5- TRASFERIMENTO

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«Occhi belli!» mi sento chiamare con quel nomignolo e subito mi giro, vedendo Josè all'entrata della cella con un gran sorriso. Si avvicina a me e mi bacia la guancia, mentre Armin mi lancia uno sguardo di disappunto che io ignoro. Anzi, gliene lancio uno di sfida. Prendo il viso del mio protettore e faccio unire le nostre labbra. Nel mentre, con la coda dell'occhio osservo Armin darsi uno schiaffo in fronte, come se avessi fatto la cazzata più assurda di questo mondo. Perfino più assurda di uccidere mio marito.

Quando ci stacchiamo, Josè ha un sorriso ebete dipinto in volto. Faccio spallucce. «Che ci fai qui?» domando, alzandomi in piedi dal letto. Il bacio è stato strano, come forzato. Volevo davvero farlo? No, certo che no.

«Cercavo il mio fidanzato» dice, mettendomi un braccio intorno alla spalla. «Trovato» ah, quindi ora siamo fidanzati perché l'ho baciato? Eppure a me sembra così sbagliato quel nomignolo per descrivere quello che siamo io e lui.

«Si... eccomi qui» mi fingo eccitato e divertito, ma in realtà sono tutt'altra cosa. E sembra che solo Armin se ne sia accorto.

«Andiamo a cena?» mi chiede questo mio presunto "fidanzato" ed io annuisco, ma il biondo si mette davanti all'uscita, portando una mano davanti a sé per intimarci di restare fermi. «Qualcosa non va?» domando, alzando un sopracciglio.

«Aspettate che venga anche Jean. Così stiamo tutti insieme» dal suo tono mi sembra che stia mentendo, ma perché? È una trappola o semplicemente vuole davvero che stiamo tutti insieme in mensa? Oddio, non è che siamo in pericolo? Mi avvicino a lui, deciso a sussurrargli di dirmi il vero motivo del perché non ci sta facendo uscire, ma poi, d'un tratto, capisco cosa lo preoccupa: Ackerman sta passando con il suo gruppetto per tutto il corridoio, guardando dentro ogni cella. Sembra arrabbiato. Chissà chi o cosa sta cercando.

Mi ritraggo e sbatto contro il petto di Josè, il quale mi afferra per i fianchi. «Che problemi ha Arlert?» mi chiede, avvicinandosi pericolosamente a me. Sto sudando freddo. Mi gira di modo che possa guardarlo negli occhi, poi accarezza la mia schiena e mi schiaccia contro il muro. «Quel bacio era per dirmi che sarai la mia puttana, vero? O fidanzato, come preferisci. Basta che scopiamo e che tutti sappiano che sei mio» mi bacia il collo ed io ansimo, ma non per il piacere. Il mio cuore batte a mille. Mi sento estremamente a disagio. Voglio che si tolga di mezzo al più presto e che mi lasci stare.

Improvvisamente, però, il mio desiderio si realizza. La voce di Ackerman lo fa staccare da me in pochissimo tempo, come se fosse sparito con uno schiocco di dita. L'uomo ci osserva entrambi, specialmente me. Mi scende una lacrima e mi scappa un singhiozzo che cerco inutilmente di nascondere portandomi una mano davanti alla bocca. Dopodiché qualcuno mi sfiora il viso e scopro essere il corvino. Mi accarezza una guancia, eliminando completamente la traccia della precedente lacrima.

Mi sento avampare. Ancora quella strana sensazione nel mio corpo. «Tutto bene?» mi domanda ed io annuisco, per niente convinto. «Sicuro?» insiste ed io lo guardo negli occhi, mostrandogli quanto abbia avuto paura nel momento prima che arrivasse lui. Sembra capirlo e annuisce. «Capisco. Arlert, porta Jaeger con te. Devo parlare un attimo con Morello»

Armin annuisce e mi prende dolcemente per un braccio, allontanandomi da lì il più velocemente possibile. Perché Ackerman stava cercando Josè? Sarà per come gli ha risposto questo pomeriggio quando siamo arrivati? Vengo strattonato dalla presa del ragazzo e mi accorgo poco dopo di avere il viso a poco meno di due centimetri da quello del suo fidanzato. Ha lo sguardo assassino, penso perché non gli sto tanto a genio.

«Bello, lui è mio» mi ricorda, puntandomi un dito contro. «Ti ho detto che non eri il benvenuto, perciò vedi di stargli alla larga» la sua minaccia mi arriva forte e chiara alle orecchie. Per un momento penso che mi farò del male per ciò che sto per dirgli, ma poi ricordo che non ho nulla da perdere. E anche se rischio di rimetterci le penne, tanto vale essere coraggiosi per una volta e rischiare.

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