• the chant •

1.9K 99 35
                                    

31 ottobre 1994

Appena ho messo piede nella mia sala comune il solito senso di casa, la gioia di essere nel mio luogo di appartenenza, mi ha innondato il corpo, dai piedi fino alla punta in alto della testa. Sentire il caldo del caminetto sulla pelle, le voci dei novellini mentre provano gli incantesimi più semplici e il fantastico odore di polvere da sparo che è ovunque da quando i gemelli sono ad Hogwarts.
    Quando ho abbracciato George gli occhi mi sono diventati lucidi, e improvvisamente ho avuto il bisogno di ritornare ad abitare alla Tana con lui. È la persona che mi ha scritto più frequentemente, in verità, e mi era mancato molto.
    La sera ci mettiamo, io e Vera, sul divanetto della Sala Comune, il più comodo secondo il mio personale parere, a discutere e parlare. Mi implora di farle conoscere Viktor, ridacchio al solo pensiero: Vera non è proprio il suo tipo, e lui non è il tipo di lei.
   "Andiamo, Leila!" non ha mai trovato un soprannome carino con cui chiamarmi, continua a chiamarmi per nome "A Natale ci sarà il Ballo del Ceppo e io non ho".
    Viene interrotta da una serie di risatine provenienti dal corto corridoio che separa la sala dal ritratto della Signora Grassa. La ragazza in questione gira l'angolo, il sorriso famigliare di una delle ragazze più belle della scuola, Angelina Johnson. Ed è, mano per la mano, insieme a Fred.
   "Leila, tesoro!" esclama lei, il sorriso falso che tiene spesso sul viso "Da quanto non ti vedo, come stai?"
    L'espressione del suo ragazzo è indescrivibile, sembra imbarazzato dalla situazione. O quasi, oserei dire, imbarazzato da lei.
    Non mi guarda negli occhi, non ci prova neppure. È schifato da me, lo sento.
    "Tutto bene, grazie Angelina" rispondo, tenendo lo sguardo fisso sul mio migliore amico di una vita.
    Un silenzio imbarazzante cala su di noi, sembra proprio che loro aspettino che noi ce ne andiamo. E noi due speriamo succeda la stessa cosa, per cui chiunque passasse potrebbe essere assolutamente colpito dalla nube solida di disagio in cui navighiamo.
    "Bene, mi sa proprio che vi lasciamo recuperare il tempo perduto" dice Angelina visibilmente imbarazzata. Forse non stava aspettando che ce ne andassimo, sperava che il suo fidanzato dicesse qualcosa.
    "Si, amore" è la prima volta che sento la voce di Fred dopo otto mesi, mi sale una strana sensazione alla gola, come se non riuscissi a respirare "Ci vediamo Vera, Lupin".
    Sale le scale dopo aver fatto un cenno a me e alla mia amica, la sua ragazza dietro di lui. E improvvisamente, mi rendo conto di fare seriamente fatica a respirare.
    Mi ha chiamata Lupin, lui mi ha chiamata per cognome. Mi sento soffocare, come se le mie vie di respirazione fossero bloccate.
    Comincio a tossire senza un ritegno, con le lacrime che mi scendono naturalmente dagli occhi e la mia migliore amica che mi scuote cercando di farmi calmare. Sicuramente non migliora la situazione.
    La vista comincia ad appannarsi, improvvisamente non vedo più nulla, non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Solitamente mi succede prima di trasformarmi, ma non è agosto e neanche febbraio.
    Il cuore mi batte forte nel petto, a milioni di chilometri orari, sembra che stia per staccarsi dal petto.
    Perchè mi ha chiamata Lupin, l'ho fatto tutto per il suo bene, e per il bene della mia migliore amica. Dovrebbe capirmi, dovrebbe capire che se le circostanze fossero state diverse, io avrei detto di sì.
    Perchè non capisce che ha vissuto nella mia mente per mesi e mesi e ancora lo fa, che lo seguirei ovunque solo per assicurarmi che non si faccia del male, che la mia vita è stata bella solo perchè c'erano lui e George.
    Mi gira la testa, non voglio stare male. Non voglio che la mia migliore amica mi veda così. Non voglio che la gente possa vedermi così.
