per tutti i 20 minuti seguenti rimasi immobile, seduta sull'angolo del letto, a fissare la parete.
cercavo di realizzare quel che era appena successo e in più mi venne in mente il bacio della sera prima, a cui in realtà all'inizio non avevo dato tanto peso.a volte, aspettare, pazientare, riflettere prima di agire e magari non precipitarsi a trovare un'immediata soluzione, aiuta.
perché le cose belle, arrivano quando meno ce lo aspettiamo.
e ci travolgono, proprio perché sono improvvise.e la calma, a volte, è l'unica cosa che ci serve per affrontare tutto in modo corretto e pacato.
ed arrivare poi ad un'unica soluzione, la migliore di tutte: la felicità.dopo quel momento di esitazione tornai nel mondo reale, mi alzai dal letto e andai ad asciugarmi i capelli.
subito dopo andai in cucina da mamma:
-ma' devo andare a cambiare dei regali in centro, mi accompagni?
-va bene, preparati che andiamo- rispose.in macchina io mamma mettemmo la musica a palla e abbassammo i finestrini, il vento mi sfiorava il viso e mi accarezzava i capelli, come aveva fatto Alberto poco prima di baciarmi.
quella sensazione mi faceva stare bene, proprio come lui.arrivammo in centro e lei mi fece scendere.
-dove devi andare?- chiese.
-aspetta che prendo gli scontrini..- risposi.
-va bene, nel frattempo vado a cercare un posto- disse.
si allontanò e nel frattempo io mi sedetti su una panchina vicina, mentre farfugliavo nella mia borsa in cerca del portafogli.poi udii una voce troppo familiare che mi urlava:
-IRENE!-
mi girai di colpo e lo vidi.
ALBERTO MI AVEVA TROVATA ANCHE IN CENTRO!
mi corse in contro e poi si sedette accanto a me.
-come hai fatto a trovarmi??- gli urlai contro.
-ma sempre le stesse domande fai?- rispose.
all'inizio cercai di trattenermi, ma non ci riuscii e scoppiammo entrambi in una risata travolgente.-okok scusami, cosa ci fai qui?- gli chiesi.
-avevo finito di studiare e avevo voglia di vederti- disse sorridendo.
mi si scaldò il cuore al sentire quelle parole, dette da lui.
rimanemmo qualche istante a guardarci dritti nelle pupille, quasi mi stavo perdendo in quel mondo infinito che sono i suoi occhi, poi però mi sentii sfiorare la mano.fece scivolare il suo indice sul mio palmo, dei brividi mi accarezzarono il braccio, poi la sua mano incrociò la mia in un gesto impulsivo.
le sua dita colmavano perfettamente lo spazio che avevo tra le mie, era caldo, tutto ciò di cui avevo bisogno in quella giornata fredda di metà dicembre.
