28 dicembre 1996
LeilaOrmai non ha nemmeno senso raccontare ciò che succede, l'unica cosa che posso fare è lamentarmi per ciò che non succede. Mi manca il natale della Tana, quando improvvisamente si era più del previsto: c'erano Vera e Flynn, poi Hermione e Harry sempre, Lee qualche volta. L'odore di pane fresco di prima mattina, poi il calore della legna che bruciava nel camino davanti al quale ci riunivano tutti per aprire i regali.
Le battaglie a palla di neve, a cui io non partecipavo mai e, nel caso in cui partecipassi, non vincevo mai per colpa di Fred e George.
Poi gli spettacoli con i fuochi d'artificio dei gemelli, che anche se nevicava da matti riuscivano a inventarsi qualcosa.
E il cenone più buono dell'anno, con qualsiasi cibo che si potesse mai desiderare, e la gustosa zuppa di nocciole di Molly.
Mi manca tutto, e tutti soprattutto: mi hanno obbligato ad abbandonare la scuola, mentre Draco se l'è spassata a compiere il suo secondo compito, la sua cerimonia di iniziazione.
Ancora non è successo, ma manca poco, e non voglio nemmeno dire o pensare ciò che avverrà, mi fa solo ribrezzo. Tutti loro mi fanno ribrezzo, odio stare qua e odio la gente che mi ci ha portato, vorrei che morissero tutti e poi vorrei morire io.
Ci ho provato, qualche volta, ma la me interiore - non so se la mia coscienza o il mio masochismo - e anche la presenza di Draco mi hanno fermato. Non so a cosa mi avrebbe portato, ma so che qualunque cosa potrebbe essere meglio di questa, anche il silenzio eterno.
Qualcuno bussa alla mia porta, dallo specchio davanti a me rivolgo il volto verso gli occhi agghiaccianti del mio amico, vecchio amico, che viene verso di me correndo, e con un braccio teso avanti.
Appena mi stringe il braccio, il mondo attorno a me comincia a girare e io con esso, in una spirale di luoghi, odori e colori indescrivibile, finchè non atterriamo, cadendo, sulle strade ciotolate di Diagon Alley.
"Godric, ma sei pazzo?" gli grido contro, sa benissimo che odio smaterializzarmi.
Eppure, a stento trattengo la gioia quando vedo, alla fine del vicoletto dove siamo atterrati, i colori sgargianti del nuovo negozio dei gemelli. Mi volto quasi commossa verso Draco, lui sorride e mi fa cenno di andare da loro.
Ho una felpa scura addosso, alzo il cappuccio in modo che mi copra i nuovi capelli e, più di tutto, la faccia. Eppure, probabilmente, l'entrata nel paese delle meraviglie mi inganna, perchè alzando il viso meravigliata probabilmente in molti mi hanno vista.
È incredibile, i colori sgargianti, la quantità di prodotti originali, l'odore che non mi scorderò mai di polvere da sparo. La gente che grida contenta, quelli che provano le cianfrusaglie in esposizione, i bimbi con i loro genitori. È tutto così famigliare, amo questo posto.
Mi avvicino al fantomatico scaffale dei fuochi d'artificio, c'è ne sono di tutti i colori e soprannominati in maniere sempre più buffe, ma la mia attenzione cade su uno in particolare: è piccolo, incartato con una carta rossa luccicante, e sopra a lettere enormi e dorate c'è scritto il mio nome.
Sotto "Leila", c'è un'altra scritta, minuscola e quasi impercettibile, di un colore un po' più scuro: dice "Perchè no?". Sorrido, con malinconia.
Una ragazza mi affianca, il mio sguardo rivolto verso il basso nota le sue scarpe di un rosa acceso e le calze colorate, non c'è bisogno che apra bocca perchè io la riconosca.
