67-Non c'è due senza tre

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Due mesi dopo

"Amò mezz'ora per metterti un cazzo di costume?" Niccolò urla dal giardino della villetta mentre io me la sto ridendo sotto i baffi.

Abbiamo passato la maggior parte dell'estate qui, io, lui Desi, Cocco, Adri e anche Vanessa. La stessa sera del ballo a inizio giugno si sono conosciuti e adesso si stanno sentendo, perciò ogni tanto si aggiungeva alla compagnia. È una ragazza a posto, non si è fatta problemi ad adattarsi.

"Arrivo" dopo essermi allacciata bene anche il laccio del pezzo sopra che stava troppo largo, esco dal bagno e vado verso la piscina, dove il mio ragazzo mi sta aspettando da forse un po' troppo tempo.

"À bellissima" appena mi vede arrivare sorride facendomi segno con la mano di entrare in acqua.

Lentamente mi avvicino alla scalinata che sta a bordo piscina, immergendo la punta del piede per controllare la temperatura.

"Tu sei completamente fuori" scuoto la testa basita, l'acqua è congelata!

"Io sono ancora vivo e vegeto" si indica da solo, facendomi notare che effettivamente è dentro tranquillamente, fino a sopra l'ombelico e non sta tremando.

"Se non vieni tu, ti ci porto io" si avvicina alla mia postazione ed io prontamente torno indietro.

"Col cazzo, Moriconi" porto le mani davanti come per ripararmi da una sua possibile mossa.

"Dai ti aiuto" mi tende la mano anche se io sono ancora incerta se prenderla o rifiutarla.

"Non ti bagno" promette con una mano sul cuore.

Mi faccio convincere da questo suo gesto, consapevole che vale meno di zero, e mi avvicino nuovamente al primo gradino. Afferro la sua mano tremante e immergo un piede nell'acqua. Un passo, poi un altro, un altro ancora e un'ondata di acqua gelata mi passa sulla schiena. Spalanco la bocca per la sorpresa e per il freddo gelido che sto provando mentre il moro al mio fianco se la ride con gusto.

"Se ti prendo hai finito di vivere, lo sai?" lo metto in guardia mentre vedo allontanarsi da me per andare nel lato opposto della piscina. Io, ormai fradicia da capo a piedi, mi immergo totalmente bagnando anche i capelli. Una volta tornata su, inquadro bene la posizione di Niccolò per poi tornare sott'acqua e raggiungerlo nel giro di qualche secondo.
Non faccio nemmeno in tempo a prendere una boccata d'aria che però vengo intrappolata dalle sue braccia contro il lato della piscina.

"Ops" sussurra divertito sfiorando le mie labbra.

"Mi ricorda qualcosa" gli faccio notare. Infatti quell'ops mi ha riportata a pensare a uno dei primi giorni di scuola, quando entrammo in ritardo in classe, entrambi con il fiatone ma per ragioni diverse, e ovviamente tutti i compagni pensarono male.

"A me ne ricorda più di una" si avvicina ancora di più fino a far aderire il suo corpo al mio. Probabilmente adesso si riferisce alla prima volta che mi ha baciata, io intrappolata tra le sue braccia e lui vittorioso.

"E non c'è due senza tre" ammette per finire, unendo le nostre labbra in un bacio con tanto di lingua. Sento a tratti il sapore del cloro che, essendomi bagnata, ho trasmesso ad entrambi. Mi affretto a legare le gambe attorno al suo bacino e le braccia al collo, reggendomi quindi totalmente a lui senza nessun secondo appoggio. Lo sento spingere il bacino contro il mio ripetutamente, così da farmi emettere un mugolio sulle sue labbra. Per un secondo ho pensato di cercare di farlo ragionare, ma infondo adesso lo voglio tanto quanto lui. Ha già preso in mano le redini della situazione, mettendomi seduta a bordo piscina senza staccare nemmeno per un attimo le labbra dalle mie. Con una mano stringe un seno da sotto il costume mentre con l'altra sposta delicatamente il pezzo sotto da un solo lato. Resto senza fiato nel momento in cui sento la sua presenza dentro di me senza preavviso, per poi prenderci confidenza e cominciare a sospirare. Lui non è da meno, si regge con le mani salde sui miei fianchi mentre con il capo è intento a lasciarmi umidi baci nell'incavo del collo.
In poco tempo arriviamo al culmine con un gemito roco da parte sua e il suo nome pronunciato quasi come una supplica da me. Restiamo a guardarci negli occhi per attimi infiniti, lasciando parlare le nostre iridi al posto nostro, per poi terminare il tutto con le nostre bocche unite.

***

"Che pensi?" accarezzo i tatuaggi sul suo petto stringendomi sempre più a lui.

"A domani" rilascia una nuvola di fumo dalle labbra per poi spegnere la sigaretta nel posacenere.

Durante questi mesi Niccolò ha lavorato duramente assieme a Jacopo, riuscendo a far uscire il primo disco della sua carriera. Ovviamente io gli sono restata vicino ad ogni traguardo raggiunto, per di più notando che la maggior parte dei suoi testi si riferiscono ogni volta, anche solo per un piccolo particolare, a noi.
È andato benissimo, entrando all'istante nella top ten degli album più venduti, successo che sinceramente nessuno si aspettava, o perlomeno non subito.
Domani si esibirà per la prima volta davanti a un pubblico pagante, persone che hanno speso i proprio soldi per venirlo a sentire, per ascoltare i suoi pezzi, le sue canzoni, in un locale dove il palco sarà interamente per lui.

"Spaccherai" dico ciò che penso senza grandi giri di parole.

"Ma non so se sono all'altezza di..."

"Spaccherai, punto" zittisco le sue paranoie inutili.

"Sei nato per fare questo nella vita Nì, l'ho capito dalla prima volta in cui ti ho sentito suonare e cantare e l'ho riconfermato quando ho visto i numeri che ha fatto e sta facendo quel disco favoloso" alzo il capo per poterlo guardare meglio negli occhi.

"Non so se sarei mai arrivato qui se non ci fossi stata tu" mi accarezza i capelli spostandoli da un lato, lasciando che la luce del sole rifletta sul mio viso.

"Certo che ci saresti arrivato"

"Ho ricevuto quel contratto perché ho suonato quella sera, ma se tu non mi avessi costretto letteralmente, nemmeno ci sarei passato col pensiero a esibirmi. Il ballo è un esempio, ma in generale, non avrei mai mostrato a nessuno questa parte di me" spiega accarezzandomi la schiena con le punte delle dita.

"Io non la penso allo stesso modo ma se ti fa piacere pensarlo allora..." lascio appositamente la frase in sospeso sentendo poi il suono della sua risata nelle orecchie, che va a tramutarsi poi in tosse

"Ecco, questa è tutta quella merda di fumo" rimprovero il suo vizio.

"Fino a qualche mese fa fumavi pure te bimba"

"Si ma ho smesso, e dovresti anche tu" concludo la mia frase lasciandogli un bacio sul collo.

"Quella roba uccide" accarezzo con un pollice la sua guancia, abbozzando un sorriso.

"E tu meriti di vivere per sempre"

Ho bisogno di amarti||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora