Leila Dana Weasley

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12 agosto 2000

C'è chi può dire che la nostra sia stata una scelta azzardata, e io non sono assolutamente nessuno per andargli contro, ma andiamo: ho ventuno anni ormai, e lui ventidue, saremo liberi di fare ciò che vogliamo?
    Devo dire che quando abbiamo rivelato la nostra relazione alla famiglia Weasley sono rimasti parecchio confusi, ancora vivono negli anni d'oro della nostra parentela, in poche parole. In verità, mi ha rivelato Molly in un secondo momento, se lo aspettavano tutti da parecchio tempo, lo shock è stato solamente iniziale.
   "Leila Dana Weasley, suona in modo così regale" ha ammesso, l'unica ad appoggiare la cosa in maniera tempestiva. Io lo dico da anni, da quando ho cominciato a parlare, praticamente.
    Ma adesso, a distanza di ormai otto anni, di essere la principessa che abita in un suntuoso castello e ha tutto servito e riverito non ho più voglia, perchè sono amata e amo con tutto il mio cuore. E questa è l'unica cosa che conta.
   "Leila Dana Weasley" irrompe nella stanza dove mi sto preparando per il grande giorno il mio fratellone, mi ero dimenticata di chiudere la porta e lui è piombato sul letto con le lenzuola color glicine su cui sto leggendo il mio libro babbano preferito.
   "Non puoi stare qua a leggere anche poco prima del tuo matrimonio, è imbarazzante!" lui ridacchia e gli uccellini cinguettano in sottofondo, ho un deja vu.
    Gli rivolgo un enorme sorriso, ci mancava solo Fred come seconda voce del coretto e la situazione sarebbe stata perfetta, assolutamente perfetta.
    Comincia a fissarmi in maniera maniacale mentre, ignorandolo, continuo a passare gli occhi sui fiumi di parole che ho tra le mani, ma grazie a Godric non sono più un licantropo, perciò la pazienza non mi manca.
   "George, amore, non darle fastidio!" grida Vera appena tornata dal bagno con, in braccio, il piccolo Fred "È già abbastanza stressata senza che tu faccia il bambino...".
   "In verità, l'unica stressata sei tu" ammette lui, sbuffando in precedenza.
   "Almeno lo sono io, direi!" replica lei subito, mentre, con attenzione, mi passa le mani sulle pieghe del vestito bianco che indosso.
 

  Effettivamente, da quando Fred mi ha fatto la proposta, circa due settimane fa, è stata Vera a preoccuparsi - per sua spontanea volontà, sia chiaro - di qualsiasi cosa. Io e lui volevamo qualcosa di tranquillo, senza troppi invitati e senza troppe pretese, per festeggiare il nostro amore e basta.

   "Questi due pazzi hanno deciso di organizzare tutto in quattordici giorni, e non sono nemmeno un po' nervosi!" mi prende per mano e mi fa alzare in piedi, mi passa la bacchetta tra i capelli.
    Due sabati fa, infatti, eravamo sul divano della Tana dopo la classica cena di famiglia, abbracciati davanti al camino spento. Avevamo appena finito di discutere sulla mia potenziale idea di tornare ad Hogwarts per fare l'ultimo anno e così ricevere il diploma, perchè per insegnare devo per forza concludere i M.A.G.O a pieni voti, e lui si era espresso apertamente contrario.
    Mi stavo per addormentare perchè sfinita dalla litigata appena avvenuta, ma lui mi ha stretto la mano e mi ha baciato sulla testa, attirando la mia attenzione.
   "Va bene" ha ammesso "Non mi opporrò ulteriormente se è ciò che ti rende felice, però prima ci sposiamo".
    Mi ha lasciato assolutamente allibita, effettivamente mi sarei aspettata qualsiasi cosa da Fred Weasley tranne una proposta di matrimonio. L'ho guardato dubbiosa, con le sopracciglia aggrottate e un leggero sorriso di confusione.
    E lui si è inginocchiato, attirando l'attenzione di tutta la tavolata dietro di noi.
   "Allora, ti va di tornare Leila Dana Weasley?" mi chiede, classica frase d'effetto da film romantico. Ma, devo ammetterlo, un po' mi sono commossa.
   "Ma la scuola inizierebbe tra un mese, dovremmo farlo subito..." ho risposto io.
    Lui ha alzato le spalle, senza dire nulla, e allora io ho annuito, con le lacrime agli occhi e la voglia di vivere tutta la mia vita con lui raddoppiata rispetto a qualche secondo prima. Gli ho allacciato le braccia al collo e, assieme, siamo caduti all'indietro, sul tappeto d'epoca davanti al camino.
   "E non devi cambiare cognome se non vuoi, era per lasciare il segno" ha detto lui sussurrando, mentre tutti gli altri applaudivano. Ho riso e l'ho baciato, tutto l'amore che in quel momento potevo trasmettere era lì dentro.
    Mentre ricordo quello che rimarrà scolpito nel mio cuore come uno dei momenti più belli della mia vita, Vera finisce di sistemarmi i capelli e mi invita a girare su me stessa qualche volta. Non lo ammetterò ad alta voce, ma la ringrazio con tutto il cuore: forse, la me bambina aveva bisogno di sentirsi davvero un po' principessa.
   "Sei bellissima, Leila" dice Vera, sembra quasi commossa. Assurdo, in tutti questi anni l'ho vista piangere tante volte, ma fa uno stranissimo effetto vederla piangere di gioia per qualcosa che riguarda me. È davvero maturata molto.
   George rimane impassibile, non saprei descrivere con certezza l'espressione che ha in volto: sembra felice, eppure ha gli occhi un po' spenti. La mia amica, accorgendosi della situazione, si congeda dalla camera e raggiunge gli altri nel giardino, dove tutto è allestito per il matrimonio.
 

