One Thing She Does Not Know

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JPOV

Le gambe sono fottutamente stanche. Cerco ripetutamente di risvegliarle, tirandole dietro di me, usando la mia mano e mantenendola per qualche secondo… poi l’altra. Così va un po’ meglio. Ma io faccio qualche altro passo, sentendo il rumore delle catene bloccarmi di nuovo. 

MI giro e faccio un passo o due verso l’altra parte, non volendo camminare ancora ma era meglio che rimanere fermo in una posizione. Tieni fluida la circolazione. Cammina. 

Potevo sentire la bava dai lati della mia bocca e aveva iniziato a viaggiare verso il mio collo e il mio petto. Devono essere passate ora da quando Claire mi ha lasciato qui da solo. O forse mi sono solo sembrate. 

La mia mascella si mosse di nuovo, ricordandomi la piccola pallina di gomma che teneva la mia bocca aperta. E’ posizionata vicino il fondo della mia gola e una catena che esce fuori dalla palla è attaccata a qualcosa che mi permette di muovermi avanti e indietro fino al centro della stanza, ma non mi lascia toccare niente di ciò che vedo. La prova di cui avevo bisogno era molto lontana adesso, anche se avevo le mie mani e le mie gambe libere. 

Senza pensare, le mie dita toccarono la catena che sfiorava le mie guance, lasciando dei segni sulla carne, connettendo il retro del mio collo con un lucchetto. Sentii me stesso sospirare mentre cercai di infilare le mie dita sotto la catena nella mia faccia, anche se solo per muovere la mia pelle e i miei muscoli che non stavano amando la loro restrizione. 

Ancora inutile. Cercai anche di succhiare le mie guance e farlo ma non funzionò. Non dovrei neanche provare a toglierlo. Se lo faccio e non posso rimetterlo a posto quando lei tornerà, sarò carne morta. 

Quindi sono imbavagliato e il bavaglio è fermo sopra di me. Non posso neanche guardare in basso se volessi. Posso guardare dritto davanti a me e in alto, ma non più in basso. Non posso sdraiarmi, inginocchiarmi, non che io lo voglia fare. Sono così stanco. Non ho dormito tutta la notte e credo che sia già il giorno successivo. 

Cercai di avvicinarmi al muro, così da potermi appoggiare. Non funzionò comunque. Non raggiungo i muri. DANNAZIONE! Tutti quello che posso fare è fermarmi e camminare. E la mia pancia sta gorgogliando. Ecco il problema. 

Claire… può farmi soffrire anche quando non è qui. Sta probabilmente dormendo a casa adesso… o facendo shopping. Molte delle sue punizioni sono così. Niente che mi ferisca fisicamente, niente che è visibile all’esterno… solo dentro. Morire di fame… difficili posizioni da mantenere per ore da solo… umiliazione. Spero che nessun altro dominatore maschio ci sarà nel mio futuro. Non lascerò che accada un’altra volta. Mi ribellerò… combatterò fino alla morte prima che mi succeda ancora. 

William sarà così incazzato con me adesso. MI chiedo cosa starà facendo. Non venire qui, William. No. Non dire niente a Skylar. Lei deve essere già preoccupata abbastanza adesso. 

La catena fece di nuovo rumore e io mi voltai, facendo dei passi esausti mentre la porta chiusa mi sorrise, potente e beffarda verso il noi corpo nudo, libero fatta eccezione per il bavaglio e le catene, ma intrappolato come un topo.

Strizzai gli occhi, sperando che non facessero male per la mancanza di sonno. Li chiusi, i miei passi memorizzarono i movimenti mentre io quasi dormivo in piedi. Goditi questo tempo, disse la mia mente, è meglio che avere Claire qui. Bè, è vero. Ma avrei dato qualsiasi cosa pur di stendermi per qualche minuto, anche se sul duro pavimento. 

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