• red as a fire •

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24 dicembre 1994

L'ultimo passo di questa enorme sfortuna è informare Lee del fatto che c'è una minima probabilità che io non vada al ballo. Davvero piccola, perchè su due mesi all'anno dubito che l'universo mi voglia così male da far capitare la trasformazione a dicembre.
    E la parte divertente è che lo devo fare entro sei ore se non voglio lasciarlo lì da solo senza un minimo preavviso, cosa che non si merita assolutamente.
    La Sala Grande oggi non è per nulla piena, la gente è tutta ad Hogsmade per le ultime compere o semplicemente a divertirsi. George e Vera sono usciti insieme, finalmente, e credo proprio che entro oggi lui la voglia invitare al ballo.
    Ma, guarda caso, gli unici ad essere rimasti ad Hogwarts oltre a me - e qualche altro pazzo - sono Fred e Angelina.
    A colazione il tavolo era stracolmo di cibo perchè la gente era ancora tutta dentro la scuola, ma nessuno ha mangiato praticamente nulla. Immagino per fare bella figura nei loro bellissimi abiti da cerimonia, la stessa identica cosa che ho fatto io. Perciò, a pranzo, noi autoreclusi ci stiamo mangiando gli avanzi della colazione.
    Non avrei mai detto che la torta di carote all'una di pomeriggio sarebbe stata un pasto decente.
    Dalla porta principale entra Lee Jordan, con i suoi dred che gli svolazzano indietro appena fa un passo. Gli faccio cenno di raggiungermi, non pensavo fosse rimasto qua.
   "Vera mi ha detto che rimanevi e non ti volevo lasciare sola" dice, mangiando un po' uova strapazzate con il formaggio.
    È un'anima così buona, non posso davvero trattarlo male. E il solo fatto che sia innamorato di me da anni e abbia continuato a provarci nonostante io lo rifiutassi costantemente mi scoglie il cuore.
   "A proposito, Vera e Weasley Uno sono andati insieme" è sovraeccitato dalla cosa, è molto tenero.
    Chiama tutti i Weasley con un numero perchè dice di odiare chiamare le persone per nome. George è l'uno solo perchè, quando ha ideato questa nomenclatura, voleva fare un torto a Fred, donandogli il numero due. Bill è lo zero perchè non lo ha mai visto in vita sua, Charlie è il tre perchè è il terzo che ha conosciuto e così via. Io ero la "Weasley bella", adesso solo bella.
   "Già, credo proprio che entro domani quei due saranno già promessi sposi" ridacchio io, è sorpreso dal sentirmi usare la mia voce al suo volume normale.
    Le corde vocali sono guarite, non rischio più di rimanere muta a vita. E per fortuna, se mi fossi trasformata con la gola ancora messa male sarei morta questa sera.
   "Lee, io" non riesco a continuare la frase, mi sento troppo in colpa. È il primo ragazzo che mi tratta così bene e io non riesco ad apprezzarlo quanto dovrei.
Intanto c'è una possibilità su dodici che sia oggi il giorno prediletto, in cui mi trasformerò nel mostro terribile che sono, potrei assolutamente nasconderglielo e dirgli che ho avuto un piccolo contrattempo con il vestito quando tornerò dalla stamberga.
   "Ti ringrazio per tutto" continuo la frase, con il sorriso più falso che io abbia mai messo sulle mie labbra.
    Mi alzo con la scusa che debba già cominciare a farmi la doccia, e corro fuori dalla Sala Grande assolutamente imbarazzata. Mi nascondo nella mia camera finchè non arriva la mia migliore amica, con le guance rosse e un sorriso a trentadue denti. Si sono sicuramente baciati.
   "Ci siamo baciati, Leila!" ecco. Mi alzo e la abbraccio forte, riesco a sentire la serotonina che le viaggia per tutto il corpo da un metro di distanza.
    E dopo un eccessiva carica di felicità nel corpo, l'ormone della felicità ha un calo enorme e così, la mia amica cade in una voragine di sovrapensiero che è micidiale.
    Correndo da una parte all'altra della camera che condividiamo, comincia a provare le decine di vestiti che ha portato con sè, e a piangere ogni volta che non si vede bene con uno.
    Io, sinceramente, la vedo bellissima con ognuno di questi. Ma, a quanto pare, io sarei di parte per cui il mio giudizio non conta.
   "Ti prego, Leila, io ho bisogno di te questa sera" ammette piangendo mentre io le faccio i boccoli nei capelli con la bacchetta.
    Ho scoperto che c'è un incantesimo proprio per questo, la magia è così geniale.
   "Probabilmente arriverò in ritardo e basta, non preoccuparti" tolgo la bacchetta da in mezzo al ricciolo dei suoi capelli. È bellissima.
    Finisco di metterle a posto i capelli e poi si infila il vestito scelto: un vestito verde di un tessuto semi trasparente, con i dettagli in rilievo raffiguranti delle farfalle e dei fiori. Ha detto che era lo stesso di sua mamma quando il torneo Tre Maghi ha fatto la sua ultima edizione prima di ora: 1969, più di trent'anni fa. Pensare che potrei perdermi tutto questo mi fa piangere.
   "Sei stupenda, Vera" sono senza parole, è la ragazza più bella che io abbia mia visto in vita mia.
    Mi stringe forte a sè e, insieme, scendiamo in Sala Comune, io con sottobraccio il libro di pozioni, le scarpe e il vestito che mi metterò dopo essermi accertata che oggi non mi trasformerò. Me lo ha spedito mio padre mentre ero in Russia quest'estate, me lo ha regalato per il mio compleanno. È blu notte, molto semplice ma lo amo con tutto il cuore. E ho bisogno di indossarlo questa sera.
    Sul divano ci sono Fred e George, appena sentono le nostre voci entrambi si alzano, con entrambe le mani sulla cravatta per mettersela a posto. Sono buffi quando sono completamente sincronizzati.
   "Non hai un'appuntamento con Lee?" chiede Fred guardandomi direttamente negli occhi. Non può mettercisi pure lui, diventerà impossibile combattere contro il mio senso di colpa se mai succedesse davvero, se io mi trasformassi.
   "Arriverò in ritardo" rispondo, cercando di mantenere la calma che nei periodi di luna piena è pari a zero.
   "Sei stata qui tutto il giorno e vuoi dirmi che non hai avuto il tempo di prepararti?" cerca di provocarmi, lo fa sicuramente apposta.
    Vera salta tra le braccia di George dopo trenta secondi di sguardi intensi, sorrido guardandoli. Sono così felice per loro.
   "Deve essere tutto perfetto" dico e Fred sbuffa, gli piace prendersi gioco di me.
    Lo ha sempre fatto, io sono una perfezionista sotto alcuni certi punti di vista e lui è completamente il contrario. In più, le circostanze in cui ci troviamo lo incitano molto di più a farlo.
    Mentre Vera e George si sbaciucchiano, io e il suo gemello litighiamo, un gran classico.
    Ma non ho più voglia di discutere, mi siedo su uno dei tavoli di legno scuro della Sala Comune e apro il mio libro, intenta nello studiare qualcosa. Un'ombra mi copre la luce e quello stupido mi prende il libro dalle mani.
    "Dammelo, Fred" il vaso che rappresenta la mia capacità di mantenere la calma sta assolutamente per traboccare.
    Mi guarda con quel solito sguardo di quando vuole sapere cosa gli nascondo, e al momento tutto ciò che gli sto nascondendo non ho voglia di dirglielo.
    Prendo tutte le mie cose e, chiaramente infuriata nei suoi confronti, esco dalla Sala Comune diretta al Platano Picchiatore. Il grosso problema sarà attraversare tutta Hogwarts senza che nessuno si accorga di me.
    E, chiaramente, il primo che incrocio è Draco Malfoy, sbattendogli completamente contro mentre guardavo la mia amica Iv scendere le scale del terzo piano.
   "Leila, stai bene?" questo suo improvviso cambiamento di espressione e, soprattutto, tono mi spaventa alquanto.
    Annuisco confusa, gli chiedo scusa chiamandolo per cognome, come fanno tutti in questa scuola.
   "Chiamami Draco, tu puoi farlo" questo è davvero strano.
    Il petto mi comincia a bruciare e, salutandolo amichevolmente, ricomincio la mia corsa verso il giardino della scuola.
    Ovviamente, la gente si è accorta di una pazza che corre per i corridoi con un vestito e delle scarpe con il tacco in mano, ma nessuno ha avuto il coraggio di fermarmi, per mia profonda gioia e gratitudine.
    E, come la sera dell'attacco di panico enorme, comincio a sentire il canto di una donna, solo che questa volta quattro parole sono assolutamente comprensibili: rosso come un fuoco. Comincio a piangere come una bambina mentre corro sul prato semi ghiacciato, ho la terribile sensazione che io sia la persona più sfigata sul pianeta e, al contrario di tutte le mie convinzioni e speranze, questa sera io non mi presenterò al ballo perchè sarò nella mia forma più spaventosa chiusa dentro la Stamberga.
    Dopo aver immobilizzato a fatica il platano, mi butto giusto in tempo per l'inizio della mia trasformazione dentro il tunnel che porta all'edificio infestato - infestato da me, e nessuno lo sa.
    Chiudo la porta a chiave prima che i miei pollici smettano di essere opponibili e, perdendo del tutto coscienza, compio la mia trasformazione.