  Continua a guardarmi per qualche secondo, non dice assolutamente nulla. In nostri respiri sono sincronizzati, faccio fatica a pensare che anche i nostri cuori non stiano battendo all'unisono. Finalmente, sorride.
   "Sorellina" dice, semplicemente questo, un tono di voce confortevole, le mie spalle si rilassano immediatamente "Vorrei che tu leggessi questa".
    Mi porge, da seduto ancora sul letto, una busta color panna, sopra c'è scritto - illeggibile, ma ormai lo conosco - il suo nome in inchiostro verde salvia. È un po' sbiadito, ma so che riuscirò a leggere perfettamente tutto: è da tempo che aspetto di leggere questa lettera.
    È già aperta, credo che la abbia fatta leggere anche alla sua brutta o bella copia. Prendo fuori delicatamente la pergamena, è rimasta intatta, come se circolasse in un epoca passata e fosse in mano mia per magia. La data appare nell'angolo in alto a destra: 13/02/1998.

Condividiamo, per modo di dire in alcuni casi, lo stesso sangue, ragazzi: dovevate aspettarvi che vi avrei proposto una cosa del genere! Ma, a dire la verità, spero aiuti più voi due che me, brutti pesci lessi! Più vi guardo e più penso che dovreste farvi un enorme esame di coscenza su quello che è l'amore, e, quando avrete realizzato che vi siete aspettati a vicenda per tantissimo tempo, dovete prendervi e mangiarvi, caspio! Certo, parlo da ragazzo che ancora non sa nulla sulla vita, e ha proposto di scrivere queste stupide lettere perchè ha paura della morte, ma sull'amore qualcosa ne so, e so che tra di voi è chiaro che ci sia. E adesso voi direte: "Siamo stati fratelli per una vita, il nostro è un amore platonico!" per pararvi il culo - scusate il francese - ma voi lo sapete che è così! La vita è una, e bisogna sprecarla in modo efficente, se no non ha senso. Quindi, amatevi, per l'amor di Godric!

"Solo tu avresti potuto scrivere questa lettera, Forge" in tutta la lettura fino ad ora mai mi sono imbattuta in qualcosa di autoreferenziale o egoriferito. Ed è assolutamente assurdo, ma anche molto in linea con quel pazzo del mio fratellone.

Ora, dopo aver svolto il mio ruolo da cupido - o almeno, tentato - elencherò una serie di cose per cui voi siete le mie persone preferite. Leila, sorellina, tu risplendi di luce tua, non potrei non volerti un bene immondo, sei a tratti un po' aggressiva ma nessuno è perfetto! Fred, tu mi piaci solo perchè sei la mia copia, ma peggiore. A parte gli scherzi, che per una volta nella mia vita vorrei tenerli da parte, sei la mia metà, non potresti non essere la mia persona preferita in assoluto. Colui che ha condiviso ogni singola cosa con me fino ad ora, mi hai appoggiato in tutto e per tutto, sei il miglior fratello che avrei mai potuto desiderare. I vostri cuori e il mio sono amici di vecchia data, ormai battiamo tutti lo stesso ritmo. Se leggete questa lettera, effettivamente saranno solo i vostri cuori a battere, ma fate finta che ci sia anche il mio lì con voi! E appoggiatevi, nel caso, a vicenda, perchè se uno di voi due dovesse morire avrei bisogno dell'appoggio dell'altro e credo proprio anche voi.
Detto questo, come disse un grande autore babbano di cui non ricordo il nome: me ne vado alla ricerca di un grande forse, ragazzi! E vi devo fare una confessione: siete stati degli ottimi compagni di vita.
George Weasley

Le lacrime assalgono i miei occhi prima che possa effettivamente finire di leggere, poi quando l'ultima parola lascia la mia attenta vista per guardare negli occhi il mono-orecchio, scoppio a piangere. Certo i sensi di colpa, che quelli non mancano mai, ma più di tutto il resto la gioia nel comprendere le persone importanti che mi circondano, in primis lui, George.
    Le sue braccia mi avvolgono stretta, qualche minuto di sospensione nel vuoto, dove l'odore di casa è l'unica cosa che percepisco, insieme al calore dell'abbraccio sulla pelle della mia schiena.
   "Torniamo parenti, sorellina" anche lui la voce tremolante di chi si sforza di non piangere.
   "Non abbiamo mai smesso di esserlo, Forge" mi lascia un bacio sulla testa, e stringe un po' la presa.
    Ed è arrivata l'ora: l'orologio a pendolo del corridoio risuona con eco per dieci volte, io e George ci guardiamo separandoci lentamente dal nostro eterno abbraccio. Nessuno dei due riesce a parlare, respiriamo solamente a fatica.

fred weasley ~ why not? [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora