28-Non ha senso

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NICCOLÒ

Carta, penna e un pianoforte, tutto ciò di cui ho pienamente bisogno adesso. Adesso ho un'esplosione di emozioni che nemmeno in una vita intera riuscirei a descrivere, eppure sto comunque provando a sputare fuori anche solo un quarto del casino che ho dentro. Sono sempre stato così, non sono mai riuscito a esprimermi per quello che sono davanti agli altri, o almeno non a parole. Ho sempre preferito mettere per iscritto tutte le sensazioni che provavo, o ancora meglio che ho sempre voluto provare.
In certi testi infatti parlo d'amore, mi capita di accennarlo in varie sue forme molto spesso. Parlo di amore pur non conoscendolo, pur non sapendo amare.
Eppure mi viene così spontaneo.

"Moricò esci da quella stanza" un pugno rimbomba due volte sulla porta e dalla voce posso intuire di chi si tratta.

"Adrià sto a scrive lasciame qua" rispondo a tono per far si che mi senta nonostante la porta chiusa.

"Nun me ne fotte 'n cazzo, adesso me fai entrà"

A quelle parole mi alzo e gli corro in contro, prima che possa veramente mettere piede qui dentro senza il mio consenso. Nessuno è mai entrato nella stanza del pianoforte oltre a me, non ho mai ritenuto nessuno degno di conoscere la parte più importante di me, quella più vera e reale.

"Che vuoi?" chiedo esasperato invitandolo in camera da letto.

"No mo' adesso tu me dici che hai" mi mette seduto sul letto, rimanendo di conseguenza lui sulla sedia della scrivania.

"Io?" Mi indico da solo.

"Si tu! So tre giorni che non esci da quella stanza der cazzo e stai a scrive tutto il tempo"

Mi punta un dito contro.

"Ora dimme che cazzo è successo con Emma" nel sentire il suo nome mi volto subito nella sua direzione.

"Ma che stai a dì?" accenno una risata nervosa che lui coglie subito come conferma alla sua supposizione.

"Me lo dici o lo devo venire a sapere da qualcuna altro" torna appunto sull'argomento.

"Non ci riuscirai, non lo sa nessuno" faccio spallucce allungando il braccio verso il pacchetto di sigarette accanto al comodino.

"Allora dimmelo tu" mi sfida un'ultima volta.

Sbuffo, forse infastidito. Non tanto da lui ma dal fatto che adesso mi toccherà ripensare a lei.
Come se già non ci fossi dentro fino al collo Nì.

"Quando ho parlato con te e Gabri ero già riuscito a rubarle un bacio"

"E perché non ce lo hai detto?"

"Non so mica come quelle ragazzine del primo che vanno a raccontare alle amiche pure di che colore sono le mutande" cerca di trattenere una risata.

"E poi perché cazzo Adrià era solo un bacio" ripeto a me stesso, finendo per poi battere un pugno sul cuscino.

"Dio eppure c'era qualcosa di diverso" gli faccio segno di passarmi l'accendino che mi porge subito.

"Adesso invece dimmi che è successo alla festa" arriva dritto al punto.

"Era ubriaca" premetto.

"Io anche, però ricordo qualcosa a tratti. L'ho portata nella stanza che sporge su Roma, poi ci siamo spostati in camera e il resto lo lascio alla tua immaginazione" accendo la sigaretta facendo uscire una nuvola di fumo dal naso.

"Se ne è andata la mattina" termino il racconto ricevendo un sorriso da parte sua.

"Lo sapevo" lo guardo storto per un attimo anche troppo lungo.

"Uscita da te è venuta al bar che sta a fianco la villa tua. Aveva una chiazza viola sul collo e i tuoi pantaloni grigi, eppure è riuscita a nascondere l'evidenza" ride trascinando anche a me. Per un secondo mi torna in mente la sua immagine proprio quella mattina, senza un minimo strato di tessuto addosso, così tremendamente bella.

"Ancora non ho capito perché stai così però" continua Adriano riuscendo a farmi alterare.

"Ma che cazzo ne so?!" spengo la sigaretta sul marmo della finestra e butto il mozzicone nel cestino.

Rimane fermo, non accenna alcuno sguardo, parola, movimento. Lui fa sempre così quando mi succede di sbottare un po' più del solito e il mio bipolarismo prende il ropravvento. Sa che il silenzio mi aiuta a ragionare e che nel giro di poco tempo, ogni volta poi mi rendo conto del mio comportamento.
Infatti non molti secondi dopo riprendo in mano la situazione provando a trovare una risposta alla sua domanda, che mi risulta ancora troppo sfocata in testa.

"Non lo so perché sto così" mi tranquillizzo guardando fuori il cielo stellato.

"Però giuro su quello che vuoi che io non ho mai voluto più di una semplice scopata da nessuna delle ragazze con cui sono stato" dico la pura verità, quella che forse tendevo a nascondere dietro inchiostro e parole fino a qualche minuto fa.

"E, anche se purtroppo non me ricordo i dettagli, nonostante la nottata sia passata ancora ho la sua immagine in testa" scrollo le spalle e socchiudo gli occhi beandomi del leggero vento che si percepisce da fuori.

"Mi tiene testa come nessuno" ricordo la prima volta in cui, quando la rinchiusi tra il muro e le mie braccia, ebbe la faccia tosta di rifiutarmi davanti a mezzo istituto.

"Ma quando l'ho baciata quasi tremava" mi torna in mente anche quel giorno, il primo in cui mi resi conto che qualcosa in lei era diverso.

"Fa tanto la stronza con tutti ma infondo non lo è" ammetto poi in un sospiro.

"Un po' come te" azzarda il ragazzo al mio fianco che si becca un'occhiataccia da parte mia.

"Ok, io non posso obbligarti a fare niente" esordisce poi dopo una buona manciata di minuti in pieno silenzio.

"Ma di sicuro lei non è il tipo di ragazza che si lascia manipolare" scuoto la testa accennando un sorriso, noto però piena serietà nel volto di Adriano che mi squadra da testa a piedi.

"Perciò se credi di volerla, se credi di desiderarla più di ogni altra cosa, se credi di amarla..."

A quella parola ho un brivido, non sono sicuro che però sia stato causato dal freddo entrante dalla finestra. E questa cosa mi fa un po' paura.

"...esci da quella porta e vai a prendertela" mi guarda dritto negli occhi, riuscendo forse ad andare oltre l'iride.

"Ma solo se sei certo di queste cose Niccolò" mi chiama con il mio nome intero. Che io ricorda non succedeva circa dalla prima elementare, e anche questa cosa mi fa pensare.

"Perché lei aspetta solo che tu le dimostri quello che provi, per mettere da parte il carattere da stronza e mostrarsi per quella che è"

Mostrarsi per quella che è...

"Perché proprio con me?" gli chiedo inconsapevole.

"Non ha senso" ripeto.

"L'amore Nì" mi riprende.

"L'amore non ha senso" 

SPAZIO AUTRICE
Fuori piove e io ancora non mi sono ripresa dal post di Sabbia.
Volevo avvisarvi di una cosa, non so in quanti leggeranno ma io nel dubbio scrivo. Non sono sicura di riuscire ad aggiornare tutti i giorni come sto facendo dall'inizio.
Nulla di certo, se l'ispirazione continua ad arrivare scriverò e pubblicherò all'istante, ma essendo tanto ma veramente TANTO presa con la scuola non ne ho la certezza.
Detto ciò, grazie se sei arrivato fin qui💓

Ho bisogno di amarti||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora