25 dicembre 1999
Non so che giorno sia, non so che mese sia, magari anno, non importa. So solo che la sensazione che ho provato quel giorno, dopo aver provato a mettere fine a qualsiasi cosa, è stata agghiacciante.
Ho il ricordo di un dolore tale, ma non dell'esatto momento in cui l'ho provato nell'arco della mia vita.
Però sto dormendo, un sonno profondo, dove ogni cosa di me è isolata da tutto tranne il mio cervello.
Penso, penso, penso, tutto il giorno, da quella che mi sembra un'eternità.
Nessuna voce, nessun odore, nulla se non l'immensità del vuoto.
So che mi sveglierò, prima o poi, ci volessero altri mille anni, so che la mia vita non è ancora finita, o tutto questo non sarebbe successo.
Soprattutto, devo chiedere a George come ha fatto a sapere che io stessi per morire, come lo ha capito, perchè si è smaterializzato lì, in quell'esatto momento.
Ma, per ora, galleggio soltanto nello spazio cosmico.
"Svegliati, ti prego" un sussurro, un singhiozzo, mi salta all'orecchio.
Sto forse smettendo di galleggiare e basta? Le sensazioni diventano più reali. Sento il morbido materasso sotto di me, il calore della coperta, una mano stringere la mia. È tutto così accogliente.
Devo solo aprire gli occhi, piano piano, non sarà troppo difficile. Ricordo di averlo fatto innumerevoli volte, dopo le lune piene più significative: in infermeria, ad Hogwarts, tutti i miei amici attorno a me per notti e notti finchè, finalmente, non trovavo la forza di svegliarmi.
Non posso continuare a comportarmi come un essere impotente, non voglio esserlo, anche se non dipende da me. Non è mai dipeso da me, in verità.
Come se stessi risorgendo lentamente, la presenza a me stessa inizia ad essere carnale. La morbidezza del lenzuolo, il naso freddo, le voci in lontananza della mia famiglia, tutto raffiora ai miei sensi.
E, come se non lo facessi da una vita intera, apro gli occhi.
Il maglione rosso con la G ricamata in oro calza a pennello sul mio caro fratellone, pallido come un lenzuolo, e con un viso quasi diverso. Chissà da quanto dormo.
Con gli occhi lucidi, mi guarda come se avesse appena visto un fantasma. E non ha tutti i torti, devo essere sincera.
Appena prendo completamente coscenza di ciò che sta succedendo, scoppio a piangere come non ho mai fatto in tutta la mia vita. Fiumi incessanti di lacrime, e lui che mi stringe la mano ipnotizzato.
"George, mi dispiace!" ha cambiato sguardo, mi guarda male "So che sei arrabbiato, è comprensibile, ma prova a metterti nei miei panni! Mi avevi appena fatto capire quanto fossi solo un peso, non potevo più sopportare questa condizione!".
Tiro tutto fuori, senza una pausa, un respiro, nulla. La mia schiena si stacca dal letto su cui sembra essere stata per tanto, tanto tempo, e mi alzo a sedere.
"Hai ragione, hai ragione su tutto: Fred è" vengo interrotta da una voce proveniente da fuori, dalle scale che portano in questa camera.
Non sono sicura di avere sentito bene, sarà che sono stata sorda per tempo, o magari sento le voci, chi può dirlo.
La porta si apre lentamente, una testa rossa fa capolino dalla fessura.
"Fred, è pronta la" si zittisce appena incrocia il mio sguardo: la non presenza di un orecchio mi fa sussultare.
Non ci posso credere, la gioia è così forte che non riesco a non continuare a piangere, profondamente incredula. Prendo il viso del gemello di fianco a me, giusto per controllare ulteriormente: ha entrambe le orecchie.
"George, lo vedi anche tu?" la voce quasi non mi esce, come se le mie corde vocali fossero ghiacciate.
"Mai visto così bene" mi risponde mio fratello, la voce felice come non gliela sentivo da tanto tempo.
"E mi vedrete fino alla morte, nessuna scusa adesso" risponde lui, è così bello sentirlo di nuovo.
Come se le forze mi fossero raffiorate nel giro di un millesimo di secondo, le mie braccia si stringono al suo collo, in un abbraccio che durerà da adesso fino alla fine dei nostri giorni.
Senza che io neppure possa calcolarlo, con le lacrime agli occhi e le mani tra i suoi capelli, le mie labbra toccano le sue, con tutta la passione che posso trasmessa in un misero bacio, e tutta la mancanza insieme a lei. Lui ricambia, senza battere ciglio: il nostro desiderio di anni si è avverato, non possiamo più negarlo.
Ora è tutto dannatamente più chiaro, era "Perchè no?" la parola magica, quella che ha fatto si che lui tornasse tra i vivi. Ce lo aveva fatto capire innumerevoli volte, ma noi eravamo troppo stupidi per redercene conto: tutti i fuochi d'artificio che faceva esplodere all'interno della nostra camera, quelli dal fumo colorato, erano quelli chiamati con il mio nome.
"Questo piano lo stavo progettando da una vita" esordisce lui dopo qualche secondo, sembra che George sappia già tutto, lo sta spiegando a me "Eppure, le cose sono andate leggermente storte".
Quando sono scomparsa da Hogwarts, dice, aveva partorito una teoria secondo cui - incredibile ma vero - io mi ero fatta invisibile a tutti tranne che a Draco Malfoy. Questa cosa ha scatenato un meccanismo di vendetta nella sua mente, e ha deciso di ripescare, da qualche parte, quella vecchia ricetta che avevamo creato anni e anni prima io e lui.
