XIX - campane, il funerale

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PLAY: Post Malone - Hollywood's Bleeding

Il funerale della zia di Changbin fu quella stessa settimana. 

La polizia aveva eseguito l'autopsia sul corpo della donna, riscontrando come causa del decesso un infarto. Changbin accettò la cosa davanti agli agenti, ma in realtà dentro di lui la rabbia e la tristezza ribollivano come dentro un pentolone. Voleva denunciare Shim Changmin per ciò che aveva fatto ed era pronto a rivelare tutti i crimini che aveva commesso da quando Changbin ne aveva memoria. La situazione era frustrante perché non poteva farlo: avrebbe significato finire dentro anche lui e non poteva. Non si sarebbe piegato come il signor Shim avrebbe voluto. Avrebbe trovato un modo per uscire dal giro ma si era assunto la missione di salvare Jisung. Non avrebbe permesso che diventasse un'altra voce sulla lista delle vittime di Changmin; c'erano già i suoi genitori, dovevano bastare.

Changbin assisté al funerale di sua zia: la giornata era fredda e piovosa nonostante la stagione stesse diventando calda. Tutti i partecipanti stavano sotto un gazebo di tela per ripararsi dalle gocce mentre il parroco recitava il suo sermone. 

Il signor Shim ebbe la faccia tosta di presentarsi. Camminò lungo il viale del cimitero assieme a un suo sottoposto che gli reggeva l'ombrello e arrivarono al gazebo pochi minuti prima che calassero la bara nel terreno. Changbin lo vide con la coda dell'occhio ma lo ignorò fino a che la cerimonia non fu finita. Le persone si dispersero in breve tempo, facendo le ultime condoglianze a Changbin e ai suoi pochi parenti. Rimasero per ultimi.

 «Mi dispiace per la tua perdita» disse l'uomo.

Changbin si inchinò al signor Shim e fu l'inchino più ingiusto della sua vita. Doveva essere lui a inchinarsi a Changbin, non il contrario. Avrebbe solo dovuto ucciderlo, quello stronzo, ma si sarebbe abbassato al suo stesso livello. Changmin credeva di avere il ragazzo in pugno, di averlo addomesticato, e lui glielo avrebbe fatto credere.

«Grazie, signore. Mi scuso per la mia insubordinazione» disse, con il tono più dispiaciuto che riuscì a fingere. Sul volto dell'uomo passò un lampo di un sorriso, soddisfatto.

La pioggia stava dando un attimo di tregua, così i tre si avviarono verso l'uscita del cimitero. Gli addetti iniziarono a smontare il gazebo e a coprire la bara con palate di terra. Changbin non si voltò nemmeno una volta per salutare sua zia ma, giurò su Dio, ne sarebbe valsa la pena. L'avrebbe vendicata.

«Ci è stato commissionato un lavoro di grande importanza da dei clienti piuttosto esigenti. Li conosco da anni, li ho sempre aiutati a risolvere dei piccoli intoppi nel loro lavoro e sanno essere davvero riconoscenti» iniziò il signor Shim.

Quei clienti erano davvero riconoscenti e il suo conto in banca poteva confermare. Trovava sempre una gioia perversa nell'aiutarli.

«Ci porterà via un sacco di tempo, perciò ho bisogno della tua massima disponibilità per un po'. Potrai andare a lezione, senza dubbio, ma per il resto ti voglio concentrato su di me» continuò.

Changbin annuì. «Certo, signore. Come desidera.»

***

Il signor Bang riuscì a prendere suo figlio prima che questo scivolasse via dalla sua presa.

Chan era appena tornato a casa dal suo primo lavoro. Erano quasi le due del mattino e suo padre era ubriaco fradicio, come sempre. A volte riusciva ad entrare e chiudersi in camera mentre l'uomo giaceva semi-svenuto sulla poltrona, ma quella sera non aveva avuto fortuna.

«Dove scappi?!» urlò il padre di Chan, afferrandolo per un braccio.

Il ragazzo riusciva a sentire il suo alito pesto anche da quella distanza. Cercò di liberarsi dalla stretta ma sembrava d'acciaio. Chan sentì il suo battito accelerare mentre la mente gli ricordava di tutta la paura e di tutte le botte che aveva dovuto subire da bambino. Cominciò a sudare freddo mentre suo padre lo spingeva a terra, stava per andare nel panico. L'uomo gli tirò uno schiaffo in pieno volto.

twisted | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora