~14~ farfalle

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POV ALBERTO

avevo programmato quella festa per mesi, ma solo alla fine decisi di cambiare il locale.
ne scelsi uno più vicino a casa mia, solo che per quel giorno c'era già un'altra prenotazione.
non mi feci abbattere da questo e scelsi di dividere la sala.

una volta iniziata la festa cominciammo a ballare, dopo un po' però mi sentii chiamare.
quella voce era troppo familiare, era dolce e piacevole da ascoltare.
quella risata risuonava nella mia testa alla ricerca di un'identificazione.
poi capii: era Irene.

mi girai verso di lei e vidi i suoi chiarissimi occhi verdi che mi guardavano.
era bellissima, non l'avevo mai vista così truccata.
tra il volume alto della musica e le luci viola che si alternavano ai fari rossi, riuscii a scandire le sue parole.

mi aveva chiesto perché fossi lì e se la stessi seguendo.
le ricordai il soprannome che le avevo dato pochi mesi prima e poi la presi un po' in giro.
scoprimmo che tutti e due facevamo il compleanno quel giorno e poi le chiesi di ballare.

in quel momento iniziò un lento, quindi la presi per la vita e lei mise le sue mani attorno al mio collo.
ci avvicinammo, finalmente avevamo superato quel metro di distanza che eravamo soliti mantenere.

la guardai, era proprio bassa, nonostante avesse messo i tacchi.
o forse ero io troppo alto.
poi ci guardammo negli occhi.
non avevo mai notato le sue lentiggini, stavano perfettamente sul suo viso come delle decorazioni.

POV IRENE E ALBERTO

poi la distanza divenne sempre meno, sentivo il suo respiro sul mio.
eravamo talmente vicini che riuscivo a sentire il profumo dei suoi capelli.
poi le nostre labbra si incrociarono in un meraviglioso bacio, non avevo mai provato un emozione simile.

mi lasciai andare, avevo trovato il mio posto nel mondo, mi sentivo al sicuro, come a casa.
tutto in quel momento era perfetto, avevo dimenticato per un momento i problemi che mi circondavano.
c'eravamo solo noi due.
e quel bacio.

finito il pezzo, tornammo entrambi alla propria festa.

poi arrivò il momento della torta.
portarono ad entrambi la propria.
stavamo per soffiare quando ci urlarono:
-aspettate! dovete esprimere un desiderio-
noi due allora ci guardammo negli occhi, fulmini partivano da essi.
esprimemmo i desideri e poi soffiammo la torta.
mentre il fumo ci circondava, sapevamo entrambi quale fosse il desiderio dell'altro.
senza bisogno di spiegazioni, di parole, di gesti, quegli sguardi avevano significato tanto, tutto.

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