L'ennesimo squillo proveniente dal mio cellulare vaga nel vuoto, rimbombando tra queste quattro mura. Non tocco quel telefono da circa un paio d'ore, l'ho lasciato squillare senza risposta nel momento in cui ho scoperto come mittente proprio Desirè alternata ad un numero sconosciuto.
È vero, non mi ha fatto niente e infatti non sono arrabbiata, però adesso non ho le forze di affrontare un qualsiasi tipo di conversazione, specie se poi sono costretta a rivangare su ciò che è successo oggi.
Ammetto che non me lo aspettavo, non aspettavo niente di quello che è accaduto. Da Niccolò con Jessica alla chiamata di Desirè, dal rivedere il mio ex dopo tempo alla rissa a scuola avente lui come protagonista, dagli occhi di Moriconi al suo rinfacciarmi di essere il niente nella sua vita.
Ecco forse l'ultima è quella che mi sta distruggendo di più, lo ammetto.
Continuo a negarlo con anima e corpo a tutto il mondo ma dentro di me so benissimo che è così, che sentirlo dire quelle cose nei miei confronti mi ha fatto male.
D'altra parte però ha preso in qualche modo le mie difese contro il mio ex, mettendolo quasi a tappeto a suon di pugni. Non so se lo ha fatto per me, se ha davvero sentito uscire dalla bocca di Tommaso cose che non avrebbe mai dovuto sentire e allora si è lasciato andare, oppure qualcos'altro che di me non ha nemmeno l'ombra. Il motivo del suo comportamento mi è sconosciuto, e nonostante io muoia dalla voglia e dalla paura di saperlo, adesso sono impossibilitata nel scoprirlo.
Non ho la sanità fisica né mentale di affrontare niente e nessuno dopo una giornata così intensa.
Questa notte avrò tempo per riposare e metabolizzare il tutto per poi affrontare ciò che verrà domani.
Adesso però spengo tutto, me stessa e il mio mondo.***
Sento gli occhi pesanti e un mal di testa assurdo, nemmeno ieri avessi fatto serata. Nel sentire i raggi del sole provenienti dalla finestra puntati addosso, sbatto le palpebre leggermente portandomi un braccio a fare da visiera.
Mi rigiro nel letto un paio di volte prima di notare con gran stupore un'ombra troppo grande per essere quella di una maglietta o felpa sparsa in giro per la camera. Quando metto bene a fuoco l'immagine quasi non salto in aria. È proprio Desirè, seduta sulla sedia della mia scrivania con in mano il mio cellulare.
"C-che cos?" chiedo una volta che il mio respiro si è regolarizzato successivamente allo spavento.
"Ti dovrebbero dare un primato sai? Che io abbia memoria nessuno dei miei conoscenti ma dei liceali in generale, è mai rimasto senza aprire nemmeno un social per più di tre ore" finisce di smanettare con il mio telefono e me lo sventola davanti agli occhi.
"Tu mi hai ignorata per più di un giorno, e saresti andata avanti se non fossi venuta qui" me lo lancia sul letto. Cerco di prenderlo al volo ma dato che sono ancora mezza addormentata fallisco miseramente, stravaccandomi così di nuovo sul materasso.
"Quindi, hai intenzione di dirmi cosa è successo ieri o lo devo scoprire da sola?" si mette comoda con i gomiti sulle gambe in attesa di una mia parola.
"Cos'è successo?" chiedo a lei cercando di nasconderlo a me stessa più che a lei.
"Che è successo al parcheggio?" ripropone la domanda facendomi tornare in mente tutto, di nuovo.
"Ma tu come sei entrata qui?" mi sorge spontaneo chiederle, notando che appunto la finestra è chiusa e non ricordo di averla lasciata aperta.
"Il tuo bellissimo padre mi ha aperto la porta e invitato volentieri a svegliarti dato che non avevi puntato la sveglia tra l'atro" dice con aria sognante sottolineando l'aggettivo attribuito a mio papà, cosa che mi fa rabbrividire.
