arrivati sulla soglia della porta di casa loro, ad aprirci fu proprio Enrico.
mia madre super entusiasta lo abbracciò e si diresse subito in cucina, seguita da mio fratello che non rivolse neanche uno sguardo al ragazzo.entrambi ci rivolsimo a guardare i due che se ne andavano e dopo lui si girò verso di me.
nel mio cuore, inevitabilmente, si scatenò una tempesta.
iniziai a sentire caldo, quindi imbarazzata dissi un secco "ciao", seguito da un accenno di sorriso.
lui mi fece un segno con la testa come a rispondere al mio saluto.
poi entrai in casa.era proprio come me la ricordavo, un salone addobbato con decorazioni natalizie di ogni tipo.
le canzoni di Michael Bublé miglioravano decisamente l'atmosfera di quel momento, quasi mi sentivo bene, quando mi sentivo a casa.
"ehm.. puoi poggiare li i regali" disse Enrico, indicando la base dell'albero di natale.io lo guardai e poi feci ciò che mi aveva consigliato.
dopo mi levai la giacca e la poggiai sulle mani che lui mi aveva gentilmente teso, come per aiutarmi.mi sedetti sul divano e lui fece lo stesso accanto a me.
eravamo separati da un cuscino con la faccia di Babbo Natale, ma riuscivo lo stesso a sentire il suo profumo, brezza marina per la precisione, mischiato al buonissimo odore della pasta al forno di Maria.per un attimo mi passò per la mente la vaga idea di perdonarlo e di godermi quella serata, ma subito tornai alla realtà grazie alla voce di mamma che ci chiamava per andare a tavola.
entrambi quindi ci alzammo per avviarci dagli altri.
lui però lo fece prima di me e nel momento in cui stava passandomi difronte, io mi sollevai come aveva fatto lui prima ed inevitabilmente ci ritrovammo l'uno contro l'altro.senza nessun cuscino che tenesse le distanze tra noi, solo noi due e i nostri fiati.
un'altra volta.
