The Best Medicine

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JPOV

'Claire non è soltanto una ragazza  a cui piace farsi odiare o una che possiede un club.' Stavo dicendo nella luce fioca della stanza di hotel di William mentre entrambi, sia lui che Skylar, mi fissavano, 'E' fuori di testa. Uccide.'

William era preparato a sentire la mia storia e teneva una penna e un notebook, ma non scriveva. Continuava a guardarmi e stavolta non guardai da un'altra parte. Avevo bisogno che vedesse che stavo dicendo la verità – nei miei occhi.

'L'hai vista uccidere qualcuno, Justin?' chiese, senza mostrare nessuna reazione in viso.

'Sì.' Ingoiai, sapendo che avrei raccontato tutta la storia. Chase era l'unica altra persona a cui l'avevo mai detto. E questo dopo che era successo...non ne avevo più parlato da quel giorno...ma non era mai uscito fuori dalla mia testa.

'Non sono sicuro di sapere perché lo abbia fatto.' iniziai, 'Forse ha visto qualcosa che non doveva vedere, o era stato dato a lei da uno dei suoi familiari per sbarazzarsene...non so perché. Ma posso dirti quello che ho visto.'

William annuì e scrisse qualcosa ma credo fosse pronto per sentire il resto.

'E' successo subito dopo che iniziai ad appartenere a Claire. Dopo tutto il rituale con il sangue...' dissi, cercando di ritornare indietro a quella notte così da non dimenticare nessun dettaglio...mentre la raccontavo ad alta voce.

Non potevo ancora essere libero di girare per il club a quel punto. Claire non mi aveva ancora nella sua mente come schiavo. Avevo la bocca larga, litigavo con lei a volte, volevo la libertà di visitare mia figlia quando volevo, e la tomba di Tanya, ma non mi era permesso.

Non cercai mai di scappare, ma ero ancora in allenamento. Ero seduto nel sotterraneo sotto il Fire, nella mia gabbia, la stessa gabbia in cui avrei dovuto lavorare come vampiro qualche volta.

Nudo, come al solito, non ero ferito o avevo cicatrici quella sera, avevo solo fame. Stavo aspettando Claire, sperando che mi portasse qualcosa da mangiare. Quel giorno avevo imparato tutte le posizioni, quali erano i comandi che mi avrebbe dato per fare quelle  posizioni, e come parlarle con il giusto tono di rispetto...e come trattenermi dal parlare o addirittura urlare per il dolore fino a quando non mi fosse stato dato il permesso.

Mentalmente, ero disidratato e non avevo mangiato tutto il giorno. Aveva detto che non me lo meritavo ancora. Ero stato da solo nella stanza illuminata per circa due ore quando la sentii tornare indietro.

Solo, non era da sola. Sentii i piagnucoli di un uomo, li sentivo prima ancora di poterli vedere, ma la voce era terrorizzata e molto stressata.

Claire stava trascinando un ragazzo, avrà avuto circa 18 o 19 anni. Era bellissimo, aveva i capelli biondi e la pelle abbronzata, sembrava il tipico californiano. Era nudo e aveva un collare attorno al collo, e i suoi polsi erano legati dietro di lui. Veniva in ginocchio, mezzo strattonato da Claire, e la sua faccia era piena di lacrime, il suo corpo era bagnato con sudore.

Non sembrava ferito o che stesse sanguinando da qualche parte, ma qualcosa lo faceva tremare e singhiozzava mentre mi guardavano nella mia piccola prigione.

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