25 dicembre 1994

La mattina il sole è altissimo nel cielo, e io ho freddo perchè i miei vestiti sono completamente sdruciti e pieni di buchi. Quando apro la porta a fatica, la vista della mia testa rossa preferita - insieme al suo gemello - mi fa cadere in lacrime.
   "Fred" mi sta guardando con un sorriso rassicurante, sa quanto odio la trasformazione e quanto sia difficile la mattina dopo.
    Apre le braccia e io mi ci butto, stringendolo forte mentre singhiozzo. Ogni parte del mio corpo sembra bruciare, e ogni osso del mio scheletro sembra polverizzato.
   "Ho perso il ballo" la mia voce rotta non riesce nemmeno ad urlarlo, sono distrutta.
    Non ha mai avuto paura di me, lui. Ce l'ha avuta George all'inizio, perchè era un bambino e non aveva mai sentito nemmeno parlare dei lupi. Ce l'aveva Vera, appena gliel'ho detto non mi ha parlato per una settimana prima di capire che fosse una cosa stupida, e persino Flynn ha avuto paura. Ma lui no, non ha mai avuto paura di starmi vicino, e non ha mai pensato fossi una minaccia.
   "Mi sei mancata, Leia".
    Sorrido, non mi chiamava in questo modo da tantissimo tempo. Mi è mancato davvero tanto.
   "Anche tu, Gred" stringe un po' di più l'abbraccio.
    Gli ha fatto piacere.

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questo capitolo è carinissimo, giuro. li amo tantissimo.
bacetti, soph 💓

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora