51-Comunque vada con te

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"Emma, ciao" mi saluta papà una volta entrato in soggiorno.

Io abbozzo un sorriso tornando poi a torturarmi le dita mentre faccio finta di vedere un film su Netflix. La verità è che da ieri sera non ho dormito nemmeno un po', totalmente in ansia per quello che tra poche ore accadrà.

"Cerco di tornare il prima possibile ok?" mi rassicura accarezzandomi una guancia. Sicuramente avrà notato il mio umore più giù del solito, ma nemmeno immagina il reale motivo del mio cambiamento emotivo.

"Tranquillo pa', tanto finita scuola viene Niccolò" cerco di fargli capire che non rimarrò comunque sola, anche se la mia intenzione è quella di tenerlo fuori casa più tempo possibile. Perché che la risposta del test si positiva o meno, non avrei a prescindere la lucidità mentale per sopportare delle domande dall'esterno, soprattutto da lui che non si beve le mie bugie.

Lo saluto un'ultima volta prima di osservarlo uscire dalla porta. Nel momento in cui sento anche il rumore dell'auto allontanarsi, segno che è partito definitivamente da casa, afferro il cellulare componendo all'istante il numero di Niccolò. Sono le sette e mezza, non è ancora entrato in classe, però mi accorgo di avere alcune notifiche tra cui una sua, perciò aspetto a far partire la chiamata e leggo prima i messaggi.

da Moriconi♡:
Sei riuscita a prenderlo?

a Moriconi♡:
Si

Rispondo fredda. D'altronde sto morendo dentro, non potrei proprio fare altrimenti.

da Moriconi♡:
Io non ce la faccio a entrare a scuola sapendo che te adesso stai a casa in ansia ad aspettarmi

a Moriconi♡:
Sta tranquillo, tanto non faccio niente fino a quando non sei qua con me

Invio alla velocità della luce ma ormai è già uscito dalla chat. Non ricevo nemmeno più il visualizzato e potrei scommettere che in classe non ci ha nemmeno messo piede oggi.

Da Moriconi♡:
Aprimi, sto fuori

Sorrido a quel messaggio, ci avevo preso. Butto il cellulare sul divano e mi alzo per andare verso la porta. Giro le chiavi un paio di volte per poi trovarmi davanti il solito ciuffo, le solite fossette di lato e quel sorriso che riempie le mie giornate come nient'altro a questo mondo.

"Ehi" sussurra sull'argine della porta prima che io non lo intrappoli tra le mie braccia. Lo stringo forte a me, potrei pensare di stargli facendo quasi male a dire la verità, ma sono certa che ne ho bisogno io tanto quanto ne ha bisogno lui.

"Come ti senti?"

"Un po' meglio" scrollo le spalle sentendo un brivido di adrenalina lungo la schiena.

Rimaniamo in silenzio qualche manciata di secondi. A vederci così sembriamo due sconosciuti, il primo appuntamento di due persone che non sanno niente l'uno dell'altra quando invece adesso stiamo per provare un test di gravidanza.

"Sta di là" gli indico proprio la mia stanza, dove ho appunto lasciato il test. Lo vedo distogliere lo sguardo da me e portarlo proprio lì dove gli ho indicato. Fa un passo avanti come per chiedermi il permesso di andare ed io sto esattamente dietro di lui. Osserviamo quell'oggetto sul tavolo come se fosse un misto tra Dio e Diavolo, con gli occhi spalancati e la paura che si riesce a percepire da lontano un miglio.
Sono io a farmi coraggio e avvicinami fino a prenderlo tra le mani. Appena mi avvicino alla porta del bagno sento la mano di Niccolò afferrarmi per il braccio.

"Io ti aspetto qua" balbetta impaurito, sicuramente anche lui sta provando le mie stesse sensazioni.

"No, ti prego resta con me" lo fermo prima che possa andare in salotto. Lui in risposta accenna un sorriso e annuisce con il capo, seguendomi poi dentro il bagno. Mi metto seduta sulla tazza poggiando il test sul lavandino per poi portarmi le mani tra i capelli. Li tiro fino a sentire male e emettere un singhiozzo che però risuona più come un lamento. Allora il moro si volta nella mia direzione mettendosi in ginocchio davanti a me per prendere poi il mio viso tra le sue grandi mani tatuate.

"Sta calma, respira piano" mi raccomanda guardandomi negli occhi.

"Nic io ho paura" ammetto in un sussurro.

"Anche io ne ho" risponde sicuro.

"Tanta quanto te se non di più" mi rivela, ma sono certa che non ne ha più di me, impossibile.

"E questa cosa ci servirà di lezione per il futuro" cerca di sdrammatizzare, ma adesso non è proprio il momento.

"Niccolò io non sono neanche sicura di volere un bambino in futuro, se per di più deve nascere da un fottuto sbaglio che entrambi abbiamo commesso, io non me lo perdonerei" scuoto la testa immaginandomi tra qualche anno, anche solo un'istante. Non posso permettermi di mettere al mondo un figlio che poi continuerei a considerare un qualcosa che non doveva accadere, un bambino non può essere uno sbaglio, non deve.

"Io..." lo vedo in difficoltà, probabilmente rimasto a corto di parole dopo il mio pensiero espresso.

"Dimmi solo una cosa" premetto stringendo le sue mani nelle mie.

"Quello che vuoi" risponde dolce.

"Che comunque vada, qualunque sia il risultato di questo test, non te ne vai" sto cercando di trattenermi dallo scoppiare in lacrime, perchè in questi giorni ne ho già versate fin troppe.

"Mai" sorride accarezzando la mia mano.

"Comunque vada, con te" sussurra prima di unire le nostre labbra in un bacio dal quale, fosse per me, non mi staccherei neanche stesse per crollare il mondo. Perché è lui il posto in cui sto bene, in cui mi sento a casa, e ci rimarrei per sempre.

Raccolgo una buona dose di coraggio e allungo il braccio verso il lavandino prendendo nuovamente in mano lo strano aggeggio che, ora come ora, sembra avere in mano la mia vita e quella di Niccolò. Tiro un sospiro per poi, una volta fatto, riporlo ancora sul mobile del bagno.

"Fatto" bisbiglio con un tono di voce appena udibile.

"Dobbiamo aspettare qualche minuto" il moro si gira nella mia direzione prendendo subito la sua mano nella mia, dirigendosi verso la camera. Si siede sul letto e mi fa segno di poggiarmi sulle due gambe e così faccio. Gli scompiglio i capelli per bene mettendomi seduta in modo tale da non permettergli di alzarsi.
Anche lui d'altro canto mi sta accarezzando dolcemente i capelli, prendendoli di tanto in tanto tra le dita. Poi se li porta accanto ai suoi per giocare, prendendoli poi a modi baffi.

"Stupido" mi strappa un lieve sorriso.

"Ma nemmeno sotto tortura riusciresti a farmi un complimento oh" scherza anche lui.

"Hai già autostima in abbondanza, non ce n'è bisogno amò" gli sposto l'ennesimo ciuffetto dagli occhi.

"Attenta che potrei abituarmi a questi nomignoli" dice piano al mio orecchio e l'unica cosa che riesco a fare è stringergli le braccia al collo, abbracciandolo stretto.

SPAZIO AUTRICE
Allora? Succede o non succede?

PS grazie per le 8k ws♡

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