Awaking A Goddess

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JPOV
 
Non appena Skylar se ne andò iniziai a cercare intorno qualcosa da fare per lei. L'appartamento era immacolato. Doveva averlo già pulito per me. Che ragazza dolce.
 
Mi piaceva già tanto Skylar. Era timida e troppo intelligente per una ragazza come lei. Questo doveva tenere i ragazzi alla larga, molti uomini si sentono intimoriti da cose di questo tipo. Non io. Skylar era come un piccolo, chiuso bocciolo di rosa. Adorabile, fresco, nuovo...una parte di me si sentiva cattiva per aver accettato questo lavoro. Non volevo viziarla o corromperla con me stesso. Ma la volevo rendere libera, volevo che quel bocciolo fiorisse e si aprisse...piano...delicatamente... attentamente.
 
Lei era totalmente diversa da tutte le donne che conosco.
 
Ragazza del college. Proprio come lei, la mia ragazza. Anche intelligente, tutta libri e scuola. E arrossisce. La mia ragazza arrossiva spesso. Non come Skylar, ma me la ricordava tanto.
 
Skylar mi aveva chiesto di dirle il suo nome ma non ci ero riuscito. Volevo ma la mia gola non voleva collaborare. Non ne avevo parlato con nessuno, mai. Quanto era strano che una ragazza mi volesse comprare per due settimane per parlare dei miei problemi o del mio passato? Magari non è una coincidenza. Volevo credere che da qualche parte, lassù, qualcuno mi avesse mandato Skylar per una ragione, per aiutarmi, per provarci e raggiungermi.
 
Ma non c'è nessun 'lassù' e non c'è nessuno che si interesserebbe alle mie pene o al mio futuro. Se c'è, dov'è stato per tutto questo tempo? Se mi volevano aiutare adesso, erano in fottuto ritardo.
 
Controllai l'orario. Una e mezza. Dovevo fare la mia chiamata alle tre quindi avevo un po' di tempo. Avevo anche già chiamato Claire per dirle che non sarei andato a lavorare la sera.
 
Stasera era per Skylar, la nostra prima notte insieme.
 
Sembrava così spaventata stamattina quando mi sono tolto la maglietta. Poveretta. Dovevo improvvisare un po' meno con questa qui. Lo sapevo già. E non mi dispiaceva. Sarebbe stato bello prendermi tempo, sedurla, senza metterle fretta. Non riuscivo a ricordare l'ultima volta che ci ero andato piano con una donna.
 
C'è un sacco da dire sull'andarci piano. Molte donne per cui ho lavorato non lo vedevano, ma se fatto bene, se costruita l'anticipazione, il mistero, la sensualità dell'esplorare e il prendere piccoli morsi prima del grande piatto, rendeva il tutto molto più eccitante. Il più a lungo avrei dovuto aspettare per Skylar, più l'avrei voluta per deliziarla prima di averla per davvero.
 
Mi aveva detto di non essere una vergine ma che lo aveva fatto prima e per... 33 secondi? Era uno scherzo? Sembrava seria quando lo aveva detto. Se era vero, allora non aveva mai davvero fatto l'amore, o sesso, per quello che vale. Non del buon sesso, comunque. Quindi l'avrei trattata come se fosse ancora una vergine, avevo deciso. Meritava di rincominciare. Potevo essere la sue vera prima volta.
 
Ero già stato pagato da madri per dare alle proprie figlie la loro prima volta. La cosa era parecchio strana anche per me, ma molte di queste volte, avevo già servito le madri soddisfacendole così tanto che volevano darmi in regalo le loro figlie. Niente ragazze sotto i 18. Ho ancora regole per me stesso che non ho violato.
 
Le ragazze non vennero mai a sapere che ero stato pagato per stare con loro. Dovevo recitare la parte di un ragazzo con cui si erano scontrate al Blockbuster, o con cui avevano un appuntamento al buio, un figlio dei loro colleghi, storie che facessero in modo che io entrassi nelle loro vite in qualche modo.
 
Comprarmi per le loro figlie era il loro modo per assicurarsi del sesso sicuro, che pratico sempre, e qualche volta per distrarle da qualche amore finito male o fidanzati che non le stavano trattando nel modo adeguato. E anche per dare loro una magnifica e sensuale prima volta.
 
Subito dopo, avrei avuto una delicata conversazione con la ragazza e mi sarei dovuto inventare qualche scusa sul perché non l'avrei mai più rivista. Dicevo sempre cose come, vivo in Cancun o Hawaii e dovevo tornare a casa. Avevo milioni decenti ragioni per non ferirle e uscire dalle loro vite velocemente. Ma mi dava sempre dispiacere anche giorni o settimane dopo, mi sentivo sempre come se le avessi ferite.
 
Ma il punto è che, so come essere gentile e delicato, e so come andarci piano. Mi rendeva più felice farlo così che in qualche altro modo più rude come piaceva ad alcune donne.
 
Quindi era così che avrei iniziato con Skylar. E dopo, se voleva esplorare alcune fantasie più oscure , potevo fare anche quelle. Posso essere angelo... e posso essere demone.
 
Andai in banca per fare il deposito con i soldi che Skylar mi aveva dato, andai anche al supermercato per prendere qualcosa di più per cena, e qualche cosa dal mio appartamento che mi serviva per la notte.
 
Tornai a casa di Skylar giusto in tempo per fare la mia chiamata giornaliera, tutto andò bene anche con quella.
 
Guardai il mio programma per il giorno dopo e vidi che avevo una festa di addio al nubilato, solo per due in una casa privata. Avrei chiesto a Skylar se voleva venire con me.
 
Girai la pagina per controllare Mercoledì, vidi, 12.00 – Consegna Pizza – Paige.
 
Skylar non può venire con me. Magari aveva lezione quel giorno. Lo speravo.
 
Niente Giovedì – bene.
 
Venerdì sera dovevo andare al Fire. I venerdì erano sempre pieni e Skylar poteva venire con le sue amiche se voleva.
 
Girai pagina per controllare Sabato – 13.00, Raven.
 
Cazzo. Raven non era il suo vero nome, non lo sapevo neanche il suo vero nome ma sabato sarebbe stato un giorno duro per me. Dovevo inventarmi qualcosa con Skylar per evitare che mi seguisse.
 
Domenica diceva – Film – 16.00. Da Jackie.
 
Questo era duro. Non ero sicuro che Skylar volesse vedermi mentre giravo in un film a basso budget a sfondo pornografico. Forse potevo riuscire a evitarlo o spostarlo a quando avrei finito con Skylar.
 
Misi il mio programma via e iniziai a preparare la cena per quando la mia Skylar sarebbe tornata a casa.
 
Avevo optato per una sautè di gamberi accompagnata da dei capelli d'angelo e una pagnotta di pane francese. Avevo anche pensato di comprare del vino ma poi decisi che era meglio di no. Guardando il frigorifero di Skylar si notava subito che non era una bevitrice di vino. C'erano solo lattine di coca e succhi di frutta. E soprattutto non volevo farle pensare che la stavo imbrogliando per sedurla più facilmente.
 
Volevo questa sera solo per toccarci...parlare...e imparare a conoscerci meglio, giusto per rompere il ghiaccio. Non avevo intenzione di fare l'amore con lei, non ancora. Avevamo tempo. Un sacco.
 
Avevo dell'olio per massaggi a casa e li avevo presi e posati in una bacinella di acqua calda, lasciandoli lì a riscaldare. Avevo anche trovato degli asciugamani di Skylar e li avevo messi un cesto vicino al letto. E sì, lo avevo ricoperto di petali di rose, c'erano anche alcune delle mie candele intorno alla stanza.
 
Avevo anche sostituito la lampada della luce della stanza con una con luce soffusa rosa per creare atmosfera. E avevo posizionato il mio iPod nella stanza, un'intera mia playlist sensuale perfetta per rilassarsi. Avevo preparato un piccolo paradiso per la mia ragazza ed ero particolarmente fiero di me stesso quando avevo finito.
 
Il sole era ancora alto ma per quando avessimo finito di mangiare sarebbe iniziato a diventare scuro. A quel punto mi sarei concentrato nel rendere Skylar felice. Indossavo un jeans nero e niente maglietta, come diceva la mia regola quando la sentii salire le scale. Speravo fosse da sola. I miei piedi erano sempre nudi in casa e a volte anche fuori. Odiavo le scarpe.
 
Mi guardai nello specchio del bagno di Skylar per la decima volta. Capelli a posto. Ben rasato, nessuna traccia di peli sulla mia faccia denti – belli e puliti, alito – aromatizzato alla cannella. Tutto ero a posto. Desideravo solo che quel dannato livido sul mio sedere scomparisse. Era ancora lì. Ma non potevo preoccuparmene in quel momento.
 
Andai a controllare il cibo che avevo lasciato sul fornello e lo mescolai ancora un po', sperando che potesse sentirne l'odore dal corridoio.
 
Aprì la porta prima che Skylar la raggiungesse, sorprendendola. Era da sola.
 
