31- VISITA INASPETTATA

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È passata un'altra settimana ormai, e oggi è la vigilia di Natale. Così hanno detto i secondini (ho perso la percezione del tempo), ma qui dentro non c'è nemmeno un briciolo di aria natalizia. Ovviamente, in carcere non ci si può permettere di allestire le sale con addobbi che possono essere usati dai detenuti come armi. Per esempio, una palla di Natale la si può rompere e formare un coltellino con la plastica dura. Oppure, le stelle filanti posso essere usate per strozzare qualcuno.

L'unico addobbo che ci hanno concesso è l'immagine di una donna nuda con addosso solo il cappello di Babbo Natale mentre si nasconde la cosa con un regalo. Questa volgarità si trova fuori dalla portata di tutti (eccetto che dalle guardie) ma è ottima da immaginare per le seghe notturne. Così ha detto Jean, facendo sorridere il fidanzato: dopotutto, entrambi non sono del tutto gay. La loro relazione doveva essere qualcosa di temporaneo, poi tutto sarebbe finito una volta usciti dal carcere. Me lo ha spiegato Armin, ma poi ha detto che hanno riscontrato un piccolo ostacolo: si sono innamorati.

Mentre osservo da lontano la donna con i prorompenti seni scoperti e l'espressione di chi ha una voglia matta di farsi una bella scopata, due forti braccia mi afferrano da dietro e le labbra di Levi sono presto sulle mie quando giro la testa dalla sua parte. Ci baciamo dolcemente, come una vera coppia di fidanzati.

Ho avuto del tempo per pensarci su e credo di essere giunto alla conclusione di starmi... no, non voglio ancora dirlo e nemmeno pensarlo. Potrei finire con illudermi inutilmente.

«Sei meno magro, in confronto a prima» sussurra il corvino sopra le mie labbra, ancora vogliose di lui. «Stai facendo progressi, Eren. Sono fiero di te» fa un minuscolo, impercettibile sorriso, ma io lo vedo eccome. Lo vedo chiaramente. Sento che pensa per davvero quello che mi ha detto e che non sta fingendo per farmi felice. Levi è fiero di me. «Tra poco è ora di cena» mi informa, lasciandomi un altro bacio sul collo.

Dopodiché si alza e mi tende la mano, la quale afferro senza pensarci.

È vero, ho messo su un chilo da quando sono uscito dall'isolamento, e ciò ha reso molto felice la dottoressa Zöe. Ovviamente, la differenza non si nota, ma Levi è riuscito comunque ad accorgersene. Mi stupisce sempre di più.

Siamo diventati più intimi e quando è con me fa la parte del bravo ragazzo che cura amorevolmente il fidanzato. Poi però, nel momento stesso in cui non siamo più insieme, torna ad interpretare il ruolo di chi detta le regole, del cattivo, dello scorbutico e dominatore nato che tutti conoscono e ammirano. Io resto sempre in disparte in questi momenti; non solo perché lo vuole lui, ma anche perché vederlo nelle vesti del padrino del carcere mi mette una certa ansia e mi terrorrizza. È traumatico, dopo tutto quello che ho passato.

Ora sto bene (o almeno credo), però odio vederlo come lo vedevo un tempo.

Armin, infatti, mi porta sempre il più lontano possibile da lui quando ci sono questi momenti. Erd, Oruo e Porco mi fanno da guardia del corpo a turno quando sono da solo. Per esempio, ieri sono stato insieme a Oruo in biblioteca mentre leggevo un libro alquanto noioso e poi è arrivato Erd per accompagnarmi in infermeria da Hanji.

«Più tardi devo parlare con i ragazzi. È un problema se ti chiedo di aspettarmi in cella? Manderò qualcuno dei miei a controllarti» certo, controllarmi. Levi purtroppo è abituato a non avere avuto un rapporto simile al nostro con le sue precedenti puttane (o almeno, che io sappia), perciò dice sempre che mi terrà d'occhio in ogni momento quando non è con me. So, però, che lui intende mandare qualcuno a proteggermi da eventuali rischi. E la cosa mi fa sentire in paradiso.

«Certo, fai quello che devi» gli rispondo, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice, dato che ce le stiamo tenendo a vicenda.

Dopo cena, mentre lui non c'è ed io sono solo (ad eccezione di Porco, che è proprio fuori dalla cella) decido di concedermi qualche minuto per me stesso, nascosto agli occhi di tutti. Anche del mio non personale bodyguard. Mi arrampico con fatica sul letto di Levi, sentendo dolore non solo ai muscoli, ma addirittura alle ossa, fino a quando non mi trovo su di esso. È sorprendentemente morbido e comodo, un pò come il mio, ma di più.

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