Jisung salì sull'autobus insieme a Changbin, di fronte all'università. Era un po' pieno, ma trovarono due sedili liberi e si sedettero insieme.
«Com'è andata?» chiese il biondino all'amico. Entrambi avevano finito la sessione quel giorno con l'ultimo esame.
«Non lo so... Il progetto mi sembrava abbastanza buono, così come il modellino. Chissà, spero di averlo passato, non mi interessa il voto pieno. Tu invece?»
«Passato! Non sai che peso che mi sono tolto dalle spalle» disse. Jisung sembrava rilassato, come se invece di essere seduto in un autobus puzzolente fosse su una sdraio alle Maldive.
«Si vede» rise l'altro.
Parlarono un po', poi scesero alla loro fermata. Fecero un pezzo di strada insieme prima di separarsi.
«Sai, sto pensando di cambiare casa. Magari trovare sempre un piccolo appartamento, un po' più vicino all'università sarebbe perfetto» disse Jisung, un po' sovrappensiero.
«Cambiare casa? Come mai?» chiese Changbin, facendo finta di non sapere perché. Si stava avvicinando a Jisung sempre di più, lo considerava un buon amico e ogni volta che gli mentiva così spudoratamente si sentiva un po' uno schifo. Sapeva benissimo cos'era successo, era stato lui a dare l'indirizzo del biondo ai tirapiedi di Changmin.
«Sono tornato a casa una sera e ho trovato la serratura scassinata, tutta la casa sottosopra. Ho un po' paura che succeda di nuovo.»
E questo non è nulla pensò amaramente Changbin. Il signor Shim aveva un progetto ben preciso per Jisung, ma il ragazzo non ne sapeva molto. L'uomo gli rivelava i dettagli solo un passo alla volta.
«Mia zia abita a poca distanza dalla sede centrale e ha due appartamenti; dato che il vecchio affittuario è andato via, ne sta cercando uno nuovo. Posso farti fare un prezzo di favore se le dico che sei mio amico.»
In quel modo sarebbe stato molto più facile controllare sia lui che i suoi movimenti e i vicini non avrebbero fatto domande. Sua zia non sapeva del "lavoro" che faceva Changbin, ma si fidava di lui e non avrebbe avuto nulla da sospettare. Provava un senso dolceamaro, nel pensare a tutto ciò. Sperò che Jisung non accettasse.
«Volentieri! Sarebbe perfetto» rispose con entusiasmo il biondo, facendo pentire immediatamente l'altro della sua offerta.
«Ti invio tutti i dettagli più tardi.»
«Grazie mille» disse Jisung, prima di salutarsi e andare ognuno verso casa propria. Il biondo era allegro, per aver finito bene la sessione e per aver trovato - forse - una nuova casa così in fretta, Changbin al contrario non era così felice.
Arrivò a casa e ricevette una telefonata dal diavolo in persona, il suo "capo".
«Com'è la situazione?» Non lo salutò neppure, andò dritto al punto.
«Bene, signore. Sono diventato suo amico, in modo che si fidi e mi dica tutto ciò che ha in mente senza che io lo chieda.»
Sentì una risata dall'altra parte del telefono.
«Ben fatto Changbin, mi stupisci ogni giorno di più. Vedi di non rovinare le cose.»
***
Jisung era proprio di buon umore. Accese lo stereo a palla e mise in ordine tutto il suo appartamento sulle note di qualche artista rap. Era un bene che vivesse da solo perché le sue sessioni di karaoke non erano sempre piacevoli per i vicini.
Quando finì, ore dopo (la sua camera era stata la parte più impegnativa, dato che per gli esami aveva trascurato tutto) si buttò a peso morto sul divano.
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twisted | minsung
Fanfiction[in lenta revisione] Ispirazione libera dai video di Corbyn, Bloo e Ash Island. Ogni personaggio, luogo, evento, organizzazione descritti in questa storia sono inventati. TW: scene cruente, suicidio, omicidio. Non leggere se sensibili. 14 aprile 202...