6. Si riparte

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7 giugno 1944. Sainte Marie du Mont, Normandia, Francia occupata

Durante la notte precedente il Secondo battaglione si era mosso, aveva preso Sainte Marie du Mont e i mezzi sbarcati sulla costa cominciavano a spostarsi e stabilirsi nell'entroterra assieme agli uomini.
I membri dell'aviotrasportata erano stati contati e la maggior parte erano sparpagliati per la Normandia, alcuni si erano radunati in gruppi ed erano riusciti a contattare il comando definendo la loro posizione e il numero. Il piano originale andava modificato e adattato ai numerosi imprevisti sorti e la riuscita dell'operazione era ancora a rischio.
«Signore, questi uomini sono stanchi e meritano più di un'ora di riposo» esclamò Helen alla radio.
Stava parlando con il Comando centrale da diversi minuti e ancora non era riuscita a ottenere nulla. I grandi generali erano interessati ai risultati tattici ed evidenti, che gli uomini fossero stanchi o provati non era una loro preoccupazione.
«Si, Signore» era arrabbiata ma provò a non farlo trasparire più del necessario «Riferirò» poi spense la radio con un movimento brusco e si accese una sigaretta.
Tutti nella stanza erano fermi a guardarla, un po' intimoriti da quella reazione che sembrava spropositata e aspettando un resoconto.
«Preparate tutto, tra un ora si parte» disse Helen alzandosi dalla sedia e uscendo dal vecchio edificio che un tempo ospitava l'ufficio postale del paesino francese.

Il centro della città era talmente piccolo che l'insieme di uomini e mezzi lo faceva sembrare affollato come nei giorni di mercato. Peccato che non ci fossero bancarelle e venditori gioviali, ma solo una distesa di camion verdi e uomini in uniforme che si godevano quel poco che rimaneva del loro riposo.
I tenenti della Easy parlavano tra loro vicino a un camion dal quale proveniva un odore piuttosto pungente di cibo bruciato. Sicuramente cucinare non era tra le capacità più sviluppate di quegli uomini.
Helen si avvicinò silenziosa, a parte Winters e Nixon non aveva ancora avuto occasione di conoscere gli altri due personalmente. Aveva stretto buoni rapporti con i primi, che si sforzavano per non farla sentire fuori posto. Definirli amici forse era esagerato, ma apprezzava il fatto che non la scrutassero come se fosse un premio alla fiera di paese e non cercassero di rendere il suo lavoro ancora più difficile, cosa che non si poteva dire di quasi tutti gli altri ufficiali.
I tenenti Harry Welsh e Buck Compton avevano un atteggiamento molto meno formale dell'appena nominato comandante di compagnia Winters, erano praticamente coetanei dei loro uomini e questo si rifletteva anche nel loro modo di trattarli. All'interno della Compagnia Easy si respirava un'aria decisamente famigliare, più che in qualunque altro gruppo con cui Helen avesse interagito. Non parevano infastiditi dalla presenza della donna ed entrambi erano di più larghe vedute della maggior parte degli altri uomini.
Compton aveva lasciato l'Università della California, a Los Angeles, per arruolarsi ed era abituato a classi miste. Welsh, come affermò lui stesso, era l'ultimo di cinque figli e l'unico maschio, si era abituato in fretta a sentire donne dargli ordini e sosteneva che la presenza di Helen in un qualche modo lo facesse sentire più a casa.
Dalla camionetta accanto a loro una testa uscì dal telone.
«Ne volete ancora?» domandò Malarkey tenendo per il manico una improvvisata pentola con dentro della brodaglia.
Tutti i Tenenti rifiutarono con abbastanza rapidità da far capire a Helen che non doveva sicuramente essere qualcosa di buono, come aveva previsto dall'odore che stagnava lì intorno.
«Buonasera» disse il soldato sorpreso quando notò la presenza della donna tra i suoi superiori «Ne vuole un po'?» domandò cortese allungandosi verso di lei e mostrandole la pentola.
Compton le fece segno di rifiutare senza preoccuparsi di farsi vedere e Malarkey gli mise un'altra grossa mestola di minestra nella gavetta senza che il Tenente potesse farci nulla.
«No, grazie» disse Helen sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta dopo aver visto la consistenza del pasto «Però mi deve ancora un pacchetto di sigarette dalla notte del lancio» esclamò ricordandogli la scommessa che aveva perso contro di lei la notte dello sbarco.
«Oh» disse Malarkey come se improvvisamente gli fosse tornato tutto alla memoria «Mi dia un secondo» esclamò prima di rientrare.
Helen lo sentì borbottare con i suoi compagni seduti dentro la camionetta fino a quando un vociare più forte degli altri si fece ben distinguibile.
«Vai al diavolo Malarkey» esclamò la voce inconfondibile e rabbiosa di Bill Guarnere.
«Lo scusi, Signora» disse il soldato dai capelli rossi uscendo di nuovo e porgendole il pacchetto «Ha appena saputo che suo fratello è morto in Italia».
Guarnere si affacciò anche lui spostando il tendone verde che copriva tutto il camion.
«Devi farti i fatti tuoi dannato irlandese!» disse riprendendolo dentro tirandolo per il colletto della camicia.
«Mi dispiace» esclamò Helen al soldato.
Lo aveva riconosciuto, era anche lui tra quelli che l'avevano accompagnata al campo, lo stesso che si era mostrato più indisponente nei suoi confronti e forse capiva ora che anche la morte del fratello poteva influire.
«Dov'è morto?» domandò sperando di non essere troppo indelicata.
Fare conversazione anche su argomenti spiacevoli era una delle imprescindibili doti che una signora doveva avere, o almeno questo era quello che sua mamma le ripeteva continuamente, ma non era certa di quanto quel luogo fosse adatto per sfoggiare le sue capacità di dialogo.
«In Italia» ripeté Guarnere «A Cassino, ma non so dove diavolo sia» aggiunse senza preoccuparsi di usare termini più adeguati alla presenza della donna.
Helen annuì, chiese un foglio e una matita e appoggiandosi al bordo del camion disegnò una brutta copia di quella si ricordava essere l'Italia dalle mappe che aveva studiato. Non aveva partecipato alla pianificazione dello sbarco in Sicilia avvenuto nel luglio del 1943, ma aveva studiato la situazione della penisola perché, se tutto fosse andato come sperava, prima o poi tutte le truppe americane presenti in Europa si sarebbero ricongiunte.
La forma abbozzata di uno stivale riempiva il piccolo foglietto di carta e un punto cerchiato circa a metà del disegno e leggermente spostato verso sinistra portava accanto la scritta Cassino.
«Dovrebbe essere circa qui» disse Helen mentre allungava il pezzo di carta al soldato.
Guarnere sembrò per la prima volta perdere l'uso della parola, rimase alcuni istanti in silenzio a osservare il foglio con segnata la città dove suo fratello maggiore era appena morto.
«Grazie» borbottò semplicemente mentre dava un ultimo sguardo prima a lei e poi al pezzo di carta, piegandolo e mettendolo al sicuro nel taschino della giacca, poi tornò dentro al camion richiudendo dietro di sé il telone.

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