Il venerdì sera arrivò anche per Minho e Jisung, insieme alla tanto attesa cena.
Per tutta la settimana Jisung aveva cercato di comportarsi il più normalmente possibile, ma la carenza di fiducia di Minho nei suoi confronti lo aveva davvero ferito. Altre volte il moro era sparito ed era tornato tardi dando solo giustificazioni vaghe e poco credibili a Jisung. Lo stava tradendo? Almeno avesse la dignità di lasciarlo. Poi avrebbe potuto fare quello che voleva, ma durante la loro relazione era un tradimento bello e buono.
«Sei pronto?» chiese Jisung, aggiustandosi la cravatta davanti allo specchio.
«Sì.» Minho guardò il biondo attraverso il riflesso dello specchio, ma Jisung non aveva nessuna intenzione di degnarlo di uno sguardo.
«Si può sapere che cos'hai? E' tutta la settimana che sembri distaccato» sbottò Minho, irritato. Avrebbe dovuto chiederlo con un po' di delicatezza, ma il suo brutto carattere doveva sempre mettere il naso.
«Io? Cos'hai tu, invece. Perché non mi dici mai quello che fai veramente, quando esci e torni tardi?»
Minho alzò un sopracciglio. «Te lo dico sempre. Mio padre mi porta a conoscere i suoi clienti.»
Jisung aveva un groppo in gola: Minho mentiva fino all'ultimo. Tirò fuori il cellulare dalla tasca e gli mostrò la foto di lui e la ragazza in atteggiamenti intimi al bar.
«Allora questa chi è?»
Minho rimase a bocca aperta, senza parole. Non sapeva come spiegare a Jisung che era tutto un equivoco, un malinteso.
Al contrario, vedere Minho per la prima volta senza ribattere prontamente, sembrò confermare tutto a Jisung.
«Minho, dimmi la verità: non ti fidi più di me?» chiese, con voce triste.
Il moro fece un passo in avanti per abbracciarlo e rassicurarlo, ma Jisung si allontanò, lasciando Minho spiazzato. Il più piccolo aspettò che Minho dicesse qualcosa, ma più il tempo passava e più si sentiva male.
«Dobbiamo andare, adesso. C'è l'auto che hanno mandato i tuoi giù ad aspettarci» disse Jisung con voce stanca, sorpassandolo.
Tutto il viaggio fu silenzioso e la tensione era palpabile nell'aria. Quando arrivarono al ristorante, Minho prese la mano di Jisung ma questo la ritirò subito.
«Ti prego, è per i miei» mormorò sottovoce Minho, così l'altro rilassò un po' le spalle e lasciò fare. Cercò di scrollarsi di dosso tutte le brutte sensazioni che aveva per dare il meglio di sé. Anche se avevano appena litigato, doveva farsi valere anche per Minho.
Un cameriere li scortò al tavolo, dove erano già tutti arrivati. C'era Nayun, splendida dentro un abito blu cielo, di fronte ai signori Lee e uno sconosciuto. Erano tutti impeccabili e Jisung si sentì quasi un senzatetto nonostante fosse vestito bene. Prese un respiro profondo e sorrise, cercando di sembrare il più tranquillo possibile.
Lo sguardo del signor Lee sembrò trapassarlo, quando li vide arrivare mano nella mano.
«Signori Lee, è un piacere conoscervi. Mi scuso se l'ultima volta sono andato via subito» disse Jisung, inchinandosi. La signora Lee sorrise.
«Non ti preoccupare. Siamo in famiglia.»
Minho e Nayun si scambiarono un'occhiatina veloce, che diceva tutto. Jisung salutò cortesemente anche l'estraneo.
«Lui è Shim Changmin, uno dei nostri maggiori fornitori» presentò la signora Lee.
«E' un piacere conoscerti» disse, guardandolo come un lupo affamato guarda una bistecca.
STAI LEGGENDO
twisted | minsung
أدب الهواة[in lenta revisione] Ispirazione libera dai video di Corbyn, Bloo e Ash Island. Ogni personaggio, luogo, evento, organizzazione descritti in questa storia sono inventati. TW: scene cruente, suicidio, omicidio. Non leggere se sensibili. 14 aprile 202...