24- NUOVA GUARDIA

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«Forza, non fare il timido» mi sprona la bionda, guardando il soffitto con noia. Dopo avermi spogliato, si è sdraiata con le gambe aperte sul letto da lei precedentemente preparato e mi ha costretto a mettermi lì in mezzo. Io inizialmente non avevo capito, ma quando lei mi ha afferrato ed ha portato il mio viso davanti alle sue parti intime, ho iniziato a sudare freddo. Non ho nulla contro le donne, ma la vagina mi fa e mi farà sempre impressione.

«M-ma... c-cosa c'entra questo con la droga?» le sussurro, tenendomi distante da quell'ammasso di pelle inquietante. Perché ha un colore così scuro?

«Scava e la trovi» esclama, ruotando gli occhi al cielo. Mi si gela il sangue e di colpo mi pare di svenire. Cos'ha appena detto? Devo infilare le mie dita in quella... cosa? Osservo lei e poi lì in mezzo alle sue gambe, ingoiando aria. Non ho il coraggio di fare una roba del genere. Mi fa troppo senso. «Ovviamente fallo prima che scadano i ventidue minuti che ci sono rimasti» indica il cronometro che diminuisce ogni secondo che passa.

Spalanco gli occhi e osservo la ragazza con preoccupazione. Questa è un'altra punizione di Ackerman per tutto quello che è successo, ne ho la certezza. Non gli bastava stuprarmi e picchiarmi; ora pure questo! «N-non ce la faccio!» confesso, mettendomi in ginocchio davanti a lei con le mani alzate in segno di resa. La ragazza si mette a sedere e mi fissa annoiata. «Non puoi farlo da sola?» domando, ma lei scuote la testa.

«Ackerman mi ha fatta venire qui affinché tu prendessi la droga» dice, chiudendo momentaneamente le gambe. Per fortuna ha tolto dalla mia vista quella cosa.

«Ma perché l'hai messa lì, scusa?!» gesticolo molto, segno che sono a disagio, ma come non esserlo davanti a tale situazione? Sono nudo, di fronte a me ho una donna altrettanto nuda e devo metterle le dita dentro per prendere la droga che nasconde.

«Le guardie non controllano l'interno della vagina delle visitatrici, scemo» afferra la mia mano e la porta sopra la sua cosa, facendomi raggelare il sangue. Sto per oppormi, ma vengo fulminato da uno sguardo terrificante; Levi fa più paura, ma lei è proprio inquietante. «Non sono qui per perdere tempo con uno come te. Mi hanno pagato per fare tutto questo e se ci scoprono finiamo nei casini noi ed Ackerman. È questo che vuoi?» parla con tono accusatorio, mettendomi in agitazione.

Scuoto la testa terrorizzato e prendo un lungo respiro. Mi ero ripromesso di non fare casini. Osservo la sua cosa e solo dopo qualche secondo riesco a trovare il coraggio di infilarci un paio di dita. È molto umida e calda, con una consistenza diversa in confronto all'ano. E poi, è abbastanza larga. Mi mordo il labbro e, andando più in fondo, percepisco la presenza di qualcosa di liscio e tondo. In tutto ciò, la ragazza non ha emesso il minimo verso o sospiro, come se non le facesse alcun effetto.

«L'hai trovata?» mi domanda ed io annuisco, penetrandola ancora di più per riuscire ad afferrare la droga con le dita. Dopo essermi accertato di averla presa, la tiro fuori con un po' troppa forza, facendo sussultare la ragazza che, in cambio, mi tira un leggero calcio sul fianco. Non mi fa male e questo lo apprezzo.

«Ah, eccola!» alzo la piccola pallina ricoperta da molti strati di scotch scuro e la osservo, senza però riuscire a vederne l'interno. Mi sento molto felice nell'essere riuscito a prenderla senza vomitare.

La bionda davanti a me si mette seduta e mi osserva con insistenza, come se si aspettasse qualcosa da me. Alzo un sopracciglio e poi annuisco, intuendo cosa debba fare. Allargo le gambe e posiziono la pallina davanti al mio orifizio, ma ella mi blocca afferrandomi il braccio. «Che fai?» domanda confusa, corrugando la fronte.

«Nascondo la droga» dico con fare ovvio, mentre lei si porta la mano sulla fronte.

«Ackerman non ti ha spiegato proprio un cazzo» afferma con frustrazione, mettendomi una certa ansia. Cosa doveva dirmi, ancora? Che ci devo fare con questa, adesso? Osservo l'oggetto che ho in mano, ma non riesco proprio a capire come procedere. «Ingoiala» mi ordina lei, destabilizzandomi.

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