un regalo esattamente il cinque di aprile: una catenina d'oro molto fine, e il ciondolo a forma di cuore, incastonato con dei veri rubini. Veri rubini, non avrei mai pensato di possedere una cosa così costosa, è incredibile e mi sono sentita in colpa appena me l'ha legata dietro il collo.
    Anche Sirius mi ha fatto un regalo: lui è, a quanto pare, il mio padrino. E anche quello di Harry, e ciò fa di noi praticamente cugini. O anche se non è così, ci lega da una specie di legame spirituale, cosa che mi fa tanto piacere.
    In ogni caso, lui mi ha regalato un anello dagli stessi colori della collana, si abbinano perfettamente assieme, e li amo.
    Una serie di bussi alla porta ferma il mio godere della solitudine e, alzandomi a fatica, apro la porta, precedentemente chiusa a chiave: ieri c'era la luna piena, una delle trasformazioni più dolorose che io abbia mai subito, e dato che non esco dalla camera da ieri sera non ho avuto il tempo di aprirla.
    Da ieri sera e tutta l'estate fino ad adesso, a dire la verità.
    Mio padre ha una scatolina rivestita di carta di giornale in mano, sembra che abbia improvvisato un pacchetto, è molto carino da parte sua.
    Non mi sono comportata molto bene neanche nei suoi confronti, mi sento una persona terribile e sono perfettamente consapevole del fatto che ci sia qualcosa in me che non va, ma non capisco assolutamente che cosa sia.
    Lo invito a sedersi sul letto, io mi metto di fianco a lui, sdraiata. Faccio un sospiro dallo sfinimento, e mentre volto la faccia verso il suo viso mi accorgo della enorme cicatrice che ha sulla mano. È incredibile, comunque, che anche nei mesi più caldi Remus Lupin cerca di essere più elegante possibile, pur mantenendo il suo aspetto leggermente trasandato che lo caratterizza.
   "Leila, ho trovato il tuo regalo" mi da la scatolina in mano, gli sorrido contenta, per rassicurarlo più che per altro.
    E anche perchè gli sono molto grata.
    Mi ha cominciato a raccontare qualcosa della mia vera madre, qualche giorno fa, in uno dei rari momenti in cui io mi sono spostata dal mio letto.
    In verità, mi ha solamente detto che il suo nome era Selene e che si erano conosciuti ad Hogwarts durante il loro quinto anno, ed era stata lei ad invitarlo ad uscire la prima volta.
    Aveva grandi occhi verdi, e capelli rossi fuoco, come i miei. Ha detto che, in verità, lei era uguale a me, in ogni cosa, anche come carattere.
   "Ma lei non era un lupo mannaro, quindi lei era calma" ha detto, scherzando. Ci siamo messi tutti due a ridere, è stato un bel momento.
    Scarto il regalo che mi ha donato in fretta, ansiosa di vedere cosa sia: scopro un piccolo contenitore quadrato, sembra rivestito di uno pseudo velluto blu scuro.
    All'interno c'è un'altra collana, sempre d'oro - non sono abituata a ricevere cose così raffinate, è destabilizzante per me - con una pietra bianca, è bellissima.
   "È una varietà di adularia molto particolare, viene anche chiamata pietra di luna" sorride, mentre con delicatezza me la mette attorno al collo.
    L'aveva regalata a mia mamma il giorno in cui sono nata, ed essendo in tempo di guerra si erano promessi che se mai fosse successo qualcosa, quella collana l'avrei avuta io ad ogni costo. Mi salgono le lacrime agli occhi, è un peccato non avere la possibilità di conoscerla.
   "Leila, voglio che tu sappia che sono davvero felice che tu ti sia abituata ad un nuovo stile di vita in così poco tempo" il suo tono composto e razionale è sempre lo stesso quando parla con me e quando parla con altri.
    Ci penso spesso, in verità, al fatto che fino a relativamente poco tempo fa io non avevo la più pallida idea che lui fosse il mio padre biologico. E perciò, penso anche al fatto che sia riuscito a passare a mia figura principale molto rapidamente.
    È una persona estramemente obiettiva normalmente - l'ho conosciuto come professore, dopo tutto - ed è riuscito a conoscermi moltissimo, ad un livello che solo Fred e George riescono a superarlo. E tutto questo solo con il potere dell'osservazione, e occasionalmente dell'ascolto.
   "So che ti da fastidio non sapere le cose per la loro interezza" appunto, come dicevo "ma ci sarà il tempo di raccontarti tutto, prima o poi".
    Annuisco comprensiva. L'argomento "mia madre" lo tocca molto, e non mi permetterei mai di tirare fuori argomenti dalla sua bocca che poi lo fanno stare male. Se iniziamo a combattere tra di noi, saremo condannati: lo ha detto un giorno poco prima della luna piena, mi ero arrabbiata molto totalmente senza un preciso motivo.
    Ho voluto chiedergli più volte se lui, come è successo a me, ha mai avuto la voglia di sbranare qualcuno intorno la luna piena e, soprattutto, se gli è mai capitato di avere gli occhi come due fanali gialli. Ma, sebbene lui mi abbia fatto capire moltissime volte che con lui posso parlare di tutto ciò che voglio e che mi passa per la testa, non ce l'ho proprio fatta.
    Sarà un mio problema sicuramente, ma non voglio che anche lui mi reputi fuori dal normale. Non voglio proprio, e non posso far sì che succeda.
   Lo abbraccio prima che esca dalla stanza, gli sfoggio un gran sorriso di quelli che non facevo da mesi. In fondo, mi dovrò allenare: tra poco andremo da Sirius al numero dodici di Grimmauld Place, e ci saranno tutti i Weasley oltre ad altri membri del famigerato Ordine della Fenice.
   Non vedo l'ora, metaforicamente parlando, chiaramente.

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora