ci incontrammo fuori dal bar vicino la sua scuola.
lo vidi avvicinarsi a me, i suoi capelli ondeggiavano lenti, illuminati dal sole caldo delle 10.00 am.
-ciao principessa!- disse lui provando a baciarmi.
io lo evitai.
-ciao- dissi anch'io.
-ei? che hai?- chiese.
-è quel periodo del mese?- continuò lui.
-no no. devo parlarti di una cosa.- dissi nettamente con tono gelido.
-dimmi bellezza- continuò prendendomi le mani.
-non so se sia la cosa migliore continuare questo "rapporto"- dissi facendo il gesto solito con le mani, indicando delle virgolette.
-cosa? ma per quale motivo scusa?- disse lui cambiando immediatamente espressione.
-non credo sia il modo migl- venni bloccata immediatamente da lui.
-ho fatto qualcosa di male?- chiese evidentemente preoccupato.
-rispondi, perché posso cambiare lo sai- continuò.
vederlo in quel modo mi fece venire gli occhi lucidi.
non riuscivo a sopportare quella pressione e con il cuore in mano risposi:
-non hai fatto nulla, sul serio. sono io, non so se me la sento.
-cosa?!- disse lui irrigidendosi.
-Irene guardami- continuò, prendendomi il mento e direzionandolo verso il suo viso.
io mi girai dalla parte opposta.
lui ripetee il gesto, ma con più forza, mormorando con tono più deciso: -guardami!
non riuscivo a guardarlo negli occhi.
provai a rivolgergli uno sguardo ma subito mi scese una lacrima, quindi cambiai di nuovo prospettiva.
-non ti prometto che sarà semplice, ma sono qui se vuoi rischiare- concluse con la voce tremolante ma decisa e rassicurante.
-me lo prometti?- gli sussurrai.
-te lo prometto.- rispose.
nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.
nessuno avevo mai rischiato per me.
nessuno aveva mai messo me al primo posto.
nessuno mi aveva mai fatta sentire come lui in quel preciso istante.
di colpo lo guardai e, sentendo il mio cuore esplodere di calore ed emozioni, sprofondai tra le sue braccia, pronte ad accogliermi.
alla fine aveva ragione lui.
se è valsa la pena arrivare fino a qui,
varrà la pena anche continuare.
