I Rule?

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SPOV
 
Ero seduta vicino al mio piccolo bancone in cucina, stavo scrivendo nel mio notebook ed erano le 8 della mattina dopo. Dormire con Justin l'altra notte non era stato per niente imbarazzante e tutto grazie a lui.
 
Non mi aveva soffocato mentre dormivamo e ne ero stata felice. Una volta addormentata, lui si era girato e aveva preso la sua parte del letto, lasciandomi dormire indisturbata. Quindi alla fine ero riuscita a dormire e ne ero felice.
 
Credevo di essere stata la prima a svegliarsi quando la sveglia aveva iniziato a suonare stamattina alle 7.30. L'avevo subito spenta sentendo quell'orribile rumore e mi ero girata per dare una sbirciatina a Justin, sperando di non disturbarlo.
 
Rimasi quasi senza fiato non appena vidi quanto era bello mentre dormiva. E non avevo ancora guardato il suo petto. Il suo viso mi aveva catturata. Le sue labbra formavano un piccolo broncio che mi ricordava tanto un bambino, testardo ma dolce. La sua bocca era perfetta e le sue labbra erano così piene e soffici, guardandole mi veniva voglia di baciarlo in continuazione.
 
E i suoi occhi chiusi mi attirarono ancora di più. Aveva delle ciglia lunghe, anche più delle mie! Nere, si notavano molto sulla sua pelle chiara, se guardavi velocemente sembrava quasi indossasse l'eyeliner ma adesso con la luce, così vicina, potevo vedere anche le ciglia della parte inferiore della sua palpebra. Stavo quasi per toccarle ma decisi che era meglio di no. Justin amerebbe svegliarsi con una ditata in un occhio da parte mia, ne sono sicura.
 
Sorrisi, aveva la fronte corrucciata e mi domandai come sarebbe stato se si fosse riposato tre giorni e avesse avuto i capelli più lunghi. Sì, so già di avere un debole per i bad boy.
 
Mi ero già analizzata per anni, usando il mio cervello come soggetto. Era la prima volta che lo facevo con qualcun' altro.
 
Ero già arrabbiata con me stessa per aver rovinato la situazione. Ero legata a Justin, fin troppo, già. Come faccio a chiedergli cose sul suo passato o sul suo lavoro e poi sdraiarmi qui sotto di lui la notte, senza pensare alle cose che mi ha detto?
 
Amo appartenere a te.
 
Perché mi aveva fatta sentire felice e triste allo stesso tempo?
 
Gli sorrisi, e lo guardai ancora un po'. Amavo come le sue braccia affondavano sotto il suo viso, mentre abbracciava la trapunta, era rivolto verso di me, come se stesse guardando la mia nuca quando si era addormentato. Magari questo è solo uno dei miei desiderosi pensieri.
 
Abbracciarlo. Il modo in cui dorme dice molto sulla sua persona. Mi chiedevo se era stato veramente mai abbracciato senza essere nudo o dopo un'attività sessuale. Probabilmente non per molto, se non mai. So che ci sono sempre due versioni della storia ma mi ritrovai ad odiare sua madre.
 
Potevo capire un padre freddo e dura ma una mamma dovrebbe amare suo figlio, nutrirlo, insegnargli cos'è l'amore. Ed era il suo unico figlio. Come non poteva amare quel faccino? E scommetto che quando era piccolo era 10,000 volte più adorabile di quanto non lo è adesso. Mi immaginai la sua voce. E poi un piccolo Justin che cercava di attirare l'attenzione di sua madre e lei che lo mandava via. La volevo trovare e schiaffeggiare.
 
Sì, lo so, sembravo il tipico strizzacervelli, sempre ad accusare la mamma.
 
Cambiando discorso, ricordo cose migliori...
 
La scorsa notte era stata fantastica, mi sentivo bene ancora adesso. La mia vagina stava molto meglio ora, non super sensibile e neanche un po' dolorante, come la scorsa notte. No, adesso... mi sentivo estremamente felice e penso che se avesse potuto emanare un sospiro felice lo avrebbe fatto.
 
Volevo avvicinarmi e baciare quella bocca così carina che aveva adesso, ma il mio alito non mi avrebbe aiutata. E avevamo mangiato gamberetti e aglio l'altra sera. YIKES! Mi misi una mano davanti alla bocca e mi girai un pochino. Dovevo nascondere un piccolo spazzolino e un bicchiere di acqua con una bacinella sotto la parte del mio letto, ora. Un make up artist non sarebbe stata una cattiva idea.
 
Subito, la sveglia ricominciò a suonare e saltai per sporgermi e spegnerla con uno schiaffo annoiato.
 
Diedi una sbirciata a Justin e lui non aveva mosso un capello. Era un dormiglione. Non credo fosse abituato a svegliarsi così presto nel suo lavoro. Come facevo ad andarmene senza svegliarlo? Dovevo muoverlo o cosa? Queste cose sembravano sempre così facili nei film. Le coppie si svegliano alla stessa ora e si coccolano per un po' e fanno spiritose ma intelligenti battute prima che l'uomo si alza e mostra il suo sedere nudo alle telecamere. Perché non poteva essere così facile?
 
Oh mio DIO! Ero nuda qua sotto! Mi ero quasi dimenticata. Comunque mi ero davvero sentita meglio a dormire nuda sotto le coperte tutta notte. Ora capivo perché Justin preferiva dormire così. Era naturale e molto rilassante.
 
Solo adesso si era alzato il sole e mi sentivo davvero strana a camminare nuda in giro per la stanza. Mi strinsi, sentendomi un po' imbarazzata dopo che Justin aveva preso certe misure per farmi sentire confortevole con la nudità. Ma 12 anni di chiesa non possono essere dimenticati dopo una sola notte anche da qualcuno talentuoso come Justin.
 
Pregavo non pensasse che avrei camminato nuda tutto il giorno ora che anche lui lo era. Non sarei mai riuscita a finire il mio lavoro.
 
Oggi a scuola avrei dovuto far sapere al mio professore su che cosa era basata la mia tesi e dovevo dargli alcune informazioni su Justin. Niente di particolare, non ancora, solo delle semplici informazioni su di lui, quello che penso lo renda interessante.
 
Il nostro professore era il Dr. James Collier e aveva più o meno l'età di Justin , credo, intorno ai 27 o 28. Immaginai i suoi corti, biondi capelli e  suoi occhi color ghiaccio, aveva sempre la fronte corrucciata.
 
Tutte noi tre avevamo una piccola cotta per lui ma ero riuscita a mantenermi molto professionale e concentrata quando ero intorno a lui. Sapevo che non potevo dirgli che il soggetto della mia tesi mi faceva avere degli orgasmi ma volevo chiedergli qualcosa privatamente, cosa a cui lui era sempre disposto finita la lezione, non come altri professori con cui dovevi programmare un appuntamento.
 
Era una parte del nostro compito, se eravamo bloccati o avevamo domande su come procedere con il nostro soggetto, voleva ci rivolgessimo a lui. Ci occupavamo di persone dopotutto, e non voleva che facessimo qualcosa che causasse a qualcuno danno. Non ci lascerebbe mai avere un soggetto che vuole suicidarsi, neanche per un istante. Non eravamo ancora pronti per quel tipo di pressione ancora. E se qualcosa del genere fosse mai venuta fuori, dovevamo chiamare il 911 o James immediatamente.
 
Dr. Collier, dovrei chiamarlo così, non James. Era sempre molto carino e non rigido come gli altri insegnanti. Sono sicura che se avessi parlato con lui mi avrebbe dato sicuramente il suo parere e aiuto.
 
Aspettai lì, sdraiata per ancora qualche minuto prima di capire che non potevo sopportarlo più. Dovevo fare la pipì. Lentamente, iniziai a sedermi guardando Justin come un falco per tutto il tempo. Non si mosse. Dorme come una persona morta.
 
Mi mordicchiai il labbro inferiore e feci uscire il mio corpo da sotto le coperte come se pesassi tonnellate. Ero fuori, Justin dormiva ancora e incrociai le braccia sul mio seno, uscendo in punta di piedi dalla mia stanza, i miei occhi continuavano a fissarlo.
 
UGH! Ero inciampata e caduta sul pavimento. Sentivo come se le mie tette quando si erano scontrate con il pavimento avessero fatto da impatto e fossero diventate ancora più piatte di quanto non lo erano prima! Perfetto! Che cavolo era? Guardai vicino ai miei piedi e vidi che ero inciampata in una delle sneacker di Justin.
 
Oh Dio, per favore, non farlo svegliare, non svegliarti, per favore, per favore!
 
Alzai la testa e guardai attraverso i capelli che mi coprivano gli occhi, era ancora lì, ma aveva iniziato  a grugnire e si era messo a pancia in giù, abbracciando il cuscino, la sua espressione sempre rilassata e contenta.
 
Come faceva ad essere così a suo agio nel letto di un estraneo?
 
E nel bel mezzo di questa situazione, avevo iniziato ad analizzarlo di nuovo.
 
Sta abbracciando il cuscino ora. Abbracciando sua madre? Sta abbracciando la ragazza che amava?
 
Gesù, Skylar, magari gli piace solo abbracciare i cuscini e non c'è nessun significato profondo dietro questa cosa, POTEVA ESSERE POSSIBILE, NO?
 
Dovevo andarmene subito, prima che si fosse svegliato davvero. Avanzai lentamente come un topolino verso il bagno, sfidai la sorte e presi il mio accappatoio mettendomelo velocemente. Dio, per favore, dimmi che non si è svegliato e non mi ha visto girare nuda per casa, per favore! Te ne sarò riconoscente per sempre!
 
Mentre ero in bagno usai la toilet, mi lavai i denti due volte e cercai di pettinarmi i capelli per evitare che diventassero crespi, avevo quasi paura di uscire da lì. Parte di me si aspettava di trovarlo seduto sul letto, completamente sveglio, e che rideva di me. Sarei semplicemente morta e mi sarei giocata 13 giorni di beatitudine, cosa che sarebbe stata la mia fortuna.
 
Vidi alcune delle sue cose, il suo spazzolino rosso e nero, e un deodorante.
 
Sorrisi, mi piacevano queste sue piccole cose, ritornai a miei capelli impossibili.
 
Accidenti, non dovrei mai andare a letto con i capelli bagnati, assomiglio sempre a Don King quando mi sveglio il giorno dopo! Certamente, i capelli di Justin si asciugavano e rimanevano al loro posto non appena ci passava la mano sopra. ACCIDENTI A LUI! Uffa, sono così gelosa della sua bellezza ora. Magari potevo essere il soggetto del mio compito ancora. Dio sa solo che ho bisogno di aiuto forse più di lui.
 
Sentii la televisione accendersi e gelai, le mie mani a mezz'aria intorno alla mia testa mentre ascoltavo, i miei occhi si spalancarono. Era sveglio.
 
Sentivo che cambiava canali e sorrisi. Mi chiedevo che cosa avrebbe scelto.
 
Telegiornale? CLICK. No. Bene, odiavo il telegiornale. Non portava mai buone notizie.
 
Uno show su come allenarsi? CLICK. No. Bene, odiavo le persone che si svegliavano la mattina e iniziavano ad allenarsi.
 
Spongebob? Sorrisi, aspettando che cambiasse di nuovo per sentire il prossimo ma rimase fermo. Sentii il telecomando toccare il tavolino gentilmente e la mia bocca si spalancò immediatamente in una orrida O, corrucciai la fronte.
 
Oh mio Dio, stava davvero guardando Spongebob? Mi coprii la bocca con una mano, avevo paura che sarei scoppiata a ridere come l'idiota del villaggio.
 
Perché LO sta guardando? Lo sa che sono sveglia e sono qui. Non gli importava di che cosa ne pensassi? Magari sta giocando con me di nuovo. Ha quel genere di umorismo.
 
Preferivo credere qualsiasi cosa d'altro a parte il fatto che gli piacesse guardare Spongebob la mattina. E' intelligente, non ritardato. Ma è ancora su quel canale. Sentii del movimento in cucina. Aprì e chiuse i cassetti, la porta del frigo si aprì e si chiuse. Stava ancora cucinando?
 
Mi sentivo così in colpa per questo ma non potevo negare che mi piacesse guardarlo mentre cucinava. E amavo magiare quello che cucinava. Era un gran piccolo chef.
 
A mia madre non era mai piaciuto molto cucinare e io mangiavo sempre un Pop Tart o qualcos'altro per colazione. E ora che vivevo da sola, odiavo cucinare solo per me stessa. Era deprimente.
 
Di solito mangiavo in una caffetteria o in qualche bar vicino alla scuola. Mangiare da soli fa schifo e non c'è nessun rivestimento zuccheroso per questo. Julie e Riley qualche volta mangiavano con me, ma vivevano con i loro genitori ancora e di solito mangiavano con loro.
 
E' bello avere qualcuno con me, ho deciso. Tornare a casa la sera ed avere qualcuno che ti dice 'Ciao' mi ha fatta sentire bene. E i ciao di Justin sono fenomenali.
 
Speravo solo di non sentirmi troppo strana a parlare con Justin, dopo l'altra sera. No, pensai subito, lui non mi fa mai sentire strana, solo bene e speciale...e carina...e nervosa.
 
'Hey Gary, dove sei?' Spongebob stava chiamando quando decisi di prendere un respiro profondo e uscire. Justin aveva probabilmente bisogno del bagno e non volevo che mi urlasse dietro per averci messo tutto il giorno mentre lui danzava per tutta la cucina, aspettando di liberarsi di quel peso.
 
Girai la maniglia e tirai giù, cercando di aprire la porta in modo figo e uscire casualmente, con atteggiamento adulto.
 
Ma, ovviamente, la porta si era bloccata.
 
'No.' espirai nervosamente, tremavo, i miei occhi che fissavano il pomello marrone scuro della porta, 'Per favore, no. Non adesso.'
 
Succede tutte le volte. Maledetta porta, maledetto pomello!
 
No!
 
Perché?! Perché adesso?!
 
Dio mi odia profondamente. Girai il pomello ripetutamente e più forte. Qualche volta funziona. Ovviamente, ora, tutte le illusioni che mi ero fatta di entrare nel soggiorno da figa erano state lanciate in una rupe, mentre bruciavano in un mucchietto.
 
I rumori di me che masturbavo la porta pietosamente, legno che si scontrava con legno, in continuazione, un rumore assordante che urlava, 'L'idiota infuriata è chiusa dentro il bagno!'
 
Posso farcela. Mettici un po' più di forza ragazza! Avanti! Continuai a girare il pomello, iniziai a emettere piccoli grugniti, stavo per arrendermi per un secondo ma... non lo feci.
 
Era fatale e inevitabile. Ma sarebbe successo. Ed eccolo che arriva...
 
'Skylar?' una voce profonda era dall'altra parte della porta, 'Stai bene?'
 
Sembrava si stesse divertendo, non era ovvio, ma lo potevo percepire.
 
Puntai il mio piede destro sul muro vicino alla porta e le chiesi di aprirsi silenziosamente o l'avrei buttata giù!
 
'Sto bene.' urlai, sembrando calma e adulta, 'La porta si blocca a volte. Comunque sono a posto.'
 
Muoviti stronzo, muoviti ADESSO! Stavo mentalmente parlando con la porta ora, non con Justin.
 
'Okay.' disse e lo sentii andare via. Stavo aspettando che ridesse o sghignazzasse ma niente. Tutto quello che sentivo era Spongebob e un'altra voce da cartone, ridevano di me.
 
Potevo sentirmi ringhiare mentre spingevo con tutto il peso, spingendo il piede ancora più forte contro la porta, giravo il pomello più dolcemente ora. Dio, sembra che io voglia scappare da una cella chiusa a chiave, un prigioniero disperato.
 
Panico iniziò a farsi spazio dentro me, sapendo che le persone avevano bisogno del bagno come prima cosa la mattina, io lo facevo sempre. Ero sicura che Justin volesse entrare e stesse odiando il mio comportamento. L'unica cosa che poteva usare in quel momento era il lavandino della cucina. Oh no, che schifo!
 
Qualsiasi altra volta la porta si apre dopo un paio di giri! Oggi, ovviamente, doveva essere testarda e comportarsi come se fosse CEMENTO!
 
Odio la mia vita.
 
Sentivo acqua scorrere in cucina e realizzai che stava facendo i piatti. Cavolo! Come riesce a far scorrere l'acqua di prima mattina e non aver bisogno di usare il bagno? Probabilmente era veramente un robot.
 
Passarono un paio di minuti e tutto quello che sentivo era Justin che che faceva scorrere l'acqua sui piatti e i cartoni di sottofondo.
 
Rinunciai, ansimando e accettando la sconfitta. Cosa avrei fatto adesso? Lo avrei chiamato? Dio, che imbarazzo. Bussare? No, è da stupidi! E lui di certo non sarebbe venuto di nuovo quindi chiusi gli occhi e guardai le miei mani rosse e doloranti, decidendo di lasciare da parte il mio orgoglio e chiamarlo, 'Justin?'
 
L'acqua si chiuse e o sentì avvicinarsi lentamente alla porta.
 
'Sì, Skylar?' fece le fusa, facendo finta di non sapere di cosa avessi bisogno.
 
Riesce ad essere silenzioso e in modo spaventoso, notai.
 
Guardai il mio viso di un rosso acceso nello specchio alla mia sinistra e chiusi gli occhi.
 
'Non riesco ad aprire la porta, è troppo bloccata.' forzai le parole, volevo cadere in un buco e morire.
 
'Oh, vedo.' Sembrava stesse sorridendo.
 
La mia espressione si trasformò in rabbia in un secondo e sentii la mia mascella contrarsi.
 
'Puoi aiutarmi?' chiesi, sentendomi male. Mi stava forzando a chiedere il suo aiuto, sapendo quanto sarebbe stato umiliante per me. Era per caso una specie di vendetta per le domande che gli avevo fatto ieri... o per quelle di oggi?
 
'Potrei.' rispose, una nota di potere filtrava nella sua voce, 'O... potrei lasciarti lì dentro tutto il giorno. Quello potrebbe essere divertente. Potresti essere il mio prigioniero personale. Ma non credo di poter far passare del cibo sotto questa porta.'
 
Wow, questo suonava bene. Ma, aspetta, no, avevo lezione oggi.
 
'Justin, per favore?' espirai, stavo quasi tremando, la sua voce mi faceva un certo effetto, 'Ho delle lezioni importanti oggi.'
 
'Hmmm...' la sua voce era dolce, 'Questo è un problema. Povera piccola Skylar...'
 
Brontolai. Stava giocando con me, di nuovo. Pensavo fosse lui il giocattolo qui, non io. No. Non è un giocattolo, non dirlo mai più, mi schiaffeggiai mentalmente. E' solo giocoso e si comporta come un bambino a volte. Mi piaceva questa parte di lui...molte delle volte.
 
'Justin...' piagnucolai un po', fingendo di essere una bambina di quattro anni, 'Hai detto che saresti stato un bravo piccolo... ragazzo.' Cambiai la parola giocattolo in ragazzo, sperando che non se ne fosse accorto. Non avrei mai osato chiamarlo o denominarlo giocattolo. Volevo che si vedesse come molto più di quello. Era già molto più di quello...per me.
 
E quello fu abbastanza per farlo smettere di giocherellare con me.
 
'Va bene, Skylar, tirati indietro! Ti salverò!' Sorrise mentre lo diceva con il suo tono cavalleresco, come se venisse a salvarmi. E' troppo carino.
 
Idiota.
 
Mi spostai indietro più che potevo vicino alla doccia. Non c'era molto spazio qua dentro e non volevo essere uccisa da una porta volante.
 
Questo dovrebbe andare bene, pensai, vedere cosa sarebbe successo dopo.
 
Con un solo calcio e il suono del suo piede contro il legno della porta, la fece aprire violentemente, scontrandosi con il muro, provocando un enorme buco.
 
Mi lasciai sfuggire un piccolo gridolino quando la porta si aprì, non mi aspettavo si aprisse così in fretta. Era VERAMENTE bloccata! Avevo usato tutta la mia forza e non ci ero riuscita. Dio, sono così debole. Dovevo iniziare a bere più latte.
 
Justin arrivò subito, muovendo un po' il pomello verso di lui, e guardò dietro per vedere della polvere bianca sul pavimento e il grande buco.
 
Dio, avevo tirato un solo calcio alla porta...e non aveva le scarpe. Sono così eccitata adesso.
 
'Oops.' Si fece piccolo mentre guardava il buco e si girò verso di me, scuse nei suoi occhi, 'Lo sistemerò, Skylar.'
 
Non riuscii a trattenermi dal sorridergli.
 
‘Non ti preoccupare.’ Rimasi dov’ero, incantata dalla visione di lui in piedi che indossava solo un paio di pantaloncini grigi stretti.
 
Mi guardò e suoi occhi si fissarono profondamente nei miei.
 
‘Stai bene?’ chiese, preoccupato per me adesso.
 
‘Sì, sto bene,’ sentii le mie guance arrossarsi un po’, ‘Rimango sempre chiusa qui per colpa di quella maledetta porta. Grazie.’
 
Ero così imbarazzata e potevo solo immaginare cosa stava pensando di me ora. Avrei scommesso che i non-sfigati lo pagavano solo $10,000 per due settimane del suo tempo.
 
‘Bè, ti ho salvato, mia Skylar.’ Si avvicinò a grandi passi, facendo la sua voce regale di nuovo, i suoi occhi bruciavano nei miei, era naso a naso con me quando chiese, ‘Cosa saresti disposta a darmi in cambio?’
 
Puoi avere tutto quello che vuoi, stavo quasi per dire, se avessi avuto qualcosa che valesse la pene donare. Ma avevo la forte sensazione che non stesse chiedendo QUALSIASI COSA.
 
Dio, i suoi occhi sono mortali notai di nuovo mentre mi rapivano nel loro incantesimo. Forse aveva messo qualcosa di magico nelle mie uova ieri e ora ogni volta che era vicino a me mi trasformavo in una completa idiota.
 
Non sapevo che altro dire prima di squittire, ‘Un bacio?’
 
Mi schiarii la voce, non volendo sembrare come Mr. Bill.
 
‘Mmmmm…sì.’ Mi sorrise e aprii la sua bocca, chiudendo le sue labbra sulle mie, la sua mano si appoggiò alla porta della doccia e l’altra sulla parete.
 
Ero felice di essermi lavata i denti due volte. Ma anche se non li aveva lavati ancora, aveva un sapore magnifico. Come fa a farlo?
 
Mi baciò di continuo e la mia testa iniziò a diventare pesante. Non me ne accorsi, ma il mio corpo si spostò indietro, sempre rimanendo nella doccia, fino a quando non toccai il muro.
 
Senza riuscire a sfuggire alla sua presa, mi seguì dentro la doccia, fece un passo e spinse la porta dietro di lui, tutto mentre continuava a baciarmi con il suo fare esperto.
 
Sentii la mia voce tremare, sperando che non avesse aperto l’acqua su di noi.
 
‘Smettila di scappare da me.’ Fece le fusa, baciandomi un po’ più forte, ‘Non mi piace.’
 
‘Scusa.’ Espirai, senza riuscire a scappare da lui ormai, e non lo volevo.
 
Le sue braccia si appoggiarono sul muro ai miei lati mentre la sua lingua mi esplorava gentilmente, muovendosi dolcemente all’inizio.
 
Lo baciai, facendo quello che mi veniva più naturale con le mie labbra, sperando che stessi andando bene per lui. Sono così maledettamente inesperta. Lo odio.
 
Dopo mugolò per davvero! L’avevo fatto mugolare? Sono un mito!
 
‘Skylar…’ sospirò, la sua mano destra si mosse verso il basso, tirando la cintura del mio asciugamano, aprendolo mentre strinsi i miei pugni vicino ai miei fianchi, non sapendo mai cosa fare con le mie mani. Maledette mani!
 
‘Qui.’ Sembrava avesse letto la mia mente e prese le mie mani nelle sue, distendendole mentre ridacchiava di me, sempre naso a naso, ‘Toccami, Skylar.’
 
Portò le miei mani e le appoggiò sulla parte bassa della sua schiena mentre continuava a baciarmi. Sentii che le mie mani muoversi in alto e in basso sulla sua schiena. Era così caldo e soffice, sembrava la pelle di un bambino. Non nel modo in cui appariva, ma nel modo in cui lo sentivo, solo stretto tessuto muscolare sotto la soffice superficie di seta.
 
Ci vollero pochi secondi prima che le mie mani iniziassero a vagare verso i suoi pantaloncini, carezzando  la fermezza delle sue braccia, le mie mani si stringevano un pochino.
 
Gemette nel bacio mentre la sua mano destra si spostò in basso verso il mio già confuso stomaco, le sue mani, le sue dita carezzavano dolcemente su e giù il mio clitoride di nuovo. Ansimai aprendo gli occhi. No, non ancora…non adesso…non di più…ha bisogno di riposo! No?
 
Il mio corpo si ricordò subito di quelle dita e si svegliò, sorridendo felicemente e saltando su e giù come un cucciolo felice che voleva il suo padrone. Ma stava tutto succedendo dentro di me.
 
‘Uhmmm…’ sentii la mia voce parlare, anche se non volevo veramente parlare, ‘Non devi andare in bagno?’
 
COSA? COSA C’E’ DI SBAGLIATO IN ME? SONO UNA FOTTUTISSIMA RITARDATA!
 
Sorrise e socchiuse gli occhi leggermente ma continuò a baciarmi e a leccarmi le labbra.
 
‘Non al momento.’ Mormorò, baciandomi velocemente di nuovo, ‘Ma grazie per aver chiesto.’
 
‘Scusa.’ Dissi di nuovo, ‘Non so cosa c’è di sbagliato in me.’ BACIO.
 
‘Penso di essere caduta di testa da bambina.’ Stavo parlando nella sua bocca.
 
BACIO.
 
‘Non c’è niente di sbagliato in te.’ Mi baciò di nuovo. Stavamo scivolando piano il muro, verso la fine della vasca. Oh no, cosa sta facendo?
 
‘Uhmmm…Justin…che ore sono?’ Stavo parlando di nuovo.
 
‘Stai zitta, Skylar.’ Domandò dolcemente, divorando le mie labbra di nuovo.
 
Questa era una grande proposta. Stai zitta, Skylar. Sì. Lo farò ora. Grazie, Justin.
 
Prima che me ne accorgessi, ero sdraiata sulla porcellana della vasca e le sue labbra stavano viaggiano lungo il mio collo, il mio asciugamano si stava aprendo sempre di più. Le sue mani sul mio seno, strizzando, e succhiando…la sua bocca bagnata si muoveva verso i miei capezzoli mentre le sue mani rimanevano felicemente al loro posto.
 
‘Uhhhh…’ Guardai in alto il soffitto, stavo respirando pesantemente di nuovo. Era lo sua schiava.
 
E’ la creatura più pericolosa di tutte. Un predatore del mio cuore, stava già affondando i suoi artigli dentro me. Tutto di lui mi attira-il suo viso, la sua voce…anche il suoodore. Come se non potessi dirgli di no…come se non potessi combatterlo…anche se avessi voluto. Peggiore di un killer…era stato creato per sedurre. E aveva già conquistato qualsiasi altra donna prima di me, più esperto, e mondano di me. Mi ucciderà. Mi spezzerà il cuore.
 
Mi stava conquistando e seducendo così facilmente…troppo facilmente.
 
Non avevo mai voluto un uomo così tanto…nella mia vita. Fino ad adesso.
 
E mi aveva chiesto di fidarmi. Lo volevo così tanto… ma qualcosa dentro di me continuava a dirmi… ‘Non farlo.’
 
Ma anche adesso, con la mia mente che sapeva tutto questo, e dopo una sola notte, non riesco a controllare la mia sete per lui…lo voglio, ne ho bisogno, lo BRAMO. E’ come una droga per me…solo un po’ e soffro fisicamente senza…e come la mia personale marca di eroina. Odiavo andare a scuola senza di lui e oggi avrebbe fatto ancora più schifo. Il tempo senza di lui era senza senso e crudele.
 
Non so se riesco a controllarmi. Sono sotto il suo controllo ora. Sono stata catturata. Lui mi ha.
 
Non riesco a leggere la sua mente…e non mi lascerà entrare. Sognavo mi dicesse che cosa stava pensando. Ho paura che in un secondo, potrebbe sparire, un sogno proibito, meraviglioso che svanisce in fumo non appena il sole sorge.
 
‘Non hai idea…di quanto io abbia aspettato per te.’ La mia voce ansimò adorabilmente mentre i suoi occhi si aprirono e affondarono profondamente dentro le mie ossa, si mossero poi verso i miei occhi scintillanti. Le mie gambe erano aperte e lui era sdraiato tra queste…sentii il suo corpo diventare più duro contro il mio.
 
Se mi chiedeva di spiegarglielo…non sapevo se ne sarei stata capace. Lo sentivo, tutto qui.
 
‘Non devi aspettare più, Skylar.’ Disse a voce bassa. ‘Sono qui…e ti voglio. Ti voglio così tanto.’
 
Non sapevo cosa dire. Nel mio cervello le cose si stavano muovendo a mille miglia al minuto, cercando di trovare un modo per non andare a scuola quel giorno.
 
Justin si accorse di dove eravamo finiti e mi guardò in modo di scuse, ‘Ma questo non è il posto e neanche il momento giusto.’
 
Potevo sentire le lacrime negli occhi mentre si muoveva lentamente per alzarsi in piedi, aiutandomi ad alzarmi, chiuse gentilmente il mio accappatoio e fece un singolo nodo con la cintura. Mi sorrise e mi baciò la fronte.
 
‘Va bene così, Skylar.’ Mi promise, ‘Ti aspetterò. Quando sei pronta, sarò lì per te. Abbiamo un sacco di tempo. Mi dispiace per…quello. (Menzionò con la testa verso la vasca)…sembra sempre che finiamo nella doccia. C’è qualcosa di magico qui.’
 
C’è magia dovunque ci sei tu.
 
Dio, sto cadendo troppo facilmente. Credo di essere già innamorata di lui. Sono così debole.
 
‘Vieni, ti faccio qualcosa per colazione.’ Mi aiutò ad uscire dalla doccia, guardandomi mentre uscivo senza evitare che mi uccidessi. Continuò a tenermi la mano, portandomi in cucina e facendomi sedere su uno sgabello.
 
Nella mia testa, per un minuto, ero al Fire e mi stava portando nella stanza privata.
 
Mi lasciò un bacio sulla testa, e andò a prendermi un bicchiere di succo all’arancia, posandolo davanti a me.
 
‘Bevi.’ Mi sorrise seducentemente e si girò, rimettendo il succo nel frigorifero, e tornò indietro, posando il mio notebook vicino al mio bicchiere, una penna sopra.
 
‘Fai i tuoi compiti, torno subito.’ Justin si stava spostandosi verso il bagno, ‘Stavo bene finché non lo hai detto.’
 
Oh, adesso doveva fare la pipì. Risi tra me stessa un po’, sperando non rimanesse chiuso dentro. Ma era intelligente abbastanza da lasciare la porta aperta un centimetro. Cercai di non ascoltare il rumore dell’acqua che si scontrava con acqua, aprendo il mio notebook e cercando di concentrarmi, sperando che la mia mente non fosse partita per andare lontano tanto da non riuscire più a lavorare.
 
Ora ero seduta qui, sentivo Justin lavarsi i denti e la mia mano iniziò a scrivere:
 
Amo i tuoi capelli.
 
Amo la tua pelle.
 
Amo toccarti.
 
Amo soddisfarti.
 
Amo appartenerti.
 
Da dove veniva questa cosa? La mia mano sembrava fare quello che voleva, scrivendo tutte le cose che mi aveva detto l’altra notte.
 
Skylar, vedi il problema qui? Merda.
 
Stava ritornando indietro, chiusi il notebook di colpo , spostando la penna lontano da me sul bancone.
 
Il mio cervello voleva essere arrabbiato con lui quando ritornò in cucina. Ma non appena lo vidi a petto nudo e tutto il suo perfetto piccolo sedere coperto da quei soffici pantaloncini…e i suoi perfetti piedi nudi…non ce la potevo fare.
 
Studiarlo stava diventando sempre più complicato di quanto pensassi. Stavo imparando tante belle cose su me stessa.
 
‘A che ora devi andare oggi?’ Justin mi chiese, insicuro sui miei piani.
 
‘Oh, in un ora.’ Diedi uno sguardo all’orologio attaccato al muro, 'Dovrei tornare a casa per le due questo pomeriggio.’
 
‘Va bene allora devo muovere il sedere.’ Disse, giocoso e luminoso di nuovo, si sporse sul bancone sorreggendosi sulle braccia, mi guardò, ‘Cosa ti piacerebbe mangiare per colazione questa mattina?’
 
Gli sorrisi, la mia sfacciataggine da bad girl che emergeva di nuovo.
 
‘Wowwwww…’ Justin mi sorrise affascinato, ‘Guarda quel sorriso malefico! Sono davvero impressionato! E tutto questo solo dopo una notte…mi affascini.’
 
Mi morsi il labbro inferiore e arrossii, insicura del perché le sue parole mi facevano stare così bene.
 
‘Un toast, se per te va bene.’ Volevo rendergliela facile quella mattina, non avevo molta fame. Scoprire che ero così facile da ingannare e sedurre su questa terra mi aveva rovinato l’appetito.
 
‘Tutto qui?’ mi guardò un po’ dispiaciuto.
 
Annuii, sogghignando.
 
‘Ti senti bene?’ chiese, ora sembrava più preoccupato, prese il pane dal frigo.
 
‘Stai scherzando?’ sbottai ridendo, ‘Sto meravigliosamente. Sarò un disastro oggi a scuola ripensando a ieri notte.’
 
Sorrise, mise il pane nel tostapane, spingendo giù la levetta.
 
‘Penserai a me quando sarai a scuola?’ Sembrava sorpreso e felice di questo.
 
‘Sicuramente.’ Ammisi, bevendo il mio succo.
 
‘Penserò anche io a te, Skylar’ Si morse il labbro inferiore, guardandomi, mentre aspettava per il toast, ‘Non avevo avuto niente di così bello da tanto tempo ormai.’
 
Sorrisi, amando il suono della sua voce e ogni singola cosa che diceva.
 
Tentando di recuperare il mio professionalità, se non era troppo tardi, me ne uscii con un, ‘Bè, ora che entrambi ci siamo divertiti, quando torno a casa, abbiamo un appuntamento. Non essere in ritardo.’
 
Il toast uscì fuori di colpo sembrava buono e ben tostato, proprio come mi piaceva.
 
‘Vuoi del burro?’ mi chiese.
 
‘Sì.’ Sogghignai, guardandolo mentre prendeva il burro e iniziò a stenderlo sul caldo toast, ‘Hai sentito quello che ho detto sul nostro appuntamento?’
 
‘Sì, ti ho sentito.’ Disse con fare amichevole, ‘Sarò qui, puntuale, sul divano come un bravo piccolo paziente, Dr. Skylar.’
 
Posò il toast davanti a me e sorrisi, andò a pulire i piatti della sera prima. Odiavo vederlo fare quelle cose, ma, maledizione, amavo vederlo lavare i piatti. Non sapevo neanche il perché, mi eccitava.
 
Dovevo prenderne nota.
 
Mi prende in giro quando dice Dr. Skylar? Speravo di saperlo. Dovevo chiederglielo oggi, insieme alle altre cose.
 
‘Umm, Skylar?’ mi guardò ma continuò a lavare, ‘Ho dei piccoli piani per oggi, niente di che, un addio al celibato che inizia alle 12. Dovrebbe finire per l’una o una mezza, ma sarò a casa subito dopo. Prenderò il treno così, nel caso fossi in ritardo, non penserai che ti sto dando buca. Va bene?’
 
Mi chiede sempre se va tutto bene. Come se fosse spaventato da me o qualcos’altro. Sta davvero pensando nell’ottica del fatto che lui appartiene VERAMENTE a me. Ed è sempre disposto a cedere ad ogni cosa che dico facilmente, i suoi ‘Sì, Skylar’ ogni volta che gli dico qualcosa. E’ così obbediente, come un cucciolo e questo mi disturbava. Come faccio a farglielo capire? Dovevo pensarci tutto il tempo oggi a scuola e ricevere consigli dal Dr. Collier.
 
Decisi di provare qualcosa qui, anche se non eravamo in seduta.
 
‘Justin…’ cercai di tenere la mia voce normale, ‘Cosa succederebbe se ti dicessi…no non va bene?  Voglio che rimani qui tutto il giorno e non voglio che ti muovi dalla sedia. Lo faresti?’
 
‘Sì.’ Disse senza neanche pensarci due volte, si leccò il burro dalle dita e lo mise via, ‘Mi vuoi vestito o no?’
 
Mi lasciai scappare un respiro che gli facesse capire che ero sbalordita. La mia bocca era mezza aperta per lo shock. Ma sembrava completamente a suo agio.
 
‘Cosa c’è?’ chiese, sorridendo un po’.
 
Non riuscivo a sorridere di rimando questa volta. Inizia a sentirmi in pena per lui e non riuscivo a non esserlo.
 
‘Sarebbero cinque ore, Justin, seduto su una sedia, senza muoverti.’ Lo informai, scandendo tutto per lui.
 
‘E’ facile.’ Scosse le spalle, ‘Non ho problemi, se è quello che vuoi.’
 
‘Bè, io sì.’ Sentii la mia voce rispondere , ‘Non dovrei avere il permesso di dirti una cosa del genere - nessuno dovrebbe esserlo. Dovresti dirmi che farai quello che vuoi fare e che io non posso comandarti a bacchetta. Perderesti soldi se ti dicessi di non andare al tuo appuntamento oggi. Finiresti nei guai con il tuo capo. Non ti da fastidio?’
 
‘Non fa niente.’ Fece spallucce, ‘Io appartengo a te ora e tu dici quello che devo fare. Se mi dici di fare qualcosa, la faccio. I miei sentimenti non contano qui. Io sono qui per te, Skylar.’
 
‘Io comando?’ Non riuscivo neanche a finire la frase da quanto ero sbalordita.
 
Dovevo calmarmi, dovevo mantenere la faccia calma non importava qualsiasi cosa mi dicesse. Questa è una parte dell’essere una psichiatra, non bisogna reagire fortemente senza estraniare il tuo paziente. Ma avevo infranto le regole. Mi importa di lui ed ero arrabbiata per essere così, per dire queste cose. Ma dovrei volere che lui mi dicesse quello che pensa, anche se è insano.
 
 
‘Il tuo toast si sta facendo freddo, Skylar.’ Cercò di cambiare discorso.
 
‘Aspetta.’ Lo guardai, poggiai un piatto pulito nel porta piatti vicino a lui, 'Justin, ascolta, non voglio che tu reciti mai più, okay? Voglio che tu sia te stesso durante le nostre due settimane. D'ora in poi, se senti qualcosa, se non ti piace qualcosa. O hai qualcosa in testa che vorresti dire, voglio che tu la dica e la faccia. Puoi farlo per me?'
 
‘Che cosa intendi?' sembrava confuso, 'Recitare?'
 
E sì, Spongebob continuava ad andare ma non gli stava presentando attenzione quindi lasciai perdere per quel momento.
 
'So che devi recitare un certa parte quando fai quello che devi fare per vivere.' Iniziai in modo carino, ero rilassata, 'E forse dopo un po', inizi a diventarlo... nel senso che ti abitui  e molto presto, non hai più parola su chi sei. Lo sai? Come...quali sono le TUE opinioni? Cosa TI piace? Per esempio ieri sera, quando stavi baciando il mio piede, perché lo hai fatto?'
 
'Era carino.' Mi guardò rispondendo onestamente senza esitazione.
 
'E ti sei fermato, perché?' Chiesi, mangiando un po' del mio toast così che non si arrabbiasse.
 
'Tu mi hai detto di non farlo.' Disse, suonava così innocente alle mie orecchie tutto d'un tratto.
 
'Ma se lo volevi, perché non lo hai semplicemente detto, 'no Skylar, voglio baciarti i piedi e lo farò'?' chiesi.
 
'No.' i suoi occhi sembravano più forti ora, 'Non voglio che tu sia arrabbiata con me.'
 
'Ma se tu-'
 
'E a parte quello tu mi possiedi.' Non mi fece finire la frase, aggiungendo un'altra ragione a quello di cui stavamo parlando.
 
'Justin, tu sei una persona.' Continuai calma anche se volevo urlargli contro e scuoterlo, 'Nessuno, POSSIEDE nessuno. Tu non sei posseduto da me. Tu mi stai aiutando con il mio compito e anche con...altre...cose. Ma io non ti possiedo, Justin. Non reciterei neanche se lo fosse. Lo so che un sacco di persone ti hanno trattato in questo modo. Ma devi sapere che non è completamente vero che io ti possiedo. Capisci?'
 
'Capisco quello che stai dicendo, Skylar.' La sua voce sembrava saggia tutta ad un tratto, 'E apprezzo il sentimentalismo dietro questo. Ma dimentichi una cosa. Tu mi hai pagato venti mila dollari. Per altri 13 giorni, tu mi POSSIEDI. Se mi dici di sedermi, io mi siedo. Se mi dici di mangiare cibo per cane, io lo mangio. Se mi fai male, io rimango qui. Mi sono venduto a te. Ho perso ogni diritto di parola per me stesso. Questo è quello che significa essere una putt--'
 
Si fermò ma sapevo come si stava chiamando. Dovevo fare un sacco di lavoro con lui. Non credo di essere abbastanza brava per salvarlo. Il mio primo paziente. Il mio primo amore. Sì, maledizione, lo amo. Sono troppo stupida. Come si  ci fa ad innamorarsi di una persona in un solo giorno? Oh sì, sette orgasmi.
 
'Non essere arrabbiata con me, per favore?' mi stava quasi pregando, i suoi occhi facevano lo stesso. Aveva finito di lavare i piatti e si stava asciugando le mani.
 
Dio, senti quanto è spaventato dal fatto che io sia arrabbiata con lui. Vuole accontentare tutti. E' terrificato dall'idea di non essere accettato. Questa è colpa dei suoi genitori. Non avevano mai tempo o approvazione, è spaventato dal fatto che potrebbe succedere anche con me o con qualsiasi altra persona che entra nella sua vita. E questo significa che, avrebbe fatto qualsiasi cosa fino a quando loro non si avrebbero mostrato la loro approvazione e lode. Justin...volevo piangere.
 
'Non voglio litigare con te, Skylar.' Stava camminando lentamente verso di me, venendo dietro verso di me. Le sue mani mi circondarono e mi strinse a lui. Proprio sotto il mio mento, le sue braccia muscolose mi cingevano come ali d'angelo. Le sue labbra toccarono la mia tempia e disse, 'Risponderò a tutte le tue domande d'ora in poi, lo prometto. Ci proverò. Ma ho paura che una volta che saprai tutto su di me. Ti sembrerò brutto.'
 
'No, non lo sarai, Justin.' Toccai gentilmente le sue braccia, carezzandole, 'Sei bellissimo. Non sarai mai brutto per me.'
 
Le sue labbra baciarono la mia guancia così profondamente mentre spostò le sue mani verso le mie, intrecciandole e appoggiando il mento sulla mia spalla.
 
Non parlò per un po' e dovevo andarmene a scuola. Non ero arrabbiata con Justin, volevo solo che la smetteste di vedersi come una cosa. Un giocattolo, no schiavo, un ballerino. Ci voleva tempo, e molto più di due settimane per farglielo capire. Ma ho solo due settimane.
 
Odiavo pensare all'idea di Justin che se ne andava e veniva comprato da un'altra stronza che gli avrebbe fatto mangiare cibo per cani e lo avrebbe fatto inginocchiare davanti alla porta. Più di tutto perché sapevo che lui lo avrebbe fatto se lei lo avesse pagato. Volevo sapere come era entrato in questa vita, che cosa lo aveva cambiato n quello che è oggi, che pena gli era stata inflitta nel suo spirito così fortemente.
 
Dovevo iniziare ad arrotolarmi le maniche e a iniziare a lavorare. Domande pesanti necessitavano di essere risposte. E non avevo tempo per NON chiedergliele per risparmiare i suoi sentimenti perché mi stavo innamorando. Anche se si arrabbia con me, devo provare ad aiutarlo e devo spaccare i suoi muri.
 
Se avessi fallito e qualcosa di orribile gli fosse accaduto per colpa di qualcun altro, non me lo sarei mai perdonata.
 
'Va bene, Justin.' Gli baciai il braccio, 'Il nostro appuntamento è alle due. Se sei in ritardo, va bene, ma cerca di essere puntuale.'
 
Mi lasciò alzare in piedi e prendere la mia cartella. Misi il notebook e la penna dentro chiudendola.
 
'Vai al tuo appuntamento oggi.' Mi girai verso di lui, guardandolo negli occhi. Sembrava così fragile adesso, 'E parleremo quando tornerò a casa. Va bene?'
 
Sorrise sembrando sollevato. E' perché non sono arrabbiata con lui?
 
'Sì, Skylar.' concordò, usando la sua frase a effetto, 'Grazie.'
 
Non ero sicura del perché mi stesse ringraziando ma dissi, 'Prego.', comunque.
 
'Ci vediamo dopo.' Stavo quasi per uscire dalla porta ma poi mi girai e lo vidi guardarmi.
 
'Vieni qui.' Gli sorrisi, non ero capace di resistere a quella faccia.
 
Si avvicinò, sorrise e mise le sue mani su mio viso e prima che le sue labbra si scontrassero con le mie, disse 'Ti sei ricordata.'
 
'Come se potessi dimenticarmi di darti il bacio d'addio.' Dissi, sentii le sue labbra, così perfettamente soffici e bagnate, lisce come acqua calda. Aveva un buon sapore.
 
Mi diede un bacio profondo, capace di far tremare la terra quella mattina. Dovevo fargli la ramanzina più spesso la mattina prima di andare a scuola.
 
Finalmente, mi lasciò andare, probabilmente sperando che fossimo ancora amici. Dovevo aspettare  qualche secondo prima che i miei occhi la smettessero di tremare prima di uscire dalla porta.
 
Justin sembrava stesse trattenendo una risata e mi chiedevo perché.
 
'Buona giornata, Skylar.' Mi sorrise da orecchio a orecchio.
 
'Anche tu.' Gli sorrisi, chiedendomi qual'era il suo problema, 'Ci vediamo dopo, faccia da bambola.'
 
Guardò in basso quando uscii e poi lo sentì lasciarsi scappare una risatina.
 
Decisi di ignorarla e camminai giù per il corridoio, senza sentire la porta chiudersi.
 
'Non ce la faccio...' sentì la sua voce profonda mormorare tra sé e i girai, avendo paura che intendesse che non poteva stare più con me. Magari ero andata troppo oltre con quello che avevo detto. Ero pronta a cominciare a pregarlo quando si avvicinò.
 
'Skylar?' mise le sue mani sulle mie spalle.
 
'Sì?' corrucciai la fronte, confusa.
 
Il suo sorriso si fece spazio di nuovo e lui cercò di fermarlo, trattenendo una risata.
 
'Cosa?
 
'Non credi che...dovresti metterti qualcos'altro per scuola?' chiese, tenendo una faccia semi-seria.
 
Spostai lo sguardo verso il basso e vidi il mio piccolo asciugamano con gli orsetti, quasi aperto davanti con un singolo nodo di cintura che ormai cadeva.
 
'OH CAZZO!' urlai, non credendo a me stessa e al mio cervello andato.
 
Justin scoppiò a ridere, seguendomi mentre raggiungevo l'appartamento. Stavo quasi per sbattergli la porta in faccia mentre sorpassava la soglia ed entrava, ma lui continuò a ridere, cadde sulle ginocchia mentre continuava a tenersi lo stomaco non appena chiusi la porta della camera per vestirmi.
 
'Adesso decide di essere se stesso' brontolai, sentendo la sua risata diventare sempre più forte là fuori. Sorrisi, ridendo anche io. Sentivo il suo incantesimo su di me di nuovo, lo odiavo, stavo ridendo forte anche io.
 
Mentre cercava di parlare tra le sue risate, Justin stava soffocando, chiese, 'Il tuo insegnante di psicologia sarebbe stato molto felice di vederti...arrivare a scuola conciata così...ne sono sicuro...'
 
'Stai zitto.' risi, lanciandogli un cuscino.
 
'Le tue ginocchia così carine...' continuò a ridere, senza fiato, 'E un orsacchiotto dietro al tuo accappatoio! In un college!'
 
La sua risata lo stava soffocando e ne ero contenta.
 
Quando uscii dalla stanza in jeans e maglietta, era sdraiato per terra con la faccia sul pavimento, sempre isterico. Credo di aver visto anche delle lacrime.
 
'Aspetta, Skylar ASPETTA!' mi prese una gamba mentre gli passavo di fianco, nel frattempo tentava di mantenere la sua risata bassa.
 
'Cosa c'è piccolo stupido elfo di casa?' lo chiamai, il mio zaino in spalla.
 
'Era Grumpy Bear quello sul retro?' scoppiò a ridere di nuovo.
 
Sorridendo, mi scrollai dalla sua presa e scherzai, ‘Magari cambiò idea sul fatto che tu debba essere te stesso se fai così! Ritorna ad essere obbediente!'
 
Ero nel corridoio mentre Justin continuava a ridere e stava chiamando, 'ASPETTA SKYLAR, ASPETTA!'
 
'Cosa?' mi girai, sorridendogli mentre lui si sdraiava sulla schiena, vicino all'entrata, tenendo la porta aperta un po'.
 
'Mi mancherai.' Sorrise, suonava molto serio ora, anche se stava ancora sorridendo e i suoi occhi lacrimavano.
 
'Mi mancherai anche tu, idiota.' brontolai, senza volerlo, camminai sentendo le risatine di Justin Bieber che mi mandavano via con un sorriso sulle labbra e una risata nel cuore.
 
Forse posso aiutarlo dopotutto. Per favore Dio, lascia che lo aiuti.
 
Corsi verso la mia classe, sperando di ricevere risposte dal Dr. Collier. Cercai di rimettere il mio cervello in funzione per lavorare ora che non ero vicina a Justin. Sembrava nel 'DUH' mode quando ero vicino alla presenza di quell'uomo. Dovevo concentrarmi.
 
 
                                                

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