8 agosto 1999
"Da quanto tempo non ti fermavi a guardarle?" dice George, mettendosi di fianco a me, con lo sguardo dritto verso il cielo.
"Tanto, mi mancava la Tana" dico mentre, pian piano, i ricordi cominciano a passarmi davanti gli occhi come immagini di una pellicola sbiadita.
Una stella illumina il cielo molto più di ogni altro corpo celeste, sembra quasi ci sorrida, i miei occhi si velano di un sottile strato bagnato, perchè so che è lui.
"Sai, Forge" anche questo soprannome mi fa male, ma non riesco a farne a meno "Sono scappata da tutto questo perchè avevo paura di ricordare".
Lui sospira, mi prende silenziosamente la mano e me la stringe. Nessuno dei due ha il coraggio di guardarsi negli occhi, ma sento i nostri cuori battere all'unisono.
"Pensavo che tornare non sarebbe servito a niente, solo a fare del male a me stessa, e non mi sono accorta di quanto questo pensiero fosse egoista e stupido" comincio a piangere, e la mia voce lo fa capire benissimo "Mi era mancato pensare a lui".
Si sdraia sull'erba bagnata che sta ai nostri piedi, lo sguardo costantemente rivolto nei confronti del firmamento. Lo seguo e mi appoggio al suo petto, il suo respiro mi culla mentre il silenzio fa si che i ricordi nuovamente mi invadano.
"Mi sono tinto i capelli di viola, appena è successo" ridacchia, io con lui "Non riuscivo a guardarmi allo specchio, non ci riesco ancora"
Avevo letto sulla Gazzetta del Profeta, quando ancora il gufo mi mandava il giornale quotidianamente, della chiusura dei Tiri Vispi Weasley. È stato il giorno in cui ho disdetto l'abbonamento, perchè non potevo permettermindi stare così male, non per qualcosa che non potevo cambiare.
Glielo racconto, lui sorride nuovamente.
"Mi dispiace, ma non potevo mandarlo avanti da solo, manca quell'allegria che lui metteva in ogni cosa" ammette, io annuisco.
"È comprensibile, George, non ti devi sentire in colpa di nulla" lo provo a rassicurare, sento il suo petto muoversi a scatti.
Sta piangendo.
"Vera mi è stata vicina, senza di lei non so come avrei fatto" prende un respiro profondo "Perciò le ho chiesto di sposarmi".
Lo guardo e, per tempismo o per coincidenza, anche lui mi guarda, i suoi occhi si illuminano.
"Ah, Li, mi ero totalmente dimenticato: ti va di essere la madrina del nostro futuro figlio?" chiede, sorridente.
Mi alzo dal suo petto per guardarlo dritto negli occhi, gli occhi del suo gemello, e senza pensarci nemmeno un secondo mi butto tra le sue braccia, sorridendo come non mai.
Gli grido nell'orecchio un "ovvio" che probabilmente lo ha stordito per qualche secondo.
"Ti prego, lasciamene almeno uno di orecchio" ci mettiamo a ridere entrambi come due bambini.
Di nuovo, come se i suoi occhi si fossero illuminati improvvisamente, si alza e mi prende per mano, invitandomi a seguirlo. Si fa strada per il bosco, so benissimo dove vuole portarmi e non opporrò alcuna resistenza, per quanto possa distruggermi l'idea di entrare nel posto che per troppo tempo è stato di noi tre.
Passare per lo stesso sentiero che abbiamo percorso centinaia di volte assieme mi fa sentire come se stessi calpestando un cammino intoccabile, e intanto mi sento perennemente osservata.
Arriviamo lì sotto, la solita luce perennemente accesa che illumina i nostri visi. Porta la mia mano sulla superficie di quell'enorme tronco e, sotto le mie dita, sento scorrere le parole 'Fred&Leila&George'.
"Lo ha scritto lui tantissimo tempo fa, mi ricordo che abbiamo anche litigato perchè aveva messo il tuo nome prima del mio, e mi ero offeso" dice con gli occhi ancora più lucidi, ma con il solito ghigno sulle labbra "Saliamo?".
Inizia a percorrere le scale e si ferma per aprire la porta della piccola casetta, mi tende la mano, io l'afferro decisa e salgo dietro di lui: è tutto come l'ultima volta in cui ci ho messo piede.
Mi sfilo la felpa per lo strano calore che ci avvolge, poi mi butto sui comodi cuscini con le nostre iniziali ricamate per godermi la meraviglia di questo posto fantastico.
Guardo le mensole davanti a me con, appoggiate sopra, le loro varie boccette contenenti le pozioni sperimentali di vari colori, e tra tutte il mio sguardo cade su una con l'etichetta della pozione invecchiante, sovrastata da una grande X rossa: l'avevano usata dopo poco il mio ritorno da Durmstrang per partecipare al Torneo Tremaghi e, alla fine, si erano ritrovati con la barba lunga e i capelli bianchi.
Mi scappa una risata, e anche George comincia a ridere insieme a me: abbiamo pensato alla stessa cosa, nello stesso identico momento.
Lui sta, però, cercando qualcosa nel grande baule alla fine della stanza. Prende fuori ogni tipo di piccolo oggetto che avevamo, con cura, messo lì dentro per i momenti morti, oppure per le botte di ispirazione casuali che spesso ci venivano quando eravamo quassù.
"Eccole!" esulta, poi si volta verso di me, e appoggia quei tre oggetti della morte sul tavolo in mezzo alla stanza.
Davanti a noi sono, una sopra l'altra, le tre lettere che abbiamo scritto qualche tempo prima che Fred morisse, quando tutti noi pensavamo che ci fosse la possibilità di non vederci mai più, ma non ce ne rendavamo seriamente conto.