"Ci ho messo mesi ma alla fine ce l'ho fatta" ridacchia leggermente, e il suo viso si incupisce "Poi tu sei tornata da noi, e non potevo permettermi che tu la vedessi perchè, sebbene non volessi più propriamente vendicarmi, pensavo sarebbe stato comunque uno scherzo clamoroso".
Ha nascosto il nuovo flacone di Incorporea insieme a tutti gli altri e, purtroppo, insieme a quello che aveva usato come spunto, quello di sei anni prima, di cui la chiave era dentro di me.
Sono scomparsa di nuovo, quando mi sono nascosta nella Stanza delle Necessità insieme a tutti gli altri, ma lui pensava che i mangiamorte mi avessero preso con loro di nuovo, e che io avessi accettato.
"E allora ho avuto la magnifica idea di fare finalmente il famoso scherzo dell'Incorporea, ma" si ferma, il suo senso di colpa lo sta uccidendo.
"Ma hai sbagliato flacone" finisco io, anche il mio senso di colpa mi sta uccidendo.
Pensare che l'ho lasciato invisibile per più di un anno e mezzo mi deteriora l'anima. Non ci ha messo tanto a capire che la pozione non era la sua ma la mia, ma era troppo tardi in ogni caso perchè io me ne ero già andata, lontana da tutto e tutti.
Poi mi ha mandato la lettera a nome di George, perchè entrambi saremmo stati troppo orgogliosi per palesarci assieme, e in qualche modo io dovevo tornare alla Tana perchè nessuno aveva idea di dove fossi finita.
Ha fatto esplodere il fuoco perchè pensava che avrebbe acceso una lampadina nella mia mente, ma come non è stato così per il primo non lo è stato nemmeno per tutti quelli a seguire.
"E lo specchio, che c'entrava?" chiede George, a quanto pare questo pezzo di storia non lo ha raccontato nemmeno a lui.
"Era l'unico modo per far si che mi vedeste" risponde, e poi sospira "Ma prima che potessi darvi qualsiasi indizio tramite quello, ve lo siete dimenticato".
Finalmente, sono riuscita a vederlo, al matrimonio di George e Vera, perchè ormai ero consapevole che lui esistesse e questo lo ha reso più visibile. La regola numero uno della nostra pozione recitava che la vittima non doveva assolutamente dire la parola magica, oppure avrebbe perso materia e sarebbe stata davvero invisibile, a tutti.
"Non avete idea di quante volte io l'abbia pronunciata, quella frase" ridacchia, ma si percepisce l'amaro "Ma, non so come e perchè, tu sei riuscita a vedermi nuovamente".
Probabilmente, dice, perche ormai nasceva in me la convinzione che lui fosse davvero ancora vivo, e questo lo ha reso un po' più forte.
"Sta di fatto che non volevo assolutamente rischiare nuovamente, perchè se no tu non mi avresti mai più rivisto, e avresti pensato di essere solo pazza" estremamente accurato, devo dire.
Ma io avevo capito tutto, quella sera, quando la foto appartenente a Fred è capitata proprio tra i miei ricordi, eppure non ricordavo ancora la parola magica.
Ha fatto espoldere, in tutto, diciasette fuochi che portavano quel nome, quel dannatissimo nome, eppure nessuno ci è arrivato. O meglio, io non ci sono arrivata, tutti gli altri non volevano arrivarci.
"Poi, grazie a Godric, ho deciso di palesarmi anche a George" alzo lo sguardo, interdetta.
Mi raccontano insieme: quando io sono tornata alla Tana, dal San Mungo, Fred ha capito che lui non avrebbe potuto fare nulla in quel momento, perchè io stavo perdendo la speranza. Tutto era nelle mani di George.
Allora, dopo che il piccolo Fred è nato, ha parlato in privato al suo gemello, sussurandogli all'orecchio semplicemente: "Perchè no?".
"Ed io ho capito" ammette mio fratello da dietro di me "Ho capito che ero stato uno stupido".
Il resto è storia: lui è venuto da me in fretta perchè sapeva cosa avevo intenzione di fare, mi conosce troppo bene per non saperlo, e mi ha indotto a pronunciare la frase.
"Ed eccomi qua" annuncia Fred infine, io mi catapulto nuovamente tra le sue braccia.
Gli chiedo scusa continuamente, senza fermarmi, come se fossi un disco incantato, lui mi accarezza i capelli dolcemente, baciandomi la fronte.
"Non è colpa tua" ammette, zittendo ogni voce accusante nella mia testa.
Mi era mancato così tanto..
che carini ragazzi, i miei protetti. finalmente, dopo capitoli e capitoli, i bro si sono ricongiunti! che ne pensate?
soph 💓[ti consiglio di fermarti qui prima della completa revisione di ogni capitolo, perchè la storia è cambiata completamente e non vorrei che ti si scombussolasse tutto. magari torna tra qualche giorno a vedere, a tuo rischio e pericolo HAHAHA]
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fred weasley ~ why not? [in revisione]
Fanfiction💙 Il blu è il colore del cielo terso e del mare profondo. È il colore più spesso associato all'armonia, la fedeltà, la distanza, l'infinito, l'immaginazione...e, a volte, alla tristezza. ( •...• revisionato)