Le sorrisi caldamente, non volevo renderla ancora più nervosa.
 
'Ciao, Dr. Skylar.' salutai, volevo vedere il suo sorriso. Mi abbassai e le lasciai un piccolo e delicato bacio.
 
Mi sorrise e ridacchiò mentre mi spostavo indietro per farla entrare. Sembrava ancora più nervosa di questa mattina. Avrei messo fine alla sua sofferenza in pochi minuti, non subito. Mi piaceva vederla imbarazzata.
 
Chiusi la porta gentilmente e lei entrò in cucina.
 
'Ero preoccupata, pensavo di trovarti di fronte alla porta in ginocchio quando sono arrivata.' ammise Skylar, poi vide il cibo e aggiunse, 'Ohhh Dio, ha un buon odore! Lo avevo sentito dalle scale ma non pensavo che... venisse dal mio appartamento.'
 
'Mi sento insultato.' dissi con voce bassa, 'Te l'ho detto che sono un bravo giocattolo. Ne dubitavi?'
 
Le diedi un altro bacio, prendendo la borsa dalle sue spalle, posandola in un angolo della sala.
 
'E non mi metto in ginocchio fino a quando non me lo dici tu.' informai, 'L'unica regola che mi hai dato, la sto seguendo.'
 
'Lo vedo e ne sono felice.' disse, 'Odierei il fatto di doverti punire.'
 
Arrossì di nuovo e io scoppiai a ridere, sistemai la tovaglia per terra.
 
Skylar ha un sacco di potenziale. Un bocciolo di rosa pronto per fiorire e mostrare tutte le sue meraviglie.
 
'Mangeremo qui stasera.' la informai, 'Sistemo io la tavola, non preoccuparti.'
 
Iniziai mettendo il cibo nei nostri piatti, presi le posate. Posai tutto sulla tovaglia per terra. Sarebbe stato più carino, guardare il sole che tramontava invece che stare seduti su un paio di sgabelli attorno a un bancone.
 
Sembrava apprezzare la mia idea, la feci sedere di fronte a me mentre io mi sedetti sul pavimento con la schiena contro il divano.
 
Si sentiva la musica di sottofondo in modo che potessimo parlare.
 
Aprii due lattine di soda e le versai nei due bicchieri che posai sulla nostra tovaglia da picnic.
 
Skylar si sedette a gambe incrociate io invece avevo steso le gambe e incrociato i piedi.
 
Iniziammo a mangiare e Skylar confessò, 'Adoro i gamberetti, sono i miei preferiti. Grazie mille per tutto questo. Non dovevi, lo sai.'
 
'Smettila.' la stoppai, 'Volevo. Ora mangia.'
 
'Sì, signore.' scherzò, mangiando.
 
'Ohhh, mi piaceva. Ripetilo.' la stuzzicai un po' e lei ridacchiò, coprendosi la bocca.
 
'Skylar, posso dire una cosa prima che andiamo avanti?, chiesi educatamente, volevo che si sentisse a suo agio.
 
'Certo.' disse e sembrava più testa.
 
'Dopo che abbiamo parlato oggi,' iniziai, sorridendole teneramente, 'ho realizzato che tutto questo è nuovo per te, come hai detto. Quindi voglio che tu sappia che per stasera ho delle cose già pianificate, ma non è fare sesso. Voglio che ci prendiamo il nostro tempo e ci conosciamo. Voglio toccarti e voglio che tu tocchi me. Voglio parlare con te e voglio baciarti. Voglio stringerti e voglio massaggiare ogni parte di te e voglio che tu mi massaggi. E voglio che ci addormentiamo assieme, tutti accoccolati. Ma non ti spingerò a fare sesso con me. Voglio che tu mi dica che mi vuoi. E poi sarò felice di accontentarti. Non voglio che tu abbia paura di me o che tu sia nervosa. Ti suona bene?'
 
Mi guardò e lacrime si erano formate nei suoi occhi. Non mi mossi. Rimase in silenzio per un paio di secondi e fece un respiro profondo.
 
La sua voce era rotta ma disse, 'Sembra perfetto.'
 
E sorrise, quel bellissimo sorriso che non avevo mai visto prima. Le piaceva quello che avevo pianificato per stanotte! Ero sollevato e felice che l'avessi capita correttamente. Era difficile da leggere per me. Questa volta era importante e ce l'avevo fatta.
 
La mia dea era soddisfatta da me. Sentii il mio petto allentarsi e rilassarsi.
 
Le sorrisi a trentadue denti, emozionato per quello che la serata riservava. Ero perfino troppo eccitato per finire di mangiare.

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