11-Non con lui

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Eccomi davanti al mio piatto pieno di cibo surgelato, rigorosamente scaldato ad aria calda con la strana macchinetta che ha comprato nonna per papà, non molto tempo fa. Mio padre non è mai stato un granché in cucina, io men che meno data la mia scarsa passione per questo mondo, seppur la nonna abbia tentato più di una volta ad insegnarmi qualche trucchetto del mestiere. Ci siamo sempre arrangiati, bene o male, anche se a dir la verità mi manca mangiare per bene. Quando ero più piccola e abitavamo assieme alla nonna tutti i giorni era una gioia sedersi a tavola.
Probabilmente se andiamo avanti così in un giorno di questi scapperò da qui e andrò da lei, così avrò a disposizione tutti i piatti che voglio.

"Sembra di stare in un mortuorio oggi, ma che hai?" si lamenta papà mettendo in bocca un'altra forchetta piena.

"Nulla nulla" scuoto la testa divertita, non posso dirgli che la cena di oggi fa veramente pietà.

"Fammi conoscere questo nulla allora, perché è nei tuoi pensieri da tanto tempo e insistentemente" scherza su.

"Non è tutto così semplice papà" rispondo con il capo sempre nella stessa direzione.

"Allora ci ho azzeccato?" esulta quasi facendo risuonare il rumore della forchetta di metallo nel piatto.

"No papà, non ci hai azzeccato" metto subito a tacere i suoi istinti da eroe fallito.

"E allora che ti prende? In questi giorni ti vedo più persa del solito" mette da parte l'ironicità cercando di assumere un'espressione seria, per sembrare un minimo comprensivo nei miei confronti suppongo.

"Stanno succedendo tante cose troppo in fretta" butto là delle semplici parole. Forse io stessa voglio nascondere il vero motivo del mio umore leggermente cambiato. Quello che mi succede non lo so, perché ancora non sono riuscita a capirlo, però quel poco che riesco a percepire mi incute solamente timore.

"Per esempio?" anche lui ha un leggero tremolio nella voce, forse ha paura di una mia possibile risposta brusca dato il suo strano particolare interesse. Ora però, fare la ragazza apatica e proprio l'ultimo dei miei pensieri.

"Ho la testa in confusione. Sto conoscendo delle persone che mi stanno letteralmente stravolgendo l'esistenza"

Desirè in primis. È la prima ragazza dopo anni e anni di scuola che vuole stare al mio fianco, nonostante tutto, e si sta pure prendendo le dovute responsabilità. Non le importa del giudizio altrui, degli sguardi della gente che non fanno altro che puntarci il dito contro.
Sembra tenerci a me, tenerci veramente, come nessuno ha mai fatto negli ultimi tempi. Talmente tanto da quasi vietarmi di frequentare l'unica persona che sarebbe in grado di farmi perdere il lume della ragione per l'immensa sfacciataggine di carattere che si ritrova. La stessa persona che è entrata nella mia vita, senza alcun permesso, e che ha preso un posto che nemmeno io riesco a catalogare ora come ora.
Forse perché non lo so, forse perché ho paura di quello che possa essere, forse.

"Ed io ho paura" ammetto con un filo di voce, quasi stento a credere di averlo ammesso davanti a mio padre. Eppure lo ho fatto, e data la sua espressione posso dedurre che mi abbia anche sentita.

"Emma"

Abbasso il capo ancora di più, nascondendo gli occhi lucidi che si stanno formando.

"Emma guardami"

Mi alza il mento con due dita della mano destra riuscendo a guardarmi negli occhi. Trattengo un singhiozzo, non posso passare dall'essere la ragazza meno comprensiva del pianeta al piangere per delle crisi di nervi davanti a mio padre.

"Si chiamano sentimenti, Emma. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, sarebbe dovuto succedere per forza amore mio. È normale che ti spaventi, sei sempre voluta stare all'oscuro da tutte quelle emozioni che potevano portarti a del dolore, per tua scelta personale, ma non puoi continuare a vivere così per sempre. Il dolore esiste, e so che ne hai già immagazzinato tanto dentro di te, talmente tanto da non sopportarne quasi più. Però non puoi continuare a nascondere a te stessa le cose che inevitabilmente senti nella vita di tutti i giorni"

Nel pronunciare le ultime frasi, la sua voce diventa sempre più lieve e fine, quasi per trattenersi dallo scoppiare, proprio come sto facendo io in questo momento.

Non esito un solo attimo di più e mi rifugio tra le sue braccia trovando finalmente pace da tutti questi demoni che mi strillano contro. Lo sento stringermi forte come non mai, tenermi stretta a sè come per non farmi scappare, per paura che qualcuno o qualcosa possa portarmi via da lui. Ma non succederà, non succederà mai.

Dio solo sa quanto gli voglio bene.
Per mio padre sarei capace di dare la vita intera, come lui per me d'altronde. Ed è proprio perché mi conosce come nessuno che mi ha detto queste parole, che mi hanno trafitto dentro come fossero lame affilate.

Magari ha ragione, magari dovrei davvero mettere da parte l'orgoglio una buona volta e lasciare che le emozioni facciano il loro corso nella mia vita. Lasciarmi andare, fare quello che il cuore mi dice e ascoltare un po' meno la testa, la ragione. Provare ad accettare quello che il cammino mi impone, che il destino faccia il suo corso. Andare incontro alle batoste, alle sberle di questo stupido gioco chiamato vita, che rimbomberanno nel mio cuore ogni qual volta proverò ad avvicinarmi di nuovo a ciò che le ha provocate. Proverò dei sentimenti, magari odio, magari amore, amarezza, dolore.

Ma io non avevo detto basta?
Ne avevo abbastanza di tutto questo.
Lo avevo promesso a me stessa.
Non sarei mai diventata tutto quello che non voglio essere.
Non sarei mai diventata come lei.

Forse in questi giorni ho messo da parte tutto quello che sono diventata negli ultimi due anni. Forse gli strani avvenimenti accaduti troppo in fretta mi hanno scombussolato i pensieri, la testa, tutto.
Ma ora come non mai sono certa di una cosa: devo tornare io.
Adesso papà, per quanto mi duole dirtelo, non posso proprio darti ascolto. Magari in un futuro anche non troppo lontano ti darò ragione, rivaluterò le tue parole e mi maledirò per non averti dato ascolto prima.
Magari troverò tutto quello che in quel posto nascosto dentro di me ho sempre voluto avere e allora mi accorgerò di quanto tu avevi ragione e di conseguenza io avevo torto.
Magari succederà, anzi sicuramente azzarderei.
Ma ora, papà, devo fare come ho sempre fatto fin dalla nascita, devo guardare avanti e agire d'istinto.
Ed il mio adesso mi dice che devo tornare Emma Russo, devo tornare quella di sempre.
Non posso permettere che ciò che non ho mai voluto accada proprio adesso, non con lui.

SPAZIO AUTRICE
Capitolo un po' disordinato, spero si sia capito qualcosa.

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