Al primo allenamento di quella settimana, Seungmin rimase zitto. Non parlò con Jisung, non rispose alle domande che gli faceva, nemmeno lo salutò. Durante tutto l'allenamento fu abbastanza aggressivo e l'apice arrivò quando lui e Jisung si scontrarono in area, provocando la caduta del biondo. Jisung lo guardò alzando le mani, come a dire ma che cavolo? Seungmin lo aiutò ad alzarsi e continuò con il suo mutismo, che proseguì anche per l'allenamento successivo.
La domenica della partita, Jisung si stufò. Scesero dal pulmino davanti al palazzetto dove dovevano giocare; si diressero tutti verso lo spogliatoio ma Jisung trattenne Seungmin.
«Possiamo parlare un attimo?»
Seungmin annuì, poi andarono insieme in un posto un po' appartato. Jisung fu il primo a parlare.
«Puoi spiegarmi cosa ti succede, per favore?»
«Io? Cosa succede a me? Dovresti chiederlo a te stesso per primo» disse aggressivo Seungmin.
Jisung prese un respiro, cercando di essere diplomatico. «Non voglio litigare, ok? Spiegami cosa c'è che ti da fastidio e vedrò di risolvere.»
Seungmin lo guardò. «Non credo che tu possa risolvere Lee Minho» disse duro.
Il biondo rimase in silenzio, aspettando che l'amico proseguisse. Già durante l'ultima telefonata gli aveva detto che Minho non gli andava a genio ma non aveva avuto modo di discutere perché gli aveva sbattuto il telefono in faccia.
«Non ha una salute mentale stabile, dato il suo comportamento passato, e non credo che vada da uno psicologo per farsi aiutare. E' già tanto che sia ancora vivo e continua a starti appeso al collo qualunque cosa tu faccia. Non voglio che tu diventi la sua ossessione e che magari ti possa fare del male se cerchi di ribellarti o che ne so. Capisci quello che intendo» disse Seungmin. Ogni volta che si agitava perdeva la capacità di fare un discorso coeso ma Jisung ormai ci era abituato.
«E poi non voglio che dimentichi me e la squadra per i tuoi nuovi amici» confessò alla fine.
Ecco la verità pensò il biondo. Sull'instabilità mentale di Minho non poteva ribattere, ma ecco qual era la verità: la gelosia.
«Seungmin, non potrei mai fare a meno di te e la squadra. Siamo amici da quando avevamo due anni, non potrei mai lasciarti in parte» disse, mettendogli una mano sulla spalla.
«Pace?» concluse. Seungmin lo guardò: il suo amico era un po' più basso di lui, con gli occhi da cerbiatto che imploravano ma con un sorrisetto da prendere a sberle.
«Non ti sopporto» disse abbracciandolo.
«Neanche io.»
***
87esimo minuto. Le due squadre erano pari, sull' 1-1. Avevano ancora tre minuti per vincere o perdere.
Minho e la compagnia avevano guardato la partita dagli spalti gremiti di gente. Non avrebbe mai immaginato che le due squadre potessero avere così tanti tifosi.
L'occasione perfetta per l'ultimo goal arrivò a un minuto dalla fine. Jisung intercettò un passaggio tra due avversari e cominciò a correre nella direzione opposta, verso la porta. Seungmin gli stava accanto, correndo più avanti per marcare i difensori.
Jisung aveva la visuale libera, un tiro e sarebbe andata dentro perfettamente. Mancavano pochi secondi. Sentì tutta la pressione. Invece di tirare dritto in porta, fece una cosa che lasciò tutti sbalorditi: fece un assist a Seungmin.
Lo stesso Seungmin rimase mezzo secondo impalato prima di tirare, ma poi tirò perfettamente nell'angolo della porta, abbastanza dentro per entrare e abbastanza lontana per non essere presa dal portiere. L'arbitro fischiò la fine della partita e la squadra di Jisung si riunì attorno a Seungmin per festeggiarlo.

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twisted | minsung
Fanfic[in lenta revisione] Ispirazione libera dai video di Corbyn, Bloo e Ash Island. Ogni personaggio, luogo, evento, organizzazione descritti in questa storia sono inventati. TW: scene cruente, suicidio, omicidio. Non leggere se sensibili. 14 aprile 202...