"Che hai detto di mio padre?"
"Che è successo al parcheggio?" cambia subito discorso ed io, per questa volta, decido di evitarle un grande imbarazzo che avrebbe sicuramente provato se avessi concluso l'argomento.
Prendo il cuscino al mio fianco e lo porto sulla testa per poi prendere coraggio e aprir bocca.
"Ho parlato con Moriconi" dico vaga guardando un punto fisso del mio soffitto.
"Ha detto che nemmeno lui sa perché lo ha fatto" parlo gesticolando, forse un po' troppo, riferendomi alla rissa.
"Ma mi spieghi chi era quel tizio?" mi rinfresca la memoria ricordandomi che lei non sa proprio niente di questa storia
"Ah si, il mio ex" dico tranquilla ricevendo un suo verso di stupore in risposta.
"Dici sul serio?" rimane a bocca aperta portandosi una mano in fronte
"No guarda per finta"
"Emma Russo fidanzata?"
"Che pensavi fossi una santerellina? Non è che perché negli ultimi tempi ho chiuso con ogni tipo di relazione con qualunque essere vivente escluso mio padre e mia nonna non ho mai avuto una vita"
Penso a ciò che ho appena detto, correggendomi subito.
"Si ok forse un po' hai il diritto di pensarlo. Detto ciò accetta l'incredibile notizia che anche io ho avuto un ragazzo pure se preferisco non ricordarlo" spiego con più calma vedendola sorridere.
"Allora un cuore c'è dentro quella cassa toracica" scherza su.
"Mo' adesso non esageriamo" sto al gioco ridendo a mia volta.
"Come mai non mi hai risposto ieri?" chiede tranquilla, scavando in me quel buco che avevo tappato con la storia di Tommaso. Pensavo di averla scampata.
"Mi scoppiava la testa e non ero in grado di sostenere questa conversazione ieri" taglio corto sperando che non mi chieda nient'altro.
"E per quale motivo?" Troppo tardi.
"È successo tutto di botto e troppo in fretta, dovevo ancora metabolizzare, non vedevo Tommaso da mesi ormai" butto là due parole messe un po' a casaccio ottenendo un suo cenno, che noto solo dopo in tono sarcastico.
"Invece parliamo della lunga conversazione con il carissimo Moriconi avvenuta i giorni scorsi"
Spalanco gli occhi afferrando il mio cellulare che stava ancora poggiato sul letto.
"T-tu hai letto?" mi trema quasi la voce, non l'avevo minimamente avvisata.
"Ma come sapevi la password?"
"La data di nascita di Vasco Rossi, non era così difficile" indica con il capo il poster che ho appeso al muro, raffigurante la data del live a cui sono andata l'anno scorso con papà.
"Cosa c'è tra di voi?" mi si piazza davanti riuscendo a farmi morire le parole in gola.
"Assolutamente niente" mi affretto a dire.
"Emma"
"Desirè" la richiamo, consapevole di dover sembrare il più seria e sincera possibile, adesso come non mai.
"Tra me e Niccolò non c'è nient'altro che un semplice rapporto civile, che c'è comunemente tra due persone costrette a convivere nella stessa classe" affermo fredda non staccando i miei occhi dai suoi. Spero di averla convinta, perché anche quella piccola parte di me che era ancora in dubbio adesso è sicura al cento per cento. Credo.
SPAZIO AUTRICE
Questo capitolo è veramente orribile.
Concludo così.
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Ho bisogno di amarti||ultimo
Fanfiction•tratto dalla storia• "Resti stasera?" pronuncia tali parole con voce roca, ricordando la canzone che mi ha cantato poco fa. Per la prima volta da quando lo conosco, posso giurare di vederlo in uno stato di vulnerabilità. Lo guardo negli occhi, e ri...