8- ORARIO DI VISITE

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«Tornate in cella! È ora di dormire» urla una guardia, mentre tutti i detenuti cominciavano ad incamminarsi verso la propria. Oggi è stata una giornata abbastanza faticosa anche per me. Io e Armin abbiamo giocato a basket per tutta l'ora, senza fermarci, mentre dopo abbiamo passato tutto il pomeriggio a chiacchierare e giocare a scala quaranta con il mazzo di carte rovinate che la prigione ci offre.

A mensa, come stamattina, io ed Ackerman abbiamo mangiato per conto nostro nella piccola stanza e adesso sono costretto a passare questa prima notte con lui. Sono seriamente distrutto, perciò spero voglia restare per i fatti suoi.

Una volta tutti dentro, le sbarre delle celle si chiudono automaticamente da sole. Il letto cigola, segno che Ackerman sta salendo per mettersi nel suo. Che bella notizia: se lui sale, significa che non ha intenzione di fare niente. Sorrido mentalmente, dando un'ultima occhiata fuori, per poi sdraiarmi sulla mia branda.

Sospiro e cerco mettermi comodo. Sembra quasi impossibile per via delle ammaccature. L'ultima volta che ho dormito sopra qualcosa di tremendamente inadatto a quell'uso è stato in campeggio, sopra un pezzo di tronco grande quasi me. La mattina dopo ero un completo zombie, soprattutto per la camminata goffa dovuta ai dolori alla schiena.

Un secondino ci passa davanti e controlla se siamo dentro puntandomi la luce della torcia in faccia. Appena se ne va, faccio per coprirmi con la coperta quando blocco ogni mio movimento nel momento stesso in cui vedo il lenzuolo distendersi lungo tutte le sbarre. Il mio cuore smette di battere e il mio respiro si spezza.

Con un balzo, Ackerman scende dalla sua postazione e si stiracchia, per poi girarsi verso di me. Grazie alla canotta aderente, posso ammirare il fisico muscoloso e praticamente perfetto. Avampo, ma senza farglielo notare. Grazie buio che servi in momenti come questi. Ho evitato di farmi vedere rosso come un peperone.

Il corvino sale sul mio letto e mi sovrasta, mentre io mi tiro su la coperta fino al naso, restando poi immobile e con gli occhi sbarrati. Mi guarda attentamente, studiando ogni dettaglio facciale che sto mostrando.

Ha qualcosa di strano: sento il suo calore corporeo e le pupille sono molto dilatate, quasi a ricoprire l'iride, eppure restano degli occhi magnetici. Non leggo nemmeno un briciolo di malizia. Anzi, non leggo assolutamente niente.

«Non coprirti» mi ordina, tirando giù il tessuto affinché arrivasse sotto la base del collo. Continua a guardarmi mentre io sono pietrificato e incapace di spostarlo. Tutto il mio corpo si rifiuta di collaborare con il mio cervello affinché io riesca a reagire e ciò mi rende talmente debole che quasi mi vergogno di me stesso.

Come fa un uomo come lui a farmi questo? Nemmeno James ci è mai riuscito.

E lui me lo sono sposato lo stesso, capiamoci.

Con una mano mi sfiora il viso, lentamente, fino ad arrivare alla labbra, dove le accarezza con il pollice. Ogni suo movimento è talmente delicato che presto mi rilasso e lo fisso a mia volta.

«S-stai bene?» ottimo, mancava solo essere balbuziente quando è palese che mi stia mettendo alla prova. Cioè, questo è quello che credo, in realtà. È sicuramente una trappola: quando meno me lo aspetto, sarò appeso da qualche parte o bendato e costretto a fare tutto ciò che vuole. Ed io a dovermi arrendere al volere di qualcuno senza lottare, lo detesto. Mi sento sempre meno uomo quando sono con Ackerman.

Non smetto di mantenere il contatto visivo, cercando di leggere qualcosa in quello sguardo così... come dire, sbagliato per uno come lui. Per uno che non sembra avere un briciolo di umanità, visto il fatto che ha ucciso un povero ragazzo - forse - innocente e indifeso.

Ma dai, chi voglio prendere in giro? Anch'io sono come lui e ho fatto la stessa sua cosa: uccidere chi mi ha fatto un torto, ma che magari per gli altri era una persona importante e buona.

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