    Due braccia mi sollevano, sento solo ciò, nulla attorno a me. Smetto di tossire, non so cosa mi sia successo ma la mia coscienza funziona ancora. Una voce canta affianco a me, sembra un'incantesimo molto antico o qualcosa del genere, lo sento chiaramente.
    Quello e nient'altro.
    Il cuore mi brucia, la gola ancora di più, sento di star perdendo i sensi seriamente. Poi comincio a sentire la voce di Flynn, fuori dalla mia testa questa volta. Sta parlando con Vera e con una donna, sembra Madama Chips.
    È impossibile che in dieci minuti sia arrivato Flynn e mi abbia trasportato in braccio fino all'infermeria che è sei piani più in basso dalla sala comune, almeno quattordici rampe di scale.
    Apro gli occhi, la luce del sole mi acceca. Il sole è sorto, deve essere passato molto più di dieci minuti.
   Vera mi stringe forte appena nota che i miei occhi sono aperti, Flynn mi sorride da dietro le spalle della bionda. Madama Chips è in piedi alla mia destra, gli occhi dolci che mi guardano con compassione.
    La gola mi esplode, non riesco nemmeno a parlare, è terribile.
    "Tesoro, non so cosa tu abbia fatto ma ti sei rovinata le corde vocali al punto che nemmeno la magia può salvarti" un certo dispiacere nella sua voce.
    A quanto pare il mio continuo tossire a danneggiato gravemente le mie corde vocali, al punto che se io parlo a voce alta per molto tempo rischio di perderle. Lei non crede che sia stato solo un attacco di tosse a contribuire a questa cosa, ma non ho idea di cos'altro avrebbe potuto farlo.
   Mi consiglia di non tornare in sala comune almeno per un giorno intero, prima di andarsene e lasciare me, Vera e Flynn da soli. Abbraccio forte il mio amico, non lo avevo ancora salutato.
   "Leila, dobbiamo parlare" salta fuori la mia amica, la guardo estramemente confusa "Che è successo con Fred?"
    Scuoto la testa, non voglio dirglielo an ora. Ed, effettivamente, non posso dirglielo almeno che io non voglia stare zitta a vita.
    Mi racconta che ieri sera, quando ho iniziato a non respirare più e a tossire decisamente troppo, lei si è alzata e ha chiamato aiuto in fretta. Fred è sceso subito, come se non si fosse mai mosso, e mi ha portato lui da Madama Chips dopo l'orario di coprifuoco.
    Sono rimasti qui seduti, zitti, per tutta la notte, poi Fred se ne è andato appena il sole è sorto. Lei gli ha chiesto se volesse stare ancora, aspettare che io mi svegliassi, ha risposto:"È meglio di no".
    Prendo un respiro profondo per non cominciare ad urlare tutte le cose che ieri ho pensato mentre credevo di star per morire, e scuoto di nuovo la testa. Non ho intenzione di parlarne, non adesso. E Vera non sopporta quando non le dico le cose, per cui, arrabbiata, corre via verso l'uscita dell'infermeria, salutando Flynn con un cenno di capo freddo e distaccato.
    "Bentornata a casa, Lia" ridacchia lui, io sorrido, guardando in quelle voragini nere che ha come occhi.
    Dovete sapere che lui per anni ha pensato che Lia fosse il mio nome, perchè quando ci siamo conosciuti non eravamo proprio nelle condizioni di sentire bene ogni parola che usciva dalle nostre bocche. Quindi, quando uscivamo assieme per tutta la durata del mio secondo e terzo anno - i suoi terzo e quarto - lui continuava a chiamarmi così e io pensavo che fosse un soprannome. Quando l'ho fatto conoscere a Vera, che inizialmente lo odiava con tutto il cuore, ha scoperto che il mio nome fosse Leila, e ci è rimasto malissimo. Eppure, ha continuato a chiamarmi così.
    Sorrido vedendolo uscire dalla infermeria e seguire Vera. Lui è stato la prima persona in assoluto ad amarmi pur sapendo di tutti i miei problemi di rabbia e della licantropia, mi ha aiutato ad accettarmi come persona e come creatura.
    E non smetterò mai di ringraziarlo per questo.

.

più corto del solito, perdonatemi ahaha.
soph 💓

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora