Don't Get Attached

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JPOV

Sulla strada verso casa in treno iniziai a pensare ad alcune idee che avevo per la prima volta di Skylar con me. Ci sedemmo uno di fianco all’altro e io sussurrai nel suo orecchio, la mia mano toccava il suo bacino.

‘Stanotte?’ chiesi.

‘Sì.’ rispose, sussurrando nel mio orecchio.

‘Sei sicura?’ chiesi con una voce molto calma, ‘Posso aspettare quanto vuoi.’

POSSO? Ecco il mio pene che parla di nuovo. Stai zitto, pene. Vai a dormire.

‘No, sono pronta.’ disse senza esitazione o paura, ‘Voglio essere con te, Justin. Non ho paura. Non devi trattarmi con fragilità. Non sono vergine e so cosa voglio. E sei tu. Ti voglio stanotte.’

Ero così contento di sentirlo dire. Voglio trattare Skylar con gentilezza e con attenzione, essendo lei nuova a tutto questo, ma allo stesso tempo voglio fare a modo mio con lei e fare dei giochi con lei.

Quando scendemmo dal treno e salimmo per le scale della stazione, stava piovigginando fuori. Skylar era lì ferma, come se stesse aspettando che la pioggia finisse prima di uscire, ma io non potevo aspettare. La afferrai, scaraventandola sulla mia spalla destra, e corsi nelle strade bagnate, iniziando a camminare per dieci isolati verso casa sua.

Eravamo fradici e Skylar stava gridando e calciando molto violentemente, ma io non riuscivo a smettere di ridere. Mi sentivo ancora come un bambino, in qualche modo. Il bambino più felice e più spensierato che io sia mai stato prima. Stare con Skylar è così facile.

Quando arrivammo a casa, era già buio fuori, con le nuvole scure e il cielo grigio.

L’avevo lasciata camminare sulle scale da sola, senza sapere se aveva paura dell’altezza o qualcosa. Lei stava scappando da me, sgocciolando e ridendo mentre io salivo le scale lentamente dopo di lei, aggrappandomi alla sua fredda, bagnata maglietta. Era aderente sul suo corpo in tutti i posti giusti. Desideravo non avesse  indossato il reggiseno. Amo i capezzoli bagnati attraverso una maglietta.

Mi avvicinai abbastanza da afferrare le sue labbra con le mie e lasciai un intenso, quasi violento bacio, afferrando i suoi capelli in entrambi i pugni, cercando di controllare la mia forza con lei tra le mia braccia.

Lei gridò e cadde sulla moquette rossa e io mi stesi sopra di lei, fissandola sotto di me mentre i miei capelli bagnati cadevano su di lei.

‘Ottima idea, Skylar,’ brontolai, ‘Facciamolo proprio qui sulle scale.’      

‘Uhh, no.’ Divenne rossa fosforescente quasi, spingendomi via,’ Non credo che Mrs. Nevitz ne sarebbe contento. Vieni, bastardo.’

Lei andò via da me e scappò sulle scale e io brontolai e la raggiunsi, con la sua stessa velocità. Lei urlò, ridendo mentre io la prendevo e la gettavo sulle mie spalle di nuovo da buon cavernicolo quale sono.

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