SPOV
Potevo ancora sentire la pioggia gelida scrosciare giù sul mio seno mentre il mio corpo si contorceva verso l'alto, l'acqua che scorreva sul mio viso mentre continuava ad entrare in me di nuovo.
Come un segnale, il lampo infuriò, rivelando la città ai miei occhi non appena il tuonò ci urlò contro, facendo conoscere la sua rabbia sul cammino che stavamo prendendo mentre scopavamo stancamente sul tetto, senza vergogna mentre sentivo i miei vestiti essere strappati via dalle brutali, malvagie mani del mio scuro, bagnato predatore.
Dio, quante posizioni abbiamo fatto? Ancora non riesco a contarle, so solo che quando mi ha portata giù da basso sulle sue spalle per ritornare al nostro appartamento, non mi importava che fossi completamente nuda e che qualcuno potesse vedermi, anche se erano le quattro del mattino quando fummo completamente sazi l'uno dell'altro, almeno fino a quel punto.
Si prese cura di me, mi asciugò e mi mise la mia comoda maglietta e i miei pantaloni di flanella come pigiama, indossò la sua maglietta da notte, quella che gli avevo dato, come sempre, e un paio di pantaloncini. Ci rannicchiamo sotto le coperte, mi strinse lui stavolta, la mia faccia era sdraiata felicemente sul suo petto che si gonfiava a ogni respiro. Volevo dirgli che lo amavo di nuovo a quel punto, ma in quel momento ero più sobria e realizzai tutti i problemi che ci sbarravano la strada, ora che entrambi avevamo detto quelle tre parole importanti.
Una parte di me aveva paura ad addormentarsi perché forse la mattina si sarebbe svegliata e lui se ne sarebbe andato e qualche nota mi avrebbe aspettato, spiegando le regole, e come lui le aveva infrante lasciando che provasse qualcosa per me, e come non saremmo mai potuti essere insieme.
Ma il suo tocco era gentile e calmante per il mio corpo, specialmente dopo le ore di piacere che aveva sopportato, e mi addormentai comunque, sentendo le sue labbra sui miei capelli.
Mi ci vollero solo quattro ore per saltare in piedi, sull'attenti, tremando e avendo paura che i miei sospetti fossero corretti.
Il sole stava sorgendo illuminando il letto e fui felice di notare quattro solchi sotto le coperte invece di due. È ancora qui. Il mio corpo si rilassò e lasciai che un lungo respiro lasciasse la mia bocca.
Pensavo fosse addormentato ma la sua voce suonò nel mio orecchio, 'Hai fatto un brutto sogno?' mi chiese, la voce da dio, sembrando preoccupato.
Divertente, ma ormai ero già sveglia...e sembrava che anche lui lo fosse. Non sembrava tanto stanco o insonnolito. Senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi, ebbi un flash di tutti gli errori che avevo commesso la sera prima: il bere, il salire le scale di Claire che hanno forzato me e miei amici che tentavano di fermarmi, lo sbattere contro la porta, il modo in cui mi sono lanciata sulla sua scrivania e le ho preso i capelli... e il più stupido – il ti amo sotto la pioggia.
Come posso essere così stanca quando ho rovinato tutto e ho bisogno di una seria sistemata?
'No.' La mia voce suonava come quella di una ragazzina, 'Brutti ricordi.'
'Il suo dito si mosse e giocò con il mio labbro, sempre amorevole e tenero, anche se dovrebbe essere così incazzato con me adesso.
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Red Lines
FanfictionJustin è uno spogliarellista.Skylar è una ragazza del college che sta studiando psicologia e ha bisogno di un soggetto per la sua tesi.Pagherà Justin per due settimane per poterlo studiare.Le cose si faranno interessanti. (storia tradotta) ...