"Ti ho aspettato, non ho voluto toccarla" ammette, con il cuore in mano.
Afferra la sua con tanta delicatezza, la apre facendo attenzione a non recarle alcun danno e, dopo aver cercato la mia approvazione, la legge ad alta voce.George e Leila, Forge e Leia.
Vorrei ribadire che ritengo questa cosa che tutti e tre stiamo facendo veramente tanto stupida, perchè siamo inseparabili, da sempre e per sempre, nulla potrà mai rompere questo legame che ci tiene stretti.
Anche se, conoscendo la nostra signora Lupin/Weasley, e non per essere egocentrico ma per esprimere un dato di fatto, io adesso so che mi sto rivolgendo solo a te, caro Georgie, perchè lei si sarà rifugiata da qualche parte nel mondo per dimenticare di avere origini magiche, non solo perchè è toccato a me, anche se fosse toccato a te. Quindi ti faccio una grandissima richiesta, nel caso, oppure lo dico direttamente a te, Leila: io ti amo, tantissimo, non ho mai smesso, e non hai idea di quanto io vorrei dirtelo ogni giorno della mia vita, ma è sconveniente, e sappiamo tutti che il rifiuto Fred Weasley non lo accetta.
Sappiate che sarò per sempre al vostro fianco, per tutta la vita, potrete percepirmi. Oppure potrei farvi un gigantesco scherzo, me lo segno in agenda.
Apparte gli scherzi, se stai leggendo queste parole, allora, non ce l'ho fatta seriamente, quindi: ricordi lo specchio che abbiamo trovato al terzo anno mentre scappavamo da Gazza dopo avere fatto quasi saltare in aria il suo gatto? Ce n'è un pezzo, e tu sai dove.
Ti voglio bene, Forge, e ti amo, Leia.
Il vostro Gred.
P.S. Avete proprio bisogno di una doccia, ragazzi, lasciate che faccia io per voi.Ci troviamo bagnati fradici dalla testa ai piedi per non so quale meccanismo strano, ma sta di fatto che le copiose lacrime che scendevano dai nostri occhi sono state asciugate da una fragorosa risata.
Non ti smentisci mai, Fred.
George mi porge la mano, si vuole smaterializzare da qualche parte, e non ho intenzione di seguirlo se non mi dice prima dove stiamo andando.
"Dove andiamo?" gli chiedo curiosa, allora.
"Lo hai sentito anche tu, vuole che andiamo dallo specchio" dice come se fuori non fosse buio, vone se entrambi non avessimo idea di che ore sono - tardi, molto tardi - eppure lo stringo senza esitare.
Mentre il mondo attorno a noi non smette di girare, le parole di Fred non smettono di rimbombarmi nella testa.
Anche io lo amavo, e pensare che avremmo potuto vivere il nostro momento felice anche solo per una frazione di secondo mi fa arrabbiare contro me stessa.
Perchè io mi sono comportata male nei suoi confronti eppure a lui non è mai importato, mi amava nonostante la mia profonda mostruosità, ed è morto quando potevo non aggredirlo mai più, non recargli più alcun male.
Ci ritroviamo in un vecchio negozio, sembra chiuso da tempo, l'odore mi è estremamente famigliare. Credo siamo ad Hogsmeade, il posto magico di cui ero innamorata quando venivamo ad Hogwarts.
"Il caro e vecchio Zonko" George conferma i miei sospetti, e mi sento quasi in colpa a non averlo riconosciuto: ero qui praticamente tutti i sabati "È per forza qui: quando ha chiuso ci venivamo sempre io e Fred".
Iniziamo insieme la nostra ricerca allo specchio perduto, controlliamo ogni angolo di ogni stanza senza scorgere la minima traccia di quel pezzo di vetro.
Il mio sguardo viene attratto da una botola sul soffiitto del secondo piano, strano come non la avessi notata dopo tre volte che abbiamo ispezionato tutto il negozio.
"Ha una soffitta questo posto?" chiedo a mio fratello, che sta al piano di sotto.
Lo sento correre per raggiungermi e, con un colpo di bacchetta, l'entrata si apre, e le scale per salire compaiono per magia.
Per terra, davanti a noi, c'è una tovaglia viola e arancione, che nasconde quel tanto ambito pezzo di specchio di cui parlava Fred nella sua lettera.
George scoppia a piangere appena lo prende in mano e vede i suoi occhi riflessi, che non sono davvero i suoi. Sul lato sinistro del viso di George manca l'orecchio, mentre il riflesso ce li ha tutti e due, ma non solo quello: le labbra un po' più carnose, la faccia leggermente più tonda, la scintilla negli occhi diversa.
Questa cosa mi spaventa, faccio per allontanarmi ma la mano di George stringe la mia, mentre con l'altra si asciuga le lacrime.
"Vedi anche tu lui vero?" annuisco con gli occhi lucidi, fa per rimettersi a piangere e io lo abbraccio subito, di colpo, e molto forte.
Non voglio sapere che cosa ci sia dietro, ma questa cosa mi puzza tantissimo. Ma non vorrei sembrare pazza..
quindi, cosa succederà ai nostri impavidi eroi? la lettera che george dice di non aver scritto, l'esplosione, lo specchio...anche a voi puzza?
soph 💓
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fred weasley ~ why not? [in revisione]
Fanfiction💙 Il blu è il colore del cielo terso e del mare profondo. È il colore più spesso associato all'armonia, la fedeltà, la distanza, l'infinito, l'immaginazione...e, a volte, alla tristezza. ( •...• revisionato)