"Ha bisogno, signorina?" la vice acuta di Vera è come un vento caldo sulla pelle, un risveglio del cuore "Mi chiamo Vera Mills, lavoro qui".
Non ho il coraggio di rispondere, sto zitta e ho l'istinto primario di chiudere gli occhi e scomparire. Ma lei continua a parlare.
"È la sua prima volta qui, mi sembra di capire" non riesco neppure ad annuire, mi vengono solo gli occhi lucidi, e la mia mano stringe il fuoco d'artificio che tiene.
Sento piano piano il cappuccio della felpa scivolarmi via - probabilmente uno scherzo della mia amica - il mio cuore manca di un battito. La lunghezza dei miei capelli neri corvini che mi svolazzano attorno alle spalle, e i miei occhi che spiritano.
Senza pensarci un secondo, scappo verso la porta d'uscita con ancora il fuoco in mano. Scendo le scale con la mia amica che mi insegue, urlando il mio nome a voce estremamente alta.
Prima che io possa uscire e correre via, una mano mi afferra il braccio sinistro, una presa forte. Mi volto in fretta, per rivelarmi completamente al mio possessore: gli occhi lucidi di Fred mi fissano, increduli.
Abbassa lo sguardo verso il mio braccio senza dire una parola, sappiamo entrambi che quello che sta pensando è completamente vero. Presto veniamo raggiunti da tutti gli altri: c'è George, che mi guarda sull'orlo di piangere, Vera è stretta a lui, mi giudica con lo sguardo.
Lee Jordan, il solito sorrisetto che mi rassicurava è sparito, sta in piedi appoggiato alla ringhiera delle scale che portano al piano superiore, di fianco al mio migliore amico, Flynn, che cerca di sorridermi ma non ci riesce.
Vorrei sotterrarmi, tutto il negozio si è fermato, e tutti gli occhi sono puntati su di me.
Vera, che fra tutti sembra quella che vorrebbe per prima vedermi morta, prende la parola:"Cosa hai al braccio?".
Abbasso lo sguardo, vergognata. Non voglio dirlo ad alta voce, e non qua soprattutto, e pensavo avrebbe capito, che avrebbero capito tutti un minimo.
Sanno che non sono scappata, ma sono stata rapita, ne sono completamente consapevoli.
"Devo andarmene" riesco a sussurrare, rischio di esplodere a piangere da un momento all'altro.
Ho perso me stessa, negli ultimi tempi. Non riesco neanche più ad arrabbiarmi, non sono più la Leila a cui da fastidio qualsiasi cosa, e sebbene fosse un enorme difetto, era la prova che avessi delle emozioni, al contrario dei mostri di cui mi leggevano le storie. Adesso non sento più nulla, ed è terribile.
"Perchè fai sempre finta di nulla?" continua la mia amica dai lunghi capelli biondi, esausta. Anche io lo sarei con davanti una persona che non si fa viva da mesi e non mi vuole dire ciò che ha passato.
"Vogliamo aiutarti, Leila" aggiunge George, il tono di voce sempre calmissimo.
Guardo Fred negli occhi, qui bellissimi occhi color caramello, e sospiro. Senza dire nulla mi smaterializzo nello stesso vicoletto di prima, Draco è seduto su una cassa e mi guarda con sguardo interrogativo.
"Che ci fai qui?" chiede, mi sembra una domanda così assurda.
Corrugo le sopracciglia, adesso sono seriamente confusa.
"Non ti ho portato qui per poi tornare a casa mia con te" ammette, sospiro dall'esasperazione.
Negli ultimi giorni abbiamo legato abbastanza, soprattutto dopo che mi ha fermata da compiere l'atto finale. Mi sono aperta con lui, non abbastanza forte per continuare ad odiarlo. Sono debole.
"Se sei disposta a combattere, allora non sei così debole come vogliono indurti a pensare, Leila" comincia, non pensavo fosse capace di pensieri elevati.
Si alza in piedi, dandomi la possibilità di sedermi dove prima stava lui. Mi mette le mani sulle spalle, sento il suo tocco più caldo del solido.
"Non decidere mai ciò che necessita di essere scelto, e morire non fa parte delle opzioni" sembra avere il tono arrabbiato, ma so che non è così. Sta cercando di caricarmi, e devo dire, non è così invano.
Sa che ho provato ad uccidermi anche se non ne abbiamo mai parlato direttamente. Era sera tardi e io stavo scendendo le scale della villa con delle ampolle di veleno rosa sgargiante, lui è uscito dalla sua camera e mi ha fermata con un semplice "dove vai?".
"La morte è semplice" aggiungo io, sospira, sta cercando di essere il più compassionevole possibile ma con scarsi risultati.
"Perché risolverebbe tutti i nostri problemi, sicuro" abbassa lo sguardo, poi si mette in ginocchio davanti a me, per far si che i nostri occhi non si stacchino di un millimetro gli uni dagli altri.
"Non ti posso promettere che poi si stia meglio, perché non lo so. Posso solo dirti che sei sempre stata una persona potente, non solo perchè sei capace di cose che vanno oltre alla magia, ma perchè hai qualcosa" non finisce la frase, ma so cosa vuole intendere.
Sono nata licantropo, sono cresciuta licantropo e morirò licantropo, e non è una cosa facile. Non solo per la quantità di paura che provoco in chi mi sta attorno, ma perchè si comincia a combattere contro il dolore - fisico e emotivo - da piccolissimi.
Lo guardo, facendo trasparire quelle due fossette che mai mi hanno lasciata.
"Poi hai tante persone attorno che ti vogliono bene" mi sorride, si sente un po' in colpa per l'affermazione di prima.
"È difficile affidarsi alle persone" guardo la fine del vicolo, le luci dei Tiri che riescono ad illuminarci i visi anche da lontano "Nessuno è in grado di comprendere ciò che siamo realmente, ognuno lo fa secondo suo punto di vista".
"Infatti non devi cercare affidamento dagli altri, solo amore" mi vengono quasi gli occhi lucidi, ho ritrovato l'emotività che non ho mai avuto.
Draco mi porge la mano tesa, questa volta non mi vuole portare da nessuna parte se non alla sua altezza, per abbracciarmi. Sussurra qualcosa, sembra stia quasi tremando.
"Sono tanti i brutti periodi, forse sono la maggioranza e raramente vengono interrotti da attimi di felicità, ma cerca di affidarti a quelli, agli attimi di gioia. I deboli non sono pronti a combattere, tu si" prima che possa anche solo ringraziarlo, si separa dal nostro abbraccio e si smaterializza, lasciandomi sola a piangere con i miei pensieri.
Due ombre coprono la mia fonte di felicità, la mia luce, stranamente identiche non riesco a non riconoscerle.
Tuttavia, la loro vista mi ha fatto sussultare in maniera plateale, e i miei due gemelli preferiti sono scoppiati in una fragorosa risata.
Senza dire assolutamente niente si siedono davanti a me, appoggiati al muro del Ghirigoro, entrambi mi guardano contenti, ma Fred sembra davvero felice.
"Il nero non è il tuo colore" ammette portando la sua bacchetta vicino alla mia testa.
Con uno strano incantesimo - probabilmente scoperto al fine di fare qualche scherzo - i miei capelli ritornano del loro colore naturale, non mi avrebbe potuto fare regalo di Natale più bello.
Anche se, essendo onesti, Draco sarà imbattibile per molto tempo..
al prossimo capitolo 💓
soph 💓
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fred weasley ~ why not? [in revisione]
Fanfiction💙 Il blu è il colore del cielo terso e del mare profondo. È il colore più spesso associato all'armonia, la fedeltà, la distanza, l'infinito, l'immaginazione...e, a volte, alla tristezza. ( •...• revisionato)