28- DI NUOVO SOLO?

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Con la forchetta graffio il muro, tentando di disegnare un coniglio.

È passata un'altra settimana con me ancora in questa triste cella di isolamento e i miei due nuovi amici che recentemente ho inciso sulla parete: la tartaruga Rem e il coniglio Bon. Sono gli unici con i quali posso parlare liberamente di tutto.

Ieri è venuto di nuovo a trovarmi Raimondi per la quinta volta in questa settimana, dicendomi che presto sarei potuto uscire. Mi ha anche aiutato a riabituarmi alla luce. Purtroppo, però, non sono più in grado di camminare bene per quanto io sia debole, di conseguenza ha dovuto prendermi in braccio tutte le volte per portarmi in corridoio o vicino ad una finestra.

Non è stato facile per i miei occhi, ma ho comunque raggiunto questo obiettivo, anche se la luce in cella non me l'hanno ancora rimessa.

Anche la dottoressa Zöe è passata a visitarmi e secondo lei, dovrei essere trasferito in un altro carcere dove possano curarmi.

Ma indovinate chi si è opposto a tutto ciò?

«Levi si è ammalato» mi disse qualche giorno fa, dopo aver effettuato dei controlli sulla mia salute. «Dopo che gli ho detto della tua situazione, ha pensato che avresti dovuto passare qualche settimana in infermeria una volta uscito dall'isolamento, perciò ha dormito svestito fino a che non gli è salita la febbre» mi raccontò, mantenendo un dolce sorriso. «Non immagini la sua faccia quando gli ho detto che, in realtà, ti avrebbero trasferito»

Spalancai gli occhi per la sorpresa e la donna scosse la testa. «Non succederà. Levi mi ha espressamente detto che mi avrebbe tagliato le mani se l'avessi permesso» disse infine, completando la visita e andandosene. Da quel giorno, non l'ho più rivista.

È assurdo il fatto che Ackerman abbia messo in pericolo se stesso solo per poter restare al mio fianco. Anche Rem la pensa così, mentre Bon è convinto che lo abbia fatto solo per attirare l'attenzione. Magari ha ragione lui...

La porta della cella si apre e Raimondi fa la sua apparizione. È positivo il fatto che la luce non mi dia fastidio. «Eren, è il momento di tornare in mezzo agli altri detenuti» dice, avvicinandosi per prendermi in braccio. «Ma prima, hai visite» aggiunge, trasportandomi fin fuori da lì.

Osservo i miei due amici diventare sempre più un tutt'uno con la penombra. Ammetto che mi mancheranno. Resterò di nuovo solo?

L'uomo mi poggia sopra qualcosa di morbido e scopro solo dopo qualche secondo che si tratta di una sedia a rotelle. «Tutti i giorni mi occuperò di te fino a quando non riuscirai a camminare di nuovo. A meno che il bastardo non voglia farti anche da babysitter»

Ho come l'impressione che quel bastardo sia Ackerman.

«Chi... chi è venuto a trovarmi?» domando curioso, ma senza mostrarlo. Accarezzo le ruote della sedia, pentendomene subito dopo aver notato che i miei polpastrelli si sono ricoperti di polvere. Chissà da quanto tempo non viene usata. Perfino il telaio sembra essere rovinato e vecchio.

«Tuo fratello Zeke. È molto preoccupato da quando ha saputo che sei finito in isolamento» risponde l'uomo, spingendomi in direzione del corridoio principale. Per arrivare alla sala visite, è necessario passare davanti alle sbarre che ci separano dal luogo in cui sono posizionate le celle dei detenuti, ed io non mi sento pronto ad avere tutti i loro stra maledetti occhi addosso.

Non mi sento abbastanza in forma da poter reggere una conversazione con qualcuno, specie con mio fratello. Anzi, lui è l'unico che proprio non voglio vedere al momento. Ho paura che possa reagire male alla vista del suo amato fratellino in pelle r ossa e dallo sguardo vuoto.

Non saprei nemmeno di cosa parlare; del tempo? Tipo, oggi c'è un bellissimo sole, ma onestamente sto patendo il freddo. Oppure dell'isolamento? Non saprei, effettivamente non è stata una bella esperienza... specie se contiamo il fatto che ho vissuto lontano da qualsiasi forma